BAROFFI, Cesare
Nato a Varese nel 1582, si addottorò in diritto civile e canonico, coltivando, tuttavia, e sembra con impegno, la filosofia e la letteratura. Si ha notizia di un suo manoscritto Conclusioni di filosofia, nonché di un epigramma e di un sonetto dedicati nel 1602 al cardinale Federico Borromeo, al quale forse si deve se il B. ottenne nel 1606 l'ufficio di segretario di nunziatura presso il vescovo di Foligno Francesco Simonetta, nunzio in Polonia.
Durante il suo soggiorno in Polonia il B. mantenne con il cardinale Borromeo una regolare corrispondenza, che si rivela di notevole interesse per le ricche informazioni sugli avvenimenti successivi alla morte del falso Demetrio. Nel 1612 il B. pubblicò a Vilna e a Milano un'orazione latina in onore del re di Polonia Sigismondo: In triumpho Serenissimi ac potentissimi Principis Sigismundi III Poioniae et Sveviae Regis... e Moscovia post insignes gloriose partas victorias feliciter redeuntis, nella quale celebrava la vittoriosa spedizione del re contro lo Stato moscovita compiuta nell'anno precedente e l'elevazione a quel trono del figlio di Sigismondo, Ladislao. L'orazione concludeva, con un motivo ricorrente nella letteratura encomiastica dell'epoca, auspicando una nuova vittoriosa spedizione del re contro il Turco. Intanto, in seguito alla morte di Francesco Simonetta, avvenuta il 12 genn. 1612, il B. assunse interinalmente, con una provvisione mensile di 50 scudi, l'ufficio di nunzio, in attesa del nuovo titolare della carica Lelio Rubini, vescovo di Bagnorea, che arrivò in Polonia più di un anno dopo, nell'aprile dei 1613.
Le nuove funzioni del B. accrescono, l'iinportanza della corrispondenza da lui tenuta in quel periodo con il Borromeo, che veniva minutamente informato dall'intemunzio di ogni avvenimento politico e religioso che potesse interessare la S. Sede. Particolare attenzione era naturalmente dedicata dal B. alle sorti dei cattolici nel regno, e in special modo in Prussia, dove subivano, a suo giudizio, angherie di ogni sorta: a questo proposito insisteva presso il cardinale perché lo stesso pontefice intervenisse presso il re di Polonia. Il B. segnalava anche attentamente i progressi del cattolicesimo in Polonia e riferiva puntualmente sui più notevoli episodi di conversione, in particolare tra la nobiltà del paese. Non mancano inoltre nella sua corrispondenza le notizie relative agli avvenimenti di corte, alle incursioni turche e tatare.
All'arrivo del Rubini il B. tornò in Italia ed ottenne dal pontefice Paolo V, in ricompensa dei servigi resi, due benefici di 200 scudi di rendita, tra i quali un canonicato in Parabiago. Egli rimase per qualche anno presso la curia, fino al 1619, quando fu nuovamente nominato segretario di nunziatura, questa volta a Madrid, presso il nunzio Francesco Cennini, vescovo di Amelia. Il 3 dic. 1620 gli fu concesso, col beneplacito del re di Spagna, il canonicato milanese di S. Maria della Scala. Nel febbraio del 1621, quando :il nunzio Cennini, in seguito alla morte di Paolo V, fece ritorno in Italia, il B. fu di nuovo incaricato interinalmente della nunziatura a Madrid donde, in assidua corrispondenza con il cardinale Ludovico Ludovisi, segretario di Stato, egli ragguagliava sulle condizioni di salute del re Filippo III, sulle misure stabilite per respingere le incursioni dei pirati barbareschi e sulle discussioni intorno alla questione della Valtellina. Giunto a Madrid, nel luglio 1621, il nuovo nunzio Alessandro de Sangro, il B. tornò in Italia e si ritirò nel suo canonicato di S. Maria della Scala, senza più essere chiamato a servire la curia.
Dei servigi del B. si valsero da questo periodo i re polacchi Sigismondo III, Ladislao e Giovanni Casimiro, che lo ebbero, per più di un trentennio, come proprio rappresentante presso il governatore spagnolo di Milano. Nel 1637, in occasione delle nozze di Ladislao con la principessa Cecilia Renata, sorella dell'imperatore Ferdinando III, il B. dedicò agli sposi una raccolta di versi, che, secondo quanto riferisce il Ciampi, fu stampata a Milano nell'anno successivo.
A un periodo precedente, probabilmente agli anni tra il 1621 ed il 1624, subito dopo il ritorno del B. dalla Spagna, risale invece una sua curiosa polemica con tale Giovanni Battista Medici, che aveva dedicato al cardinale di Montalto Andrea Peretti un gruppo di disegni a stampa della Fabbrica del Sacro Monte di Varese. I deputati alla Fabbrica sottoposero la dedica al giudizio del B. e questi vi apportò numerose correzioni suscitando la reazione del Medici. La lunga e oziosa polemica provocò perfino l'intervento del Santo Uffizio, che condannò una frase del Medici.
Il B. morì a Milano il 5 febbr. 1655.
Bibl.: F. Picinelli, Ateneo dei letterati milanesi, Milano 1670, P. 135; F. Argelati, Bibliotheca scriptorum Mediolanensium, 11, 2, Mediolani 1745, p. 18-38; G. M. Mazzuchelli, Gli Scrittori d'italia, II, 1, Brescia 1758, p. 379; S. Ciampi, Bibliografia critica delle antiche reciproche corrispondenze... dell'italia colla Russia, colla Polonia ed altre parti settentrionali..., I, Firenze 1834, ]P. 20; F. F. Daugnon, Gli Italiani in Polonia dal IX sec. al XVIII, II, Crema 1907, D. 233; H. Biaudet, Les nonciatures apostoliques Permanentes iusqu'en 1648, Helsinki 1910, DIP. 187, 253; L. v. Pastor, Storia dei papi, XII, Roma 1930, p. 498; G. Rotondi, C. B. e il cardinale Federico Borromeo, in Rendic. d. R. Ist. lombardo di scienze e lettere, S. 2, LXIV (1931), pp. 983-998.