BORGIA, Cesare
Nacque a Velletri il 25 ott. 1776 dal nobile Giovanni Paolo Borgia e da Alchemena Baglioni. Suo educatore fu lo zio cardinale Stefano Borgia, uomo di vasta cultura, che aveva trasformato il suo palazzo di Velletri nel Museo Borgiano, ove, accanto a manoscritti e opere d'autori orientali, era conservato anche un erbario.
Le nobili tradizioni della famiglia determinarono nel 1778 la sua entrata nel Sovrano Ordine militare di Malta, e nel 1793 la sua nomina a tenente delle galere pontificie a Civitavecchia.
Le vicissitudini politiche lo ricondussero nel 1798 a Velletri, dove iniziò gli studi scientifici dedicandosi in special modo alla geologia, alla mineralogia e alla botanica. Nel 1809, sotto il dominio napoleonico, fu chiamato prima al consiglio comunale di Velletri, poi, dal febbraio 1811 al 16 maggio 1814, fu sottoprefetto del circondario di Rieti. In quest'ultima sede acquistò alti meriti nella repressione del brigantaggio locale, meriti riconosciuti in un decreto di Napoleone I, datato Mosca il 20 sett. 1812, per il quale il B. era confermato nella carica. Dopo il ritorno a Roma di Pio VII, il B. andò a Catania, allora sede del Magistero dell'Ordine degli ospedalieri, come reggente dell'ospedale di Santa Marta.
A Catania coltivò i suoi interessi scientifici, e scoprì tra l'altro un nuovo insetto che il Dejan gli dedicò col nome di Cleanius borgiae. La presenza nella città di numerosi altri naturalisti, come S. e R. Scuderi, C. Maravigna, G. La Via, C. Gemellaro, G. Alessi, A. Di Giacomo, F. Cosentini, M. Musumeci, costituiva un ambiente di eccezionale importanza scientifica. Insieme a loro il B. costituì nel 1824 il comitato dei dieci fondatori dell'Accademia Gioenia di scienze naturali, destinata a recare tanto lustro alla cultura naturalistica siciliana e nazionale. Come risulta dal primo volume dei verbali dell'Accademia, il 1º maggio 1824 i dieci, avendo ottenuto un decreto di costituzione da Ferdinando I, iniziavano la vita accademica nominando altri venti soci; il B. assumeva la carica di primo direttore affiancandosi, quale secondo, S. Scuderi.
Per due anni il B. operò attivamente al fiorire delle prime attività accademiche e vide accolti con plauso in Italia e all'estero i primi volumi degli Atti. Ma nel 1826, essendo stata trasferita a Ferrara la sede dell'Ordine ospedaliero, il B. dovette trasferirsi colà come procuratore del tesoro e luogotenente del facente le veci del gran balì, mentre dall'Accademia fu nominato protettore e presidente perpetuo onorario. A Ferrara il B. continuò gli studi naturalistici legandosi d'amicizia in particolare coi botanici Felisi e Campana.
Nel 1834 tornava a Roma in seguito ad un ulteriore trasferimento dell'Ordine (nella sede del palazzo in via Condotti) assumendo la carica di segretario del tesoro. Morì il 15 apr. 1837 e fu sepolto in S. Francesco al ponte Sisto.
Del B. restano le reliquie del suo erbario, che il nipote E. Borgia aveva depositato in un primo tempo alla Biblioteca Comunale di Velletri, ma che nel 1867 passarono al gabinetto di storia naturale del liceo della stessa città. La collezione trovò sede definitiva nel 1900 nell'istituto botanico dell'università di Roma. Era costituita originariamente di cinquanta pacchi contenenti milleduecentospecie di Fanerogame raccolte dallo stesso B. in Sicilia, nei dintorni di Catania e sull'Etna, in Austria, durante un viaggio a Vienna; nonché piante sicule raccolte dal Gussone, piante varie di Bertoloni (con cui il B. collaborava come corrispondente per la preparazione della monumentale Flora italica), piante d'Abruzzo, dell'Umbria e delle Marche inviate da Antonio Orsini. Non manca un certo numero di Muschi, Licheni, e Alghe (queste ultime una cinquantina, tutte raccolte sul litorale catanese).
I resti dell'erbario (millecentocinquantatré specie di Fanerogame e Crittogame) sono stati accuratamente riveduti e illustrati dal Cortesi, che pubblicò anche uno studio su due esemplari singolarmente deformati.
Il B. era socio di varie accademie italiane e straniere, in particolare della Société linneénne di Parigi, dell'Acc. dei Georgofili, dell'Accademia delle Scienze di Napoli. Gli fu dedicata dal Cosentini una Vicia borgia.
Fonti e Bibl.: G. Gussone, Florae Siculae Prodromus, I, Neapoli 1827, p. 75; Id., Florae Siculae Synopsis, I, Neapoli 1842, pp. 14, 123; A. Bertoloni, Flora Italica: Cryptogama, II, Bononiae 1862; F. Cortesi, Intorno a due casi teratologici trovati nell'erbario Borgia, in Annali di Botanica, II (1905), pp. 359-362; Id., Un botanico sconosciuto del secolo XIX (Fra' C. Borgia),ibidem, IV (1906), pp. 65-77; Id., Illustrazione dell'erbario Borgia,ibidem, pp. 217-267; A. Sacchetti Sassetti, Rieti nel Risorgimento italiano (1796-1870), Rieti 1911, pp. 64, 73-89; M. Guadagno, La vegetazione della penisola Sorrentina, in Boll. d. Orto Bot. di Napoli, V (1918), p. 174; M. Musumeci, Elogio di Fra' C. B. (estratto), Catania 1842; M. Maylender, Storia delle Accademie d'Italia, III, Bologna 1929, pp. 103-105.