BRUMANO, Cesare
Nacque a Cremona nel 1543 da Raffaello e studiò diritto e umanità a Pavia dove conseguì il dottorato in utroque iure il 27 sett. 1563. Nello stesso anno iniziò l'insegnamento di istituzioni all'università e fu ammesso, nonostante l'età ancora inferiore a quella prescritta di venticinque anni, al collegio cremonese dei giureconsulti. Nel 1564 passò alla cattedra straordinaria di diritto civile che tenne fino al 1566, quando l'elevazione al pontificato del cardinale Michele Ghislieri (Pio V), al quale doveva essere legato, gli aprì la strada della Curia romana. Trasferitosi a Roma, abbracciò lo stato ecclesiastico e nello stesso 1566 fu nominato abbreviatore delle lettere apostoliche e quindi protonotario apostolico e referendario delle due Segnature.
Il coronamento di questa carriera di Curia fu nel gennaio del 1569 la nomina a nunzio apostolico a Napoli.
Il B. doveva sostituire il battagliero Paolo Odescalchi che nel corso del suo breve periodo di nunziatura aveva portato tanto avanti l'attacco alla tradizionale politica giurisdizionalistica del viceregno spagnolo da dover essere richiamato dopo appena un solo anno di residenza a Napoli. In particolare la pubblicazione della bolla In coena Domini, diffusa dall'Odescalchi senza il necessario exequatur viceregio, aveva suggerito di sostituirlo con una persona più cauta, capace di evitare ulteriori scontri frontali con le autorità vicereali. La nunziatura del B., per quel tanto che si può ricostruire sulla base della scarsa documentazione disponibile (restano conservati solo due gruppi di dispacci rispettivamente dal 26 luglio all'8 dic. 1570e dal 22 giugno al 13 nov. 1571).sembrò corrispondere perfettamente al desiderio della Curia di procedere sulla strada segnata dall'Odescalchi, senza provocare tuttavia scosse troppo brusche.
Il primo punto che il B. si trovò ad affrontare fu quello relativo al ruolo e al rango del rappresentante pontificio nel Regno. La questione era stata dibattuta ampiamente in passato, ma solo nel 1568 la Santa Sede pose con risolutezza la questione protocollare della precedenza e delle prerogative del nunzio a Napoli. Vi ritornò con rinnovata fermezza nel giugno del 1569 finché il 22 ott. Filippo II non si decise a riconoscere ufficialmente lo stato giuridico del nunzio e la sua preminenza su tutti i baroni e prelati del Regno compreso lo stesso arcivescovo di Napoli. A questo risultato, che sanzionava il lento processo di trasformazione della vecchia collettoria di Napoli in nunziatura permanente, non dovette essere estranea l'opera del Brumano. La disposizione di Filippo II non riuscì tuttavia gradita al viceré duca d'Alcalá che ancora nel luglio del 1570 non l'aveva eseguita. Il B. sospettava addirittura l'esistenza di un preciso disegno di sabotarla, inasprendo i consueti conflitti di giurisdizione. Il conflitto col governo vicereale non esplose però nei termini paventati dal B.; continuò invece a frantumarsi in uno stillicidio di contrasti quotidiani che angustiarono il tenace difensore della "libertà ecclesiastica".
Se le due questioni della giurisdizione ecclesiastica e degli spogli delle chiese vacanti li dividevano, altri interessi costringevano il nunzio e il viceré a cercare un compromesso: era ormai in pieno corso la campagna della lega antiturca, stretta dalla Santa Sede con la Spagna e altri Stati italiani, e il nunzio a Napoli, nella capitale di uno dei paesi più esposti alla minaccia turca, non poteva non preoccuparsene. Il secondo gruppo di dispacci del B. è così dominato essenzialmente dalle vicende della campagna condotta dalla flotta della lega, delle quali egli si premurava di informare quotidianamente la Curia. A Napoli ebbe anche modo di accostare gli uomini che guidavano la lotta e in particolare don Giovanni d'Austria, del quale lasciò in un dispaccio del 21 ag. 1571 un penetrante ritratto: "Mostra S. A., in tutte le sue attioni et ragionamenti, animo grande, et degno del padre, et di conoscere particolarmente che se non va a trovare et combattere l'armata nemica, ne riporterà grandissimo biasimo nel cospetto d'Iddio e del mondo; così piaccia a Sua Divina M.tà d'accompagnarlo et prosperarlo" (cfr. Nunziature di Napoli, I, p. 78). Il 23 ott. 1571 il B. fu tra i primi ad annunciare a Roma la notizia della grande vittoria di Lepanto.
Con l'annuncio di questa notizia si concluse virtualmente la sua nunziatura: il 18 nov. 1571fu sostituito infatti dal nuovo nunzio Alessandro Simonetta. Il suo richiamo in Curia pare rientrasse nel normale avvicendamento nelle sedi estere praticato anche dalla diplomazia pontificia. Il Simonetta si affrettò comunque a rendere omaggio all'abilità e alla solerzia del suo predecessore, scrivendo al Rusticucci, già lo stesso 18 novembre, a proposito di una questione particolare da lui trattata, che "la diligentia di mons. Brumano era stata tale che a me havea lasciato puoca fatica in ottenere ciò che si addimandava" (cfr. ibid., I, p. 89).
Il B., che il 26 luglio 1571era stato nominato chierico della Camera apostolica, conservò il favore di Pio V e, dopo la sua morte, del suo successore Gregorio XIII, dal quale il 1º genn. 1574 funominato prefetto generale dell'Annona frumentaria dell'urbe e di tutto lo Stato della Chiesa. L'attività svolta dal B. in questa carica non è nota, ma, a quanto riferisce Parisi, egli cadde di lì a poco in disgrazia, e si trasferì a Napoli dove sarebbe morto verso il 1580.
Certo è che il 13 febbr. 1576 egli resignò l'ufficio di chierico della Camera apostolica, come risulta da un documento conservato nella Biblioteca Apostolica Vaticana (Vat. lat. 13569, cc. 95v-98r). La notizia riferita dal Biaudet, secondo il quale il B. sarebbe stato, dopo il ritorno dalla nunziatura, governatore di Ancona, non ha trovato alcuna conferma.
Nel corso della sua nunziatura a Napoli, il B. ebbe modo di ospitare a Baia lo storico genovese Uberto Foglietta, che ne vantò le doti di cultura e di liberalità in un opuscolo intitolato appunto in suo onore Brumanus (Uberti Foletae Brumanus sive de laudibus urbis Neapolis, in Opuscula nonnulla, Romae 1579, pp. 81-98). In esso il Foglietta, che conosceva il B. già dagli anni del soggiorno romano, gli fa recitare solennemente, alla presenza del cardinale Ippolito d'Este, le lodi della città di Napoli.
Un gruppo di lettere del B. al cardinale Guglielmo Sirleto relative a questioni particolari è conservato nella Bibl. Apostolica Vaticana (Vat. lat. 6182, cc. 45r, 59r, 1179r; 6190, c. 292r). Vanno dal 26 febbr. 1569 al 4 febbr. 1570 insieme ad altre del Sirleto al B. in minuta o in originale (Vat. lat. 6946, cc. 132r, 149r, 151v., 160v, 172v).
Fonti e Bibl.: Nunziature di Napoli, I, (26 luglio 1570-24 maggio 1577), a cura di P. Villani, Roma 1962, in Fonti per la storia d'Italia, LVI, ad Indicem;F. Arisi, Cremona literata..., II, Parmae 1706, p. 342; V. Lancetti, Biografia cremonese, II, Milano 1820, pp. 562-564; Memorie e documenti per la storia dell'università di Pavia…, I, Pavia 1877, p. 80; U. Cutignoli, Uberto Foglietta. Notizie biografiche e bibliografiche, in Giorn stor. e lett. della Liguria, VI (1905), pp. 162 s.: L. von Pastor, Storia dei papi, VIII, Roma 1929, p. 302; B. Katterbach, Referendarii utriusque signaturae..., Città del Vaticano 1931, p. 143; P. Villani, Origine e carattere della nunziatura di Napoli (1523-1569), in Ann. dell'Ist. stor. ital. per l'età moderna e contemp., IX-X(1957-1958), pp. 332-334; H. Biaudet, Les nonciatures apostoliques permanentes jusqu'en 1648, Helsinki 1910, p. 256.