CALCIATI, Cesare
Nacque a Piacenza il 16 marzo 1885 dal conte Alessandro e Bianca Stradelli. Nel 1908 si laureò in scienze naturali presso l'università di Friburgo (Svizzera), discutendo, sotto la guida di Brunhes, una tesi sui meandri della Sarine, il corso d'acqua che bagna la città (Les mèandres de la Sarine. Travail de l'eau dans les miandres incassés, Fribourg 1909).
In questo lavoro egli in parte si allaccia alla teoria del Vacher, secondo cui i meandri incassati sono sempre costituiti da rocce relativamente resistenti: al di sopra di queste dovrebbe esistere una coltre di sedimenti più teneri facilmente asportabili. Il corso d'acqua incide dapprima la roccia tenera sovrastante e vi descrive il meandro; poi giunge alla roccia dura, imprimendovi la traccia del meandro, il quale diviene così "incassato". Il C. aggiunge a questa teoria la componente tuttora valida dei movimenti verticali del suolo.
Ancora studente, aveva seguito un corso speciale di zoologia al museo di Bergen, e compiuti alcuni viaggi di istruzione sulle Alpi, dove aveva dato prova di ottime qualità di scalatore, e in Germania. Nel 1908 partiva da Marsiglia come topografo al seguito della spedizione organizzata dai coniugi statunitensi W. Hunter e Fanny Bullock-Workmari nel Caracorum. Per 83 giorni il C. compiva rilievi topografici e osservazioni meteorologiche nell'area dell'Hispar-Baltoro a un'altitudine tra i 3.200 e i 6.000 metri, attraversando luoghi a temperature assai differenti (oscillanti dai -15º ai 62º C). Il risultato del suo lavoro è la redazione, in collaborazione con M. Koncza, di una carta 1:100.000, che fu pubblicata in appendice al volume di W. Hunter e F. Bullock-Workman, The call of the snowy Hispar, with appendix, a cura del C. e di M. Koncza (London 1910). Su questa impresa egli pubblicò anche due relazioni, la prima assieme al Koncza e l'altra, da solo, accompagnata da una carta 1:20.000, della regione dei ghiacciai Jengutza e Hispar. Nel 1911 tornava nuovamente in Asia con un'altra spedizione Bullock-Workman, ma con una comitiva staccata dal resto della spedizione. Partito da Marsiglia il 7 aprile a bordo dell'"Arabia", giungeva il mattino del 21 a Bombay, donde proseguiva per Srinagar il 30 aprile. Da qui ripartiva il 7 maggio con il capo-carovana e con il grosso delle provviste, imbarcando tutto su quattro dunghe, lunghe barche a fondo piatto e tetto di stuoia. In questo viaggio il C. non poté, come avrebbe voluto, esplorare gli alti bacini delle due valli Kondus e Hushee e stabilire le relazioni tra di esse e quelle del bacino Baltoro e Siachen. Nel 1912 i coniugi Bullock-Workman decisero di dirigere una nuova spedizione al ghiacciaio Siachen e invitarono nuovamente il C. ad accompagnarli, ma egli rifiutò, anche perché era stato chiamato, insieme con O. Marinew e G. Ricchieri, a partecipare alla escursione geografica intercontinentale negli Stati Uniti d'America. Questa escursione fu organizzata nel 1912 dalla Società geografica americana di New York, in occasione del LX anniversario della fondazione e per festeggiare l'inaugurazione della nuova sede. Il maggiore artefice dell'escursione fu il geologo William. Morris Davis, professore nell'università di Harvard. Partendo da New York, il tracciato dell'escursione toccò. dal 22 agosto al 17 ottobre, la maggior parte dei centri industriali, minerari e agricoli degli Stati Uniti, compiendo 21.650 km, parte in ferrovia, e per il resto in auto, in tram, in battello, su carri a cavallo. Le osservazioni più interessanti furono però compiute nel campo della geologia e della geografia fisica, come sottolinea il C. nella sua relazione L'escursione geografica.
Il 26 marzo 1913 sposò Giuseppina Anguissola Scotti, che lo accompagnò in molte spedizioni. La prima volta, l'anno stesso delle nozze, nella spedizione organizzata nel Kashmir dall'avvocato e alpinista torinese Mario Piacenza. Per l'esplorazione venne scelta l'area montuosa tra Ladak e Zaskar, dominata dalla vetta del monte Nun Kun (7.135 m). La spedizione raggiunse la vetta e il picco Z 2, poi denominato Cima d'Italia. I risultati di questa spedizione furono da lui esposti nel volume Cenno sui risultati geografici della spedizione Mario Piacenza in Himalaya (Milano 1921), e in una comunicazione a un congresso geografico: Risultati geografici…. Questacomunicazione è accompagnata da una carta 1:100.000 rilevata e disegnata dal C. dell'alta valle Kiar e dei ghiacciai adiacenti: Durung, Drung, Rumdum e Drona. Più tardi il C. riassunse le sue ricerche in un volume (in collaborazione con altri: Osservazioni geografiche nell'Himalaya Cashmiriano. Spedizioni Mario Piacenza, Milano 1928), in cui egli narra non solo le proprie imprese, ma anche quelle degli altri alpinisti e le escursioni di Mario Piacenza nell'interno del Piccolo Tibet e aggiunge notizie geologiche, morfologiche, climatiche ed emologiche.
Il contributo del C. alla conoscenza geografica dell'Asia centrale è considerevole. Soprattutto la sua opera di cartografo e topografo, compiuta in tempi e in condizioni assai sfavorevoli, e con una strumentazione ancora abbastanza rudimentale, è da mettere in evidenza, perché regioni completamente sconosciute e sommariamente indicate negli atlanti, grazie alla sua opera, poterono da allora essere conosciute e studiate. Valida è anche la sua paziente ricerca di esploratore, che tutto annota con precisione e che si preoccupa di divulgare.
Il C. partecipò alla guerra '15-'18 da soldato in Albania e da ufficiale sul Piave, guadagnandosi la croce di guerra al merito. In Albania aveva conosciuto Guido Corni (poi governatore della Somalia) e Luigi Bracciani. Con questi preparò una spedizione nel paese dei Cunama, in Eritrea. Il viaggio ebbe inizio l'11 dic. 1922 e terminò il 24 apr. 1923. In circa quattro mesi i tre esploratori raccolsero dati antropometrici, eseguirono rilievi topografici, catalogarono materiale botanico e mineralogico, fecero osservazioni meteorologiche.
Nelle pause fra le varie spedizioni scientifiche, intraprendeva anche altri viaggi ed escursioni: in Malesia, in Egitto. Partecipò all'escursione in Cirenaica organizzata dal Touring Club Italiano e per il volume che ne espose le risultanze (La Cirenaica geografico-economico-politica, scritti vari a cura di O. Marinelli, Milano 1922), scrisse il capitolo su I paesaggi botanici.Nel 1927 prese parte al congresso geografico internazionale di Cambridge, dove presentò una carta 1:500.000 del Caracorum.
Ricoprì cariche pubbliche: fu segretario provinciale a Cremona, in sostituzione di R. Farinacci, nel periodo susseguito all'assassinio del deputato Matteotti; inoltre fu presidente della Banca popolare di Cremona, dell'Associazione cacciatori, del CAI e del Gruppo speleologico lombardo.
Morì il 1º sett. 1929, presso Cremona, durante una partita di caccia, a soli 44 anni. Qualche mese dopo fu pubblicato il suo diario: Al Caracorum. Diario di due esplorazioni (Firenze 1930).
Altre opere del C.: in collab. con M. Koncza, L'expédition Bullock-Workman 1908dans l'Himalaya, in Bull. de la Soc. Fribourgeoise de science natur., XVII(1910), estr.; Les fronts des glaciers de Jengutza et d'Hispar, in La Géographie, XXII(1910), pp. 241-246; L'escursione geografica transcontinentale 1912negli Stati Uniti d'America, in Boll. d. Soc. geogr. ital., s. 5, II (1913), pp. 451-513; Esplorazione nelle valli Kondus e Hushee nel Karakorum Sud-orientale, ibid., III(1914), pp. 995-1014, 1076-1093; Risultati geografici della spedizione Mario Piacenza nella catena centrale dell'Himalaya cascmiriana, in Atti dell'VIII Congresso geogr. ital.(Firenze1921), II, Firenze 1923, pp. 6-12; Impressioni di un recente viaggio in Eritrea, in Le vie d'Italia, XXX(1924), pp. 57-67; Nel paese dei Cunama, ibid., pp.845-859; I termitai nel paesaggio tropicale, in L'Universo, VI (1925), pp. 617-626; in collab. con L. Bracciani, Nel paese dei Cunama (Missione Corni-Calciati-Bracciani), Milano 1927.
Fonti e Bibl.: Necrologi: A. Mori, in Riv. geografica italiana, XXXVI(1929), pp. 147 s.; Boll. della Società geogr. ital., s. 6, VI (1929), pp. 802 s.;N.V., In memoria del conte C. C., in L'Universo, X(1929), pp. n.n. [ma 1071 bis]; P. Lemoine, La question des méandres encaissès, in La Gèographie, XXII(1910), p. 149.