Cantù, Cesare
Storico e scrittore (Brivio, Como, 1804 - Milano 1895). Alcune tra le sue moltissime opere - la bibliografia del Vismara, che pure non può dirsi completa, gliene attribuisce 514 - riguardano D.: L'Europa nel secolo di D., in D. e il suo secolo, Firenze 1865, 1-20; D., in Storia della letteratura italiana, ibid. 1865, 30-58; D., in Illustri Italiani, I, Milano 1873, 1-60. Vi troviamo fedelmente applicate le tendenze della critica cattolica, la quale puntava essenzialmente sulla ricostruzione morale e filosofica del mondo dantesco. La Commedia è vista pertanto come poema " teologico, morale, storico, filosofico, allegorico, enciclopedico, pure coordinato ad insegnare verità salutevoli alla vita civile " (in Storia della lett. ital., p. 36) o come " apocalisse della società laica " (ibid., p. 48, e in Illustri Italiani, I 31); il mondo, quale si configura a D., è interpretato come " rappresentazione cattolica dell'umanità " (in Illustri..., cit., p. 31); fonti d'ispirazione sono considerate " la città di Dio, la somma del Dottore Angelico e l'Itinerario di San Bonaventura " (ibid., p. 45). Rimarchevole è il fatto che il C., come del resto gli altri critici cattolici (il Gioberti, il Tommaseo, l'Ozanam, il Giuliani, lo Scolari, ecc.), intendeva il pensiero dantesco base e fattore di unità della Commedia; sicché la sua ricerca funse da buon correttivo alla lettura grammaticale e stilistica proposta dai neoclassici.
Bibl. - A. Gennarelli, Alcune opinioni di C. C. sui quattro grandi poeti italiani, in " Il Saggiatore " III (1946) 321-350.