CAVARA, Cesare
Nato ad Anzola dell'Emilia (Bologna) il 29 apr. 1818 da Gregorio e da Geltrude Cacciari, aveva studiato sotto la guida di D. Vaccolini lettere e filosofia; e fin dall'età di 3 anni aveva intrapreso la carriera dell'insegnamento per mantenere le quattro sorelle, il padre e la madre, che non avevano altro sostegno; due fratelli, morti in giovane età, furono ricordati dal C. in Rime in morte di due suoi fratelli (Bologna 1839).
Iniziò l'attività letteraria con la traduzione Favole esopiane (Bologna 1840); in seguito diede alle stampe raccolte di Poesie popolari, erotiche e morali (Bologna 1852), Nuove poesie popolari (ibid. 1855) e Poesie popolari (Firenze 1859). Sono versi che mancano di freschezza e originalità: muovendosi nell'ambito degli ideali divulgativi dell'estetica romantica, ripetono stancamente i motivi più vieti del repertorio della poesia popolare, imitando soprattutto il Biava e in parte il Tommaseo e altri poeti del tempo. Il C. espose le sue idee sulla poesia popolare in più articoli apparsi sulla rivista bolognese L'Eccitamento.
È di questi anni la conoscenza del conte G. Gozzadini, illustre personaggio della Bologna del tempo, che lo incoraggiò a proseguire nella strada della letteratura. Venne così pubblicando poesie d'occasione come i Versi popolari per le nozze Mazzacurati-Salina (Bologna 1856); Giannina Milli (Bologna 1859); quattro poesie intitolate: Il re più bello, La battaglia campale, La patria, La monacella, in occasione delle nozze Rodriguez-Bevilacqua (Bologna, s.d., ma vedi dedicatoria). Gran parte di questa produzione poetica d'occasione, aggiungendovi altre più recenti composizioni, raccolse in Armonie popolari (Bologna 1863).
Divenuto, ispettore per gli studi primari per la provincia di Bologna e nei circondari scolastici di Imola e Vergato, carica che mantenne fino al 1867, il C. compilò la relazione generale per l'anno scolastico 1861-62 con quadri comparativi per gli anni 1859-60 e 1860-61 (Cenni statistici sullo stato dell'istruzione primaria nella provincia di Bologna, Bologna 1863). Nel 1868 venne nominato provveditore agli studi di Ravenna e Forlì, l'anno successivo di Lucca e Massa Carrara, e poi di Novara; dal 1870 al 1876 fu a Vicenza, dove conobbe l'abate Iacopo Ferrazzi, e dove, perso il figlio, scrisse In morte di Adolfo Cavara - Poesie (Vicenza 1875); infine fu trasferito a Brescia, dove resse la carica fino al giorno della morte, l'8 apr. 1880.
Si ricorda ancora: l'edizione della Leggenda di Lazzaro, Marta e Maddalena, scritta nel buon secolo della lingua, Bologna 1853; Sulprobabile soggiorno di Dante a Persiceto, Persiceto 1864; Sulla prima sepoltura di Ludovico Ariosto e su Gregorio Montagnana, docum. ined., Vicenza 1872; sotto lo pseudonimo di C. Avarchide, La morte di Vittorio Emanuele II Re d'Italia - Canzone popolare in ottava rima, Brescia 1878; La Boemia, gaiezze e fremiti, raccolti e commentati da un antiboemico, Brescia 1879 libro critico e polemico contro la scapigliatura. Inoltre, della attività di traduttore: Le favole di Fedro, Torino 1870 (2 ediz., Vicenza 1871); Ilcompleanno della moglie di Ovidio, Vicenza 1876; I Tristi o elegie di Ovidio dall'esilio, Bologna s. d.; La morte di Didone, Bologna s. d.
Fonti e Bibl.: La Bibl. civica di Bassano del Grappa e soprattutto la Bibl. dell'Archiginnasio di Bologna raccolgono quasi tutta la produzione del C.; in entrambe sono conservate, inoltre, sue lettere autografe. Presso la Bibl. dell'Arch. di Bologna: a Teodorico Landoni, 18 giugno 1876(ms. XIV - 118); a Luigi Frati, 24 nov. 1877(ms. V-39); tre lettere a G. Gozzadini, 17 nov. 1856, 11 febbr. 1858, 14febbr. 1858(mss. 440-444); nella stessa Bibl. si veda pure mss. A 2731-2736, II: S. Rumor, Gli scrittori vicentini dei secoli XVIII e XIX, che contiene aggiunte interfogliate autografe del Rumor di note biografiche, ma il C. vi è appena accennato. Presso la Bibl. civ. di Bassano del Grappa sono conservate: tre lettere all'abate I. Ferrazzi, 8 luglio 1872, 7 marzo 1877 e 31 ott. 1872 (Epistolario Ferrazzi, III, 11, 846-847, e Epistolario in corso, IV, 8, 874); due lettere a L. Chiminelli, 18 ag. e 19 sett. 1873 (Epistolario Chiminelli, I, 142, 286 e 287); sei lettere all'abate G. Roberti, 14 sett. 1876 - 1° agosto 1877 (Epistolario Trivellini, VIII, 14, 2446-2451). Si vedano inoltre: A. De Gubernatis, Diz. biogr. degli scrittori contemp., Firenze 1879, p. 274; G. Casati, Dizionario degli scrittori d'Italia, Milano s.d., p. 110; G. Mazzoffi, L'Ottocento, Milano 1949, pp. 683, 1356; Ministero della Pubbl. Istruzione, Annuario, dal 1860 al 1879.