CIPOLLETTI, Cesare
Nacque a Roma l'11 nov. 1843 da Pietro e da Benedetta Ciardafelli e vi si laureò con lode in ingegnena a vetituno anni. Dopo un primo impiego nelle miniere di Tolfa, diresse i lavori di costruzione dell'acquedotto di Firenze; successivamente fu assunto dalla Società italiana per condotte d'acqua, allora (1880) agli inizi dell'attività. Nel periodo 1881-88, alle dipendenze della società in qualità di direttore tecnico, il C. consolidò la sua fama di esperto conoscitore della scienza idraulica, dando un notevole contributo alla soluzione di problemi di bonifica, irrigazione e distribuzione delle acque per uso civile e industriale.
Le sue più importanti pubblicazioni di quel periodo sono: Studi eseguiti per provvedere di acque potabili le città di Padova e Vicenza (Milano 1881); Canale Villoresi, modulo per la dispensa delle acque, stramazzo libero diforma trapezia (ibid. 1886); Delle forze idrauliche che possono crearsi nell'alto Milanese e condursi nella città di Milano (Roma 1887); Acquedotto di Milano: considerazioni sulla temperatura e distribuzione delle acque e sul servizio industriale per forza motrice (Milano 1887); Relazioni sulla ricostruzione dell'acquedotto per la città di Brescia (Brescia 1888).
Nella sua pubblicazione più nota, quella relativa al canale Villoresi, il C. suggerisce un nuovo tipo di stramazzo per la misura della portata delle acque dei canali, quello a forma di trapezio isoscele con base minore in basso e lati obliqui inclinati di 1/4sulla verticale. Il pregio di questo stramazzo è quello di esprimere la portata con una formula semplice (q = 1,86 l h3/0, con l base minore del trapezio e h carico sulla soglia) e di consentire misure con un piccolo errore se sono rispettate certe condizioni (velocità d'arrivo non superiore a 0,15 m/sec, canale rettilineo a monte a sezione costante lungo 20 m, carico h non superiore a l/3, ecc.). Le due appendici triangolari dello stramazzo, ciascuna avente per altezza h e per base la metà della differenza delle basi del trapezio, servono a compensare la contrazione laterale e a fornire quindi una portata uguale a quella di uno stramazzo rettangolare di base l e altezza h privo di contrazione laterale.
Lo studio Delle forze idrauliche che possono crearsi nell'alto Milanese... ebbe il primo premio nel concorso bandito dall'Istituto lombardo di lettere, scienze e arti per un progetto su una forza motrice economicamente conveniente con cui rifornire la zona di Milano. In questo studio il C., precorrendo i tempi, parla della necessità di trasformare Penergia idraulica in energia elettrica per trasportarla a grande distanza (il primo trasporto al mondo di energia a distanza fu l'elettrodotto Tivoli-Roma, realizzato nel 1891). Alcune proposte dei C. furono realizzate negli anni successivi: l'impianto idroelettrico di Pademo Dugnano e l'aumento della portata del fiume Ticino attraverso la regolazione del livello del lago Maggiore.
Nello stesso periodo il C. diresse i lavori di costruzione del canale Villoresi, che, irrigando 65.000 ettari di terreno tra il Ticino e l'Adda e rifornendo le industrie del luogo di forza motrice, rappresentò una tappa fondamentale nello sviluppo agricolo e industriale della zona e assicurò al C. vasta notorietà. Nel 1888 venne invitato in Argentina dal governatore della provincia di Mendoza. Qui egli progettò, nel biennio 1889-90, le dighe sui fiumi Mendoza e Tunuyán e ne diresse l'esecuzione dei lavoti: tali opere permisero l'irrigazione di 130.000 ettari di terreno. La diga del Mendoza fu la prioma costruita in Argentina. Successivamente, per incarico del governatore della provincia di San Juan, costruì la diga sul fiume omonimo, al fine di regolame il flusso delle acque: l'opera consentì di alimentare centinaia di canali di irrigazione nel dipartimento "XXV de Mayo". Nel 1895 fu il governatore della provincia di Tucumán a incaricarlo di progettare e costruire la diga sul fiume Sali, per permettere l'irrigazione della zona circostante.
Il lavoro più importante del C. in Argentina fu quello svolto per conto dei ministero dei Lavori Pubblici che, alla fine del 1898, gli affidò I'incarico di studiare, mediante ispezione sul luogo, la possibilità di costruire canali di irrigazione prelevando le acque dei fiumi Limay, Neuquen, Rio Negro e Colorado (sul margine settentrionale della Patagonia) e di utilizzare laghi e lagune della Cordighera delle Ande, tributari di detti fiumi, come depositi d'acqua, per diminuire il livello delle piene e per aumentare quello delle magre.
Dal febbraio al maggio del 1899 il C., con alcuni collaboratori, percorse in lungo e in largo la zona dalla Cordiglièra all'Oceano Atlantico, ispezionando circa 200.000 kmq. Alla metà di giugno ritornò a Buenog Aires, ove iniziò la stesura della relazione, che presentò nel mese di settembre al ministero. La relazione, pubblicata nel 1899 a Buenos Aires col titolo Estúdios de irrigación - Rio Negro ycolorado, di 342 pagine, rappresentò una pietra miliare nel progresso della scienza idraulica: calcoli di pendenze di fiumi e di terreni, di portate d'acqua, di superfici da irrigare, di capacità di accumulo delle lagune, di manufatti per i canali si alternano a preventivi di costo e a considerazioni sulla natura dei luoghi e sulle condizioni di vita della popplazione, formando un insieme ammirevole per la ricchezza dei dati e l'originalità delle proposte (la relazione otterrà il primo premio all'Esposiz. universale di Milano del 1906).
Solo una parte delle proposte del C., per carenza di mezzi, fu realizzata, dopo la sua morte, dai collaboratori D. Severini, G. Iacoboni e O. Vulpiani. Della parte realizzata sono degni di menzione i canali di irrigazione della zona Colonia Regina e la diga di venti arcate sul fiume Neuquen, presso la confluenza col Limay. Questa diga. permette la derivazione delle acque del Neuquen, nei periodi di rovinosa piena, verso il bacino lacustre denominato Cuenca del Vidal, ove si forma il lago Pellegrini, contenente in media cinque miliardi di metri cubi di acqua. Il lago, per evaporazione e infiltrazione, umidifica l'arida zona circostante, assicurandone la fertilità. In conseguenza di queste opere la regione si è profondamente trasformata: dove una volta la siccità costringeva ad un'esistenza misera uomini ed animali, ora sorgono moderni poderi che producono grandi quantità di frutta e ortaggi nel 1965 il 92% della frutta esportata dall'Argentina proveniva dall'alta valle del Rio Negro.
Dopo la presentazione della relazione il C. tornò in Italia; qui fu invitato dai comuni di Roma e Milano a far parte delle commissioni per la revisione dei lavori sul Tevere e per lo studio della fognatura di Milano. Nel 1903 pubblicò a Roma lo studio La navigazione del Tevere dal mare ad Orte e la bonifica idraulica e agricola della sua vallata, che rappresenta un'opera tecnicamente accurata sulla regolazione del regime delle acque, al fine di impedire le disastrose piene, e sull'utilizzazione delle acque per la produzione di forza motrice per l'irrigazione e per la navigazione con natanti, che nel tratto dal mare a Roma potevano arrivare a 1.000 tonnellate.
Richiamato dal governo argentino per coordinare la realizzazione delle opere da lui proposte nella relazione sul Rio Negro e Colorado, il C. si imbarcò a Genova sul "Tommaso di Savoia" con i familiari. Quattro giorni dopo, il 23 genn. 1908, mentre la nave era nei pressi delle Canarie, un improvviso malore lo stroncava.
L'Argentina lo ricorda con monumenti in varie città: notevoli quelli di Mendoza e di Cipolletti. Quest'ultima è una cittadina di circa 3.000 abitanti nei pressi della confluenza dei fiumi Liniay e Neuquen, in mezzo a una zona resa fertile dalle acque prelevate dall'invaso della diga del Neuquen. In Italia, sull'isola Tiberina a Roma, esiste una lapide con epigrafe nei pressi della casa natale.
Bibl.: Necrol., in Boll. d. Soc. geogr. it., s. 4, IX (1908), 3, p. 274;J. Sergi, Histórias de los italiános en la Argentina, Buenos Aires 1940, pp. 424-28; Giornale del Genio civile, LXXXVI (1948), pp. 197 s.; La Soc. it. Per condotte d'acqua nel LXXV anniversario, Roma 1955, pp. 52-64, 155 ss.; Presenza ital. in Argentina, Buenos Aires 1965, pp. 43, 167, 182; Gran Enc. Argentina, Buenos Aires 1965, sub voce.