DE TITTA, Cesare
Umanista, filologo e poeta dialettale, nato a S. Eusanio del Sangro il 27 gennaio 1862. Della sua opera di latinista occorre ricordare la sua traduzione delle Elegie romane di D'Annunzio (Lanciano 1900; nuova ed., Milano 1905) e gl'impeccabili Carmina (Lanciano 1922). Cantò il popolo abruzzese nelle Canzoni abruzzesi (Lanciano 1919) che sono liriche d'amore e di malinconia, Nuove canzoni abruzzesi (Lanciano 1923), Gente d'Abruzzo (Firenze 1923), Terra d'oro (Lanciano 1925). Al teatro dialettale diede una traduzione della Figlia di Jorio e drammi e commedie d'argomento abruzzese: Teatro dialettale abruzzese: A la fónte e La Scuncòrdie (Lanciano 1920) e Teatro (2 voll., Lanciano 1924). In italiano, I sonetti: prima centuria (Atri 1922j.
Bibl.: L. Illuminati, L'adolescenza d'un poeta, Casoli 1930.