FABRIS, Cesare
Nacque a Follina, presso Vittorio Veneto (prov. Treviso), il 16 maggio 1885 da Pietro e da Elena Modenese; compì gli studi liceali al "Marco Polo" di Venezia, dando già prove della sua attitudine agli studi scientifici, e si laureò in fisica nel 1909, divenendo subito assistente all'osservatorio astronomico di Padova.
Nel marzo 1911 fu nominato dal Comitato talassografico italiano (costituito nel luglio precedente) assistente per il Servizio aerologico. Da questo momento le vicende del F. appaiono legate a quelle di L. De Marchi al cui eccezionale spirito di iniziativa crediamo sia da ricondurre la nascita dei due organismi appena citati. Il F. prese subito servizio alla Stazione aerologica-principale di Vigna di Valle, situata sul ciglio della cinta craterica del lago di Bracciano, sorta nel 1910 come osservatorio aeronautico per l'assistenza ai dirigibili che si costruivano nel sottostante aeroscalo sulla riva del lago.
Durante il periodo ivi trascorso pubblicò con tempestività e ampiezza di vedute i sondaggi aerologici eseguiti in quella ed in altre stazioni: Risultati dei lanci di palloni piloti eseguiti alla Stazione aerologica di Vigna di Valle (giugno 1910 - maggio 1911), Venezia 1912; Risultati dei lanci contemporanei di palloni piloti (dal 10 maggio al 6 luglio 1912), ibid. 1912, ... (dal 7 luglio al 30ott. 1912), ibid. 1913; ... (dal 30 ottobre al 24 dic. 1912), ibid. 1913; Risultati di lanci di palloni piloti eseguiti a Bengasi nel maggio-giugno 1912, ibid. 1913; Corso di meteorologia e aerologia, Roma 1913, che forse fu il primo del genere in Italia.
Nel 1914 lasciò il Servizio aerologico per insegnare nelle scuole normali (attuali istituti magistrali) e successivamente, in seguito a concorso, assunse l'insegnamento di matematica e fisica presso il liceo "Marco Polo" di Venezia. Ciò non significò la fine dei suoi studi meteorologici, che divennero anzi più maturi e approfonditi. Un importante lavoro del 1917, Tipi isobarici principali europei e la loro azione sull'Italia, è citato con molta frequenza ed imprecisione. È pertanto praticamente irreperibile, non essendone fornita indicazione del luogo di edizione.
Quasi la stessa sorte ebbe un altro lavoro, annunciato al congresso internazionale di meteorologia di Venezia (28-30 sett. 1920), cui partecipò jakob Bjerknes, uno dei creatori della scuola di Bergen, ancor oggi alla base della meteorologia moderna: Sulla struttura dei cicloni, stampato a Venezia nel 1923, pare nel primo numero di una Rivista meteor. e idrografica, che probabilmente non ebbe seguito. All'epoca di quel congresso il F. risultava all'istituto di geografia fisica dell'università di Padova (diretto appunto dal De Marchi) e segretario della sezione meteorologica del Comitato nazionale italiano geofisico e geodetico. Nel 1925 conseguì la libera docenza in meteorologia e nell'elenco per il 1928 dei membri di quella sezione risultava al liceo artistico di Venezia.
Verso il 1930 dovette iniziare l'insegnamento per incarico, conservato sino alla morte, della matematica e della fisica tecnica all'Istituto universitario di architettura di Venezia. Circa un lustro più tardi assunse la direzione dell'Ufficio segnalazioni (in pratica di previsioni meteorologiche a scadenza molto breve) del Magistrato alle Acque.
Nel 1931 apparve il suo lavoro più importante, Teorie moderne sull'origine e sulla struttura dei cicloni (Pisa), che ha molto contribuito al rinnovamento della meteorologia italiana: per capire la scuola norvegese si ricorreva ad esso. L'autore vi espone, in una rielaborazione personale, le idee di Bjerknes, confrontandole con le teorie contemporanee e consiglia di adottarle per la loro fecondità pratica nonostante contengano alcune incongruenze teoriche.
Non hanno avuto altrettanta influenza i suoi scritti successivi, nonostante la loro parziale attualità: Masse d'aria nel Mediterraneo (in Ateneo veneto, CXXVI [1935], 119, pp. 48-53), Le Alpi come fattore meteorologico (ibid., CXXIX [1938], 123, pp. 99-108), Contatti di masse d'aria e precipitazioni sulla regione veneta (in Atti d. XIII Congr. geogr. ital., II, Udine 1939, pp. 70-87).
Il F. morì il 10 genn. 1949 a Venezia, dove era ancora attivo come docente presso l'Istituto universitario di architettura. A causa del suo carattere indipendente e schivo e delle non sempre ottimali condizioni di salute, la sua attività rimase isolata.
Bibl.: Necrol. in Ateneo veneto, CXL (1949), pp. 74 s.