FANTACCHIOTTI, Cesare
Nacque a Firenze il 14 dic. 1844 da Odoardo, scultore, e da Paolina Galli. Non frequentò l'Accademia e la sua formazione artistica si svolse interamente sotto la guida del padre, che lo educò alla bellezza e alla purezza formale dell'ideale classico. Le sue prime opere documentate sono del 1867: un Gesù fra i dottori (gesso, perduto) e L'orfanella (marmo), eseguita per un orfanotrofio di Cincinnati nell'Ohio su commissione di un vescovo protestante di quella città, in visita allo studio Fantacchiotti (C. F. scultore, in L'Italia artistica, IX, 16, 7 maggio 1868, p. 2), cui seguì La spina, citata nei repertori, ma di cui non si ha più notizia. Alla morte del padre, nel 1877, ne modellò il busto in bronzo per la tomba, oggi rimossa, al cimitero delle Porte Sante - nel 1916 ne offrì un'altra versione, insieme al busto della madre, alla Galleria d'arte moderna di Firenze, che rifiutò il dono (marmi conservati presso gli eredi) - e ne ereditò lo studio, ormai rinomato, in via Panicale 39. Nel corso dell'ottavo decennio dell'Ottocento il F. si allontanò dalla cultura artistica della sua formazione per accostarsi al verismo (C. Boito, Scultura e pitturad'oggi, Roma-Torino-Firenze 1877, pp. 174 ss.) e ai macchiaioli, in particolare a T. Signorini, A. Cecioni e D. Martelli, del quale condivise le idee politiche ed artistiche e che gli procurò diverse commissioni: il pittore N. Costa lo ricorda infatti, con Cecioni, come scultore del gruppo (N. Costa, Quel che vidi e quel che intesi, Milano 1927, p. 223). Al 1872 risalgono le prime opere modellate nello spirito verista (gessi presso gli eredi): La vanesia e La pecoraia (alla quale R. Fucini dedicò una poesia, inedita, datata 24 dic. 1872), cui seguirono Ambizione (inviata a Londra e posta in vendita presso un gioielliere: Firenze, Bibl. nazionale, Carteggi vari, 469, 13: lettera del F. a T. Signorini del 5 giugno 1873); La capraia (1877, gesso presso gli eredi) e Il risveglio o Il mattino (fusa in bronzo e presentata all'Esposizione di belle arti di Roma del 1883). Nel 1875 aveva avuto, tramite F. Martini, l'incarico di eseguire la statua di Giuseppe Giusti da collocarsi nella piazza di Monsummano Terme (Pistoia), paese natale del poeta e del Martini, che venne inaugurata il 20 luglio 1879 (Firenze, Bibl. nazionale, Carteggio Martini, 12, 8: lettere del F. a F. Martini, 1875-78) ed è ancora in situ.
Il F., di carattere riservato, parlava correntemente l'inglese, lavorava soprattutto per la committenza privata, anche straniera, ed era ben introdotto nella buona società fiorentina, figurando tra gli ospiti assidui di M. Desboutin alla villa dell'Ombrellino a Bellosguardo, ritrovo internazionale di intellettuali e artisti fino al 1871; le sue numerosissime opere, di un naturalismo piacevole e vibrante nel modellato, incontrarono favore nel gusto dei contemporanei, che gli richiedevano prevalentemente ritratti: fra questi si ricordano, nel 1881-82, quelli in bronzo del Senatore Carlo Fenzi, su commissione della direzione delle Ferrovie a Roma, e del Commendator Civelli, destinato all'atrio d'ingresso dello stabilimento tipografico di Milano di cui era proprietario; nel 1885 il busto dell'avvocato Giuseppe Mantellini, deputato al Parlamento (Firenze, cimitero delle Porte Sante); nel 1895 il busto di Silvestro Lega (Modigliana, Forlì, cimitero; replica in gesso alla Esposizione retrospettiva della Società delle belle arti di Firenze del 1910); nel 1899 il busto in bronzo di Diego Martelli (Firenze, Galleria d'arte moderna) e infine quelli di Matilde Gioli, moglie del pittore Francesco (marmo; Volterra, collezione Gioli) e di Teresina Spence Avignone, figlia di W. B. Spence, già amico e committente del padre Odoardo, della quale scolpì anche il monumento funebre (1899, Firenze, cimitero degli Allori). Le fonti ricordano inoltre diversi ritratti di personaggi stranieri, spesso di passaggio a Firenze: Samuelson, Sir Benjamin Brodie, Bracken, Carmichael, Holt. Nel 1888 partecipò alla prima Esposizione d'arte italiana all'estero che si tenne a Londra, presentando le statuette bronzee di Molière e della Filatrice.
I contatti con Londra erano stati per il F. assidui e precoci, sia grazie alle relazioni già avviate dal padre, sia attraverso l'amico W. C. Spence, fratello di Teresina e mercante d'arte (Firenze, Bibl. nazionale, Carteggi vari, 472, 81: lettera di W. C. Spence a T. Signorini del 14 ag. 1872: "Sono molto dispiaciuto che la statua del nostro amico Cesare non è stata venduta ho fatto tutto il possibile ma in questa Londra è tanto difficile").
Ottenne anche commissioni pubbliche, quali alcuni busti di Vittorio Emanuele II per vari municipi italiani (cfr. De Gubernatis, 1889), il busto di Garibaldi per il monumento di Vada (Grosseto), inaugurato con un discorso di D. Martelli il 19 ott. 1886; la statua di S. Bartolomeo e le due mezze figure di Dante Alighieri e Leonardo da Vinci per la facciata di S. Maria del Fiore (1882-87); le statue dei santi Giovanni Battista, David re di Scozia, Albano, Agostino vescovo di Canterbury e Stefano per il campanile della chiesa anglicana episcopale Holy Trinity (oggi chiesa valdese) di Firenze (1904); partecipò inoltre ai concorsi per i monumenti a Vittorio Emanuele II e a Garibaldi da erigersi a Firenze (foto dei bozzetti presso gli eredi). Ma le opere del F. che riscossero maggior successo furono il già ricordato Molière (iniziato nel 1873), esposto a Torino nel 1884, acquistato dal re per la Galleria nazionale d'arte moderna di Roma (in deposito dal 1947 presso il ministero della Marina mercantile) e di cui furono vendute repliche a Londra e Parigi, e la statuetta in marmo del Savonarola (V e VI Esposizione dell'Associazione degli artisti italiani Firenze, 1909-10 e 1910-11; gesso presso gli eredi), più volte replicata.
Fra le molte sculture di soggetto piacevole e di facile gusto che risultano disperse in collezioni private si ricordano poi Meditazione, la Baccante, una fontana con Ninfa in bronzo destinata a Kansas City (replicata in marmo; gesso presso gli eredi), il sensuale busto in marmo di Zuleika (Firenze, Esposizione degli artisti italiani, 1906-7, e seguenti; repliche anche in bronzo), Giulietta e Romeo e Paolo e Francesca (marmi; gessi presso gli eredi), e infine L'estate: il ventaglio, Margherita, Madre, Il bacio (marmi) e Psiche curiosa (bronzo), riproposte nel 1913 a Firenze alla VIII Esposizione dell'Associazione degli artisti italiani, di cui il F. era membro del consiglio artistico dalla fondazione (1905).
Il F. fu accademico corrispondente dal 1875 e presidente della sezione scultura all'Accademia delle belle arti di Firenze e cavaliere della Corona d'Italia.
Morì a Firenze il 6 giugno 1922.
Lasciò in eredità il suo atelier con tutto ciò che conteneva all'allievo prediletto Donatello Gabbrielli, che fino alla sua morte, nel 1950, continuò la tradizione artistica dello studio Fantacchiotti, con la facoltà di replicare dai modelli originali le opere dei suoi predecessori; i suoi discendenti conservano ancora molti documenti, disegni e gessi provenienti da quell'eredità.
Fonti e Bibl.: Firenze, Arch. della Galleria d'arte moderna di palazzo Pitti, Doni 1896-1940, a. 1916; I monumenti Giusti e Barbaroux, in L'Illustrazione italiana, 31 ag. 1879, p. 130; G. Carocci, La cronaca dell'arte, in Arte e storia, 18 giugno 1882, pp. 22 s.; E. Bacciotti, Handbook of Florence and its environs, Florence 1883, pp. 86 ss.; Cat. Esposizione di belle arti, Roma 1883, p. 27 n. 80; Cat. Esposizione nazionale, Torino 1884, n.241; A. Conti, L'illustrazione delle sculture e dei mosaici sulla facciata del duomo di Firenze, Firenze 1887, pp. 6, 36-41; Cat. I Esposizione d'arte italiana, Londra 1888, pp. 500 n. 1258, 504 n. 1425; Festa dell'arte e dei fiori 1896-1897. Cat. della Esposizione di belle arti, Firenze 1896, p. 87 nn. 648-652; A. R. Willard, History of modern Italian art, London 1898, p. 219; C. D. Tassinari, The history of the English church in Florence, Florence 1905, pp. 153, 159; L. Callari, Storia dell'arte contemporanea italiana, Roma 1909, p. 83; Società delle belle arti. Cat. Esposizione retrospettiva di pittura e scultura, Firenze 1910, pp. 94 s. nn. 298, 313; R. Focardi, L'Esposizione retrospettiva della Società di belle arti, Firenze 1910, p. 23; A. Borzelli, Prime linee di una storia della scultura italiana nel secolo XIX, Napoli 1912, p. 157; P. A. Corna, Disegno della storia dell'arte in Italia, Piacenza 1930, I, p. 364; S. Vigezzi, La scultura italiana dell'Ottocento, Milano 1932, p. 42; P. Dini, Diego Martelli, Firenze 1978, ad Indicem; A. Marabottini-V. Quercioli, Diego Martelli. Corrispondenza inedita, Roma 1978, ad Indicem; Due granduchi, tre re e una facciata (cat. mostra), Firenze 1983, pp. 254, 256 ss.; G. Gentilini, Arti applicate, tradizione artistica fiorentina e committenti stranieri, in L'idea di Firenze, Atti del Convegno (1986), Firenze 1989, p. 75 n. 85; A. Panzetta, Dizionario degli scultori italiani dell'Ottocento, Torino 1989, p. 73; V. Vicario, Gli scultori italiani dal neoclassicismo al liberty, Lodi 1990, pp. 285 s.; A.P. Torresi, C.F., in Monsummano: quattro secoli, dieci scultori (catal.), a cura di G. Salvagnini, Firenze 1993, pp. 19-22; A. De Gubernatis, Dizionario degli artisti italiani viventi..., Firenze 1889, pp. 193 s.; U. Tieme-F. Becker, Künstlerlexikon, XI, p. 253; A.M. Bessone Aurelj, Dizionario degli scultori ed architetti italiani, Città di Castello 1947, p. 209.