GERIN, Cesare
Nato a Trieste il 6 ott. 1906 da Gioacchino e da Mercede Valle, studiò medicina e chirurgia nell'Università di Bologna conseguendovi la laurea a pieni voti e con la lode il 6 luglio 1930. Indirizzatosi subito alla carriera universitaria, a Bologna fu nominato assistente nell'istituto di radiologia presso la clinica medica nello stesso 1930 e due anni dopo si specializzò in radiologia medica. Iniziò quindi a prestare la propria attività nell'istituto di medicina legale e infortunistica dell'Università bolognese, allora diretto da G. Moriani, e nel 1935 conseguì la libera docenza in medicina legale e infortunistica. Assistente ordinario dal 1932 al 1936, in quest'ultimo anno si trasferì a Roma, ove il suo maestro aveva assunto la direzione dell'istituto di medicina legale dell'Università, divenendone aiuto ordinario. Nell'ateneo romano il G. fu incaricato degli insegnamenti di medicina legale e delle assicurazioni per la facoltà di giurisprudenza dal 1940 al 1965 e di antropologia criminale per le facoltà di giurisprudenza e di medicina e chirurgia nel 1944 e nel 1945. Nel 1947, superato il relativo concorso, fu nominato professore straordinario di medicina legale nella facoltà di medicina e chirurgia dell'Università di Bari. Nel 1949 la facoltà medica dell'Università di Roma lo chiamò a succedere al suo maestro alla direzione della cattedra e dell'istituto di medicina legale e delle assicurazioni. Ordinario dell'insegnamento della disciplina dal 1950, a Roma il G. concluse la sua carriera dirigendo anche la scuola di specializzazione in medicina legale e delle assicurazioni.
Negli anni del suo magistero romano, il G. curò la radicale riorganizzazione e il trasferimento nella nuova sede dell'istituto da lui diretto: dette così vita a un complesso concepito secondo moderni orientamenti didattico-scientifici e sociali della specialità, organicamente strutturato nei settori anatomopatologici, laboratoristici e clinici polispecialistici per accertamenti medico-legali molto ammirato anche in campo internazionale. Ai quatto corpi in cui era originariamente articolato il nuovo istituto - uno centrale, destinato ad accogliere direzione, uffici, biblioteca e laboratori; uno didattico, provvisto di 4 aule; uno anatomico, dotato di 5 sale incisorie; un reparto ambulatoriale polispecialistico comprendente una palestra per la riabilitazione - il G. volle aggiungere un reparto di degenza per osservazione medico-legale e di riabilitazione psicomotoria, onde rendere la struttura idonea al completo espletamento dell'attività della disciplina concepita secondo le moderne vedute di una medicina legale classica, prevalentemente anatomopatologica, strettamente collegata a una medicina legale indirizzata in senso clinico-laboratoristico. Nell'Università di Roma il G. fu anche direttore della scuola di perfezionamento in medicina del lavoro dal 1952 al 1963 e del Centro medico-legale di tossicologia dal 1954.
In campo scientifico il G. si affermò con autorevole personalità per gli studi condotti in vari e importanti settori della medicina legale.
Iniziata la sua attività di ricercatore nell'ambito radiologico, fu autore di alcuni studi che si rivelarono di notevole interesse anche dal punto di vista medico-legale. Dopo un primo contributo sull'importanza dell'esame radiologico nel determinismo dell'età delle fratture ossee presentato al IV congresso dell'Associazione italiana di medicina legale tenutosi a Bologna nel 1930 (Importanza dell'esame radiologico nel determinismo dell'età delle fratture, in Archivio di antropologia criminale, psichiatria e medicina legale, L [1930], Suppl., pp. 1359-1377), pubblicò vari altri lavori inerenti alle due specialità, dei quali si ricordano: I problemi della radiocastrazione e le responsabilità professionali del radiologo, in Rivista di radiologia e fisica medica, IV (1932), pp. 565-615; Le calcificazioni delle cartilagini costali negli individui affetti da tubercolosi polmonare (studio radiologico), in La Radiologia medica, XX (1933), pp. 514-540; Sul significatoistologico di un segno radiologico importante ai fini della diagnosi di età dellefratture diafisarie, in Archivio di antropologia criminale, psichiatria e medicina legale, LIII (1933), Suppl., pp. 1447-1455; Trauma ed artritismo apofisario delrachide. Descrizione di un caso e considerazioni generali, ibid., pp. 1456-1466; Età delle fratture, in Atti del XIII Congresso italiano di radiologia medica, Bari… 1938. Correlazioni, Bari 1940, pp. 209-223. Nel 1938 pubblicò a Padova la monografia L'esame radiologico del vivente in medicina legale generale ed in infortunistica, che ottenne il premio Perrando.
Affrontava, intanto, anche problemi di ordine sperimentale e chimico-tossicologico: in questo gruppo di ricerche meritano di essere ricordate quelle sul processo di mielinizzazione in rapporto allo sviluppo fetale (Ricerche istofisiologiche sui rapporti intercorrenti tra la mielinizzazione delle fibre nervose deimammiferi (coniglio), la loro capacità funzionale indagata anche con la cronassimetria e lo sviluppo biologico fetale, in Bullettino delle scienze mediche, CVII [1935], pp. 598-606; CVIII [1936], pp. 75-84) e sugli avvelenamenti acuti e cronici da varie sostanze (Contributo sperimentale alla ricerca chimico-tossicologicadell'anidride solforosa, in Archivio di antropologia criminale, psichiatria e medicina legale, s. 4, LIV [1934], pp. 413-423; Alcune osservazioni sulla ricerca chimico-tossicologica dell'acido cianidrico, in Bollettino chimico farmaceutico, LXXIV [1935], pp. 305-307; Sulla ricerca chimico-tossicologica del fenolo, ibid., pp. 465-468; Avvelenamento da solfato di rame per via genitale, in Archivio di antropologia criminale, psichiatria e medicina legale, s. 4, LVIII [1938], pp. 500-509; Ricerche anatomo-patologiche sull'avvelenamento acuto e cronico da formaldeide inalata, in Scritti in onore del prof. Domenico Mirto…, Roma 1942, pp. 559-618; L'avvelenamento acuto e cronico da arsenico sotto il riguardo medico-legale, in Acta medicinae legalis et socialis, IX [1956], pp. 127-154, e in Rivistadegli infortuni e delle malattie professionali, LIV [1957], pp. 846-879).
Orientatosi decisamente allo studio dei problemi di preminente interesse medico-legale, si occupò degli stati intersessuali (Su due casi di pseudoermafroditismo in fratelli tenuti in osservazione per otto anni. Con alcune considerazionisugli stati intersessuali, in Archivio di antropologia criminale, psichiatria e medicina legale, s. 4, LV [1935], pp. 399-430), dei criteri di valutazione in medicina legale (I criteri qualitativo e quantitativo nel giudizio medico-legale, ibid., LX [1940], pp. 485-546), di psichiatria e psicopatologia forense (Il metodo di studio medico-legale per l'accertamento della capacità penale dell'individuo antisociale, in Rivista di difesa sociale, II [1948], pp. 156-166; Antisocialité et âge évolutif, in Zacchia, s. 2, XII [1949], pp. 145-148; Psychopathie, abnorme Erlebnisreaktion und Zurechnungsfähigkeit, ibid., XXIV [1961], pp. 193-202, in coll. con A. Semerari; Évaluation médico-légale de l'imputabilité et de la dangerosité sociale dans les anomalies et dans les maladies psychiques: ses répercussions criminologiques, ibid., XXVI [1963], pp. 1-38, in coll. con F. Ferracuti - A. Semerari; Anomalie psichiche e imputabilità, in Archivio penale, XIX [1963], pp. 405-424, in coll. con R. Pannain; Considerazioni psicopatologiche e medico-legali intema di vizio parziale di mente, in Zacchia, s. 3, II [1966], pp. 227-253, in coll. con A. Semerari), di argomenti medico-legali coloniali (Problemi medico-legalicoloniali; lineamenti di una medicina legale tropicale, in Rivista medica tropicale e studi di medicina indigena, IV [1940], pp. 181-220) e dell'evoluzione storica della specialità (La medicina legale nei suoi momenti storici e nel suo sistema, in Zacchia, s. 2, XII [1949], pp. 1-17).
Nell'attività scientifica del G. appare di grande rilievo la sua concezione di una medicina legale clinica volta allo studio preminente dei problemi medico-legali presentati dagli esseri viventi, interprete ed espressione di orientamenti che stavano emergendo nei temi dottrinari del suo tempo. Prezioso fu il contributo che recò ai criteri di valutazione del danno alla persona in responsabilità civile (La valutazione medico-legale del danno alla persona in responsabilità civile, in Rivista degli infortuni e delle malattie professionali, s. 6, XL [1953], pp. 371-424), basato sulla considerazione del carattere primario della alterata funzione: dal momento che ogni stato o processo invalidante determina una limitazione della validità, cioè una riduzione della efficienza fisica e psichica, e poiché gli uomini hanno anche un valore economico, il danno alla persona va valutato sia in riferimento alla validità quale aspetto umano generico e comune, sia all'attività lavorativa effettivamente esercitata. Tale proposta, fondata sull'esame clinico e sulla valutazione medico-legale di migliaia di soggetti vittime di sinistri, rivoluzionaria in campo specialistico, sembrava invadere un ambito di stretta pertinenza giuridica; divenne presto chiaro, tuttavia, che essa costituì l'avvio di un lungo e travagliato dibattito che sfociò nella collaborazione tra medici, giuristi, operatori del diritto, attuari ed economisti. Al convegno di Roma sul tema "L'apprezzamento della validità e della invalidità in rapporto al valore economico dell'uomo" il G. presentò la relazione La valutazione medico-legale della invalidità e della incapacità lavorativa in responsabilità civile, pubblicata in Zacchia, s. 3, VI (1970), pp. 467-494. Secondo le vedute del G. il bene della salute costituisce un diritto primario e assoluto e il danno alla persona ha rilevanza giuridica soprattutto perché limita il libero espandersi della vita sociale. In sede medico-legale il concetto di danno si identifica con quello di alterata funzionalità da cui derivano una alterata attività individuale e una disfunzione sociale, tanto che in assenza di una modificazione di funzione in senso peggiorativo, indipendentemente dal rapporto giuridico originato dalla fattispecie, il danno alla persona è privo di interesse medico-legale. Il risarcimento deve comprendere il danno biologico, inteso come menomazione dell'integrità psicofisica incidente su tutta la dimensione dell'uomo (e dei vari aspetti del danno biologico aveva già avuto modo di occuparsi: Il danno estetico nei suoi riflessi medico-legali, in Mercurio, III [1946], 25-26, pp. 89-100; Il danno estetico.Lineamenti di una trattatistica medico-legale, in Archivio penale, III [1947], 1, pp. 90-111; La valutazione medico-legale del danno alla persona da menomazione dell'apparato urinario, in Rassegna clinico-scientifica, XXXIX [1963], pp. 210-215; Aspetti medico-legali delle lesioni del bacino, in Zacchia, s. 3, IV [1968], pp. 1-16), ma anche le conseguenze che incidono sull'attitudine a produrre reddito. Ogni modificazione peggiorativa della validità della persona costituisce un danno patrimoniale risarcibile indipendentemente dall'attività produttiva svolta, ma poiché il valore economico deve essere valutato soprattutto tenendo conto delle forze naturali dell'uomo nell'ambito delle attività lavorative che rappresentano la fonte principale del suo guadagno, il valore stesso va considerato in rapporto alla professione esercitata. Il valore economico, conseguentemente, si basa su tre elementi fondamentali: efficienza psico-fisica, attività lavorativa svolta, guadagno; e le valutazioni medico-legali del danno, quindi, devono essere due: una in riferimento allo stato di validità o di salute, che considera cioè ogni uomo sullo stesso piano e può essere espressa in valori percentuali rapportati al significato e al valore fisiologico dei diversi organi e apparati, l'altra in riferimento all'attività svolta ed espressa in termini qualitativi. La correttezza e l'applicabilità della concezione del G. furono dimostrate e sancite dalla Corte costituzionale con la sentenza n. 88 del 26 luglio 1979, che rappresentò di fatto il riconoscimento del valore del suo contributo.
Il G. tornò a precisare in ampia retrospettiva il significato della sua opera nell'articolo La valutazione medico-legale del danno alla persona in responsabilità civile dalle giornate triestine del 1952 all'incontro pisano del 1986, pubblicato in Rivista italiana di medicina legale, VIII (1986), pp. 287-297, e nel volume La valutazione medico-legale del danno alla persona in responsabilità civile, edito a Milano nel 1987, sintesi di tutti i suoi studi sull'argomento.
Oltre alla redazione di numerose voci specialistiche per il Dizionario di criminologia, Milano 1942-43, e per la prima e la seconda edizione dell'Enciclopediamedica italiana, il G. fu anche autore di alcune monografie: Ematologia forense, Padova 1938; I problemi medico-legali dell'annegamento, ibid. 1965, in coll. con A. Carella - P. Fucci - S. Merli - M. Angelini Rota; La mort et les transplantationsd'organs. La constatation de la mort, s.l. 1970, in coll. con S. Merli. Particolare fortuna ebbe il suo corso monografico Medicina legale e delle assicurazioni, pubblicato a Roma nel 1949 e in successive sette edizioni fino al 1977, con aggiornamento legislativo del 1980, in coll. con F. Antoniotti - S. Merli.
Insignito di molti premi e membro di numerose accademie e società scientifiche italiane e straniere, il G. nel 1960 a San Remo fondò l'Accademia internazionale di medicina degli infortuni del traffico, di cui fu presidente.
Morì a Roma il 9 genn. 1996. Con decreto rettorale del 25 novembre dello stesso anno fu intitolato al suo nome l'istituto di medicina legale e delle assicurazioni dell'Università di Roma.
Fonti e Bibl.: Necr. in: Zacchia, LXIX (1996), 1-2, pp. 169-179; Rivista italiana di medicina legale, XVIII (1996), 1, pp. 3 s.; A. Pazzini, La storia della facoltà medica di Roma, Roma 1961, I, pp. 345, 348-350; II, pp. 494 s.; La personalitàscientifica del professor C. G., in Studium Urbis, III (1972), 2, Suppl., pp. 18 s.; F. Mastropaolo, Il risarcimento del danno alla salute, Napoli 1983, passim; La valutazione del danno alla salute.Profili giuridici, medico-legali ed assicurativi, a cura di M. Bargagna - F.D. Busnelli, Padova 1986, passim; A. Fiori, La valutazione medico-legale del danno alla persona da responsabilità civile dopo lasentenza n. 184 del 30.6.1986 della Corte costituzionale: in mezzo al guado, in Rivista italiana di medicina legale, IX (1987), pp. 383-409.