LOMBROSO, Cesare
Psichiatra e antropologo, nato a Verona il 6 novembre 1835, morto a Torino il 9 ottobre 1909. Laureatosi nel 1858 a Pavia, cominciò a farsi notare già con la sua tesi, Ricerche sul cretinismo in Lombardia (1859). In questo stesso anno partecipò come medico militare alla guerra contro l'Austria. Accettò quindi di tenere un corso gratuito di psichiatria all'università di Pavia (1862) e nel 1865 lasciò l'esercito, ove riprese servizio solo in occasione della campagna del '66. Sono di quegli anni le sue prime ricerche sulla pellagra (v.), e pure in quel tempo egli cominciò a elaborare gli Studi per una geografia clinica italiana (1865), fonte tra le più importanti della legislazione sanitaria nazionale. Divenne successivamente medico primario del reparto malattie mentali dell'ospedale civile di Pavia (1866), professore straordinario di clinica di malattie mentali in quell'università (1867), direttore del manicomio provinciale di Pesaro (1871), infine ordinario di medicina legale e igiene pubblica all'università di Torino (1876). Quivi fu nominato nel 1896 ordinario di psichiatria e clinica psichiatrica, e nel 1905 ordinario di antropologia criminale. Ebbe poi altre cariche e incombenze, e fu tra l'altro membro ordinario del Consiglio sanitario della provincia di Torino (1881), medico delle carceri di questa città (1886), presidente onorario della Ethical Society di Londra (1906), ispettore dei manicomi piemontesi (1906). Sino dal 1864 aveva pubblicato le sue prime tesi sull'uomo di genio (anticipate da uno scritto giovanile del 1855, La pazzia di Cardano) cui è legata, insieme con quelle (1875 segg.) sul delinquente (v. antropologia, III, pp. 590-591), la sua maggior fama. Del 1880 è la fondazione, con E. Ferri e R. Garofalo, dell'Archivio di psichiatria e antropologia criminale. Negli ultimi anni L. ritornò sulle proprie vedute intorno ai fenomeni medianíci, finì con l'ammetterli e aderì all'ipotesi interpretativa spiritistica.
Muovendo da una concezione materialistica dell'uomo, il L. cercò di spiegare con le anomalie fisiche la degenerazione morale del delinquente, che dovrebbe perciò costituire uno speciale tipo antropologico. Da questo presupposto nacque la nuova scienza dell'antropologia criminale, i cui fondamenti sono posti nella maggiore opera del L., L'uomo delinquente in rapporto all'antropologia, alla giurisprudenza ed alle discipline economiche, pubblicata per la prima volta nel 1876. Le teorie del L. ebbero presto la loro risonanza nel campo del diritto penale, specialmente per opera di R. Garofalo (v.) e E. Ferri (v.), che dall'antropologia criminale giunse fino alla sociologia criminale (v.). E della più ampia concezione del Ferri finì col subire l'influsso lo stesso L., che, nelle successive edizioni della sua opera, costrinse in limiti più ristretti la considerazione morfologica del delinquente ed estese invece l'indagine agli altri aspetti della vita o, secondo la sua terminologia, all'eziologia del delitto, per cui l'azione umana è vista in funzione delle meteore e del clima, dell'orografia e della geologia, della razza, della densità e della natalità, dell'alimentazione, dell'alcoolismo, dell'istruzione, dell'influenza economica, della religione, dell'educazione, dello stato civile, del carcere e infine delle cause del delitto associato e del delitto politico.
Le applicazioni principali delle teorie del L. si ebbero nel campo di quella ch'egli chiamò la profilassi e terapia del delitto. Concepito il delitto come un'anormalità o una morbosità, il compito della società deve essere di curare il delinquente e di elevare il concetto di difesa sociale a quello di rigenerazione del reo. Si riconnettono a tale principio gli studî carcerarî del L. e l'opera svolta per l'istituzione dei manicomî criminali.
Opere principali: Genio e follia, Milano 1864; 4ª ed., molto aum.; Torino 1882; Studi clinici ed esperimenti sulla natura, causa e terapia della pellagra, 2ª ed., Bologna 1872; L'uomo bianco e l'uomo di colore, Padova 1871; 2ª ed., aument., Torino 1892; I veleni del mais e la loro applicazione all'igiene e alla terapia, Bologna I877; Sulla medicina legale del cadavere, Torino 1877; 2ª ed., Pinerolo 1890; L'uomo delinquente, Milano 1876; 5ª ed., voll. 3, Torino 1896-97; Il delitto politico e le rivoluzioni, Torino 1890; Trattato profilattico e clinico della pellagra, Torino 1892; Le più recenti scoperte e applicazioni della psichiatria e antropologia criminale, Torino 1893; La donna delinquente, la prostituta e la donna normale, Torino 1893 (in collaboraz. con G. Ferrero; 5ª ed. rifusa da G. Lombroso, 1927); L'uomo di genio, 6ª ed. defin., Torino 1894; Grafologia, Milano 1895; Genio e degenerazione, Palermo 1898; 3ª ed., 1908; In Calabria (1862-1897), Catania 1898; Lezioni di medicina legale, 2ª ed., Torino 1900; Nuovi studi sul genio, voll. 2, Palermo 1902; Ricerche sui fenomeni ipnotici e spiritici, Torino 1909, n. ed. 1914.
Bibl.: L'opera di C. L. nella scienza e nelle sue applicazioni: scritti di varî con prefazione di L. Bianchi, Torino 1906; G. Antonini, I precursori di C. L., Torino 1900; id., C. L., note e riviste di psichiatria, Arezzo 1909; E. Ferri, C. L. e la funzione sociale della scienza, in Riv. it. di sociologia, 1909. pp. 547-562; H. Kurella, C. L. als Mensch. u. Forscher, Wiesbaden 1910; G. Lombroso-Ferrero, C. L.: storia della vita e delle opere narrata dalla figlia, Torino 1915; 2ª ed., 1921 (fondamentale); id., Vita di L., Milano 1925; G. Gentile, C. L. e la scuola italiana di antropologia criminale, in Le origini della filosofia contemporanea in Italia, II, I positivisti, Messina 1921; U. Spirito, Storia del diritto penale italiano, II, Roma 1925.