Maestri, Cesare
Spirito aperto e schietto, guida alpina, maestro di sci, scrittore, fu tra i principali interpreti dell'alpinismo dolomitico negli anni Cinquanta e Sessanta. Per l'apertura di molti difficili itinerari e per la sua abilità di discendere in solitario e in arrampicata libera vie anche di VI grado fu soprannominato il 'Ragno delle Dolomiti'. Un terzo della sua attività fu portato a termine in solitario e tra queste sue imprese si ricordano la via Dibona al Croz dell'Altissimo (1952); la via Comici al Salame del Sassolungo (1952); la via Solleder sul Civetta (1952); la 'via delle Guide' sul Crozzon di Brenta (1953); la via Trento (Detassis) alla Brenta Alta (1953); la via Soldà al Pilastro Sud della Marmolada (1953); la traversata dalla Cima d'Ambiez alla Bocca di Tuckett, concatenando in solitario 16 cime del gruppo del Brenta in meno di 24 ore (1954); la Vinatzer al Sass de la Luesa (1955); la via Oppio al Croz dell'Altissimo (1955); la 'via delle Guide' al Crozzon in discesa e in libera senza alcuna assicurazione (1956); lo Spigolo Nord del Cimon de la Pala in prima solitaria invernale (1956); la via Micheluzzi al Piz Ciavazes (1956); la via Solleder al Sass Maor (in discesa); la via Buhl e la via Maestri-Baldessari (in discesa) alla Roda di Vael; le nuove vie aperte tra il 1964 e il 1966 in Brenta su Cima Grostè, Cima Campiglio, Cima Massari. Dopo aver preso parte alla prima spedizione trentina in Patagonia nel 1957 e aver organizzato spedizioni in Africa, ritornò nella Patagonia argentina nel 1959, concludendo il 31 gennaio la prima ascensione (da nord) dell'imponente guglia granitica del Cerro Torre (3128 m). Con lui era l'austriaco Toni Egger, che morì sotto una valanga sulla via del ritorno. Sempre sul Cerro Torre, il 2 dicembre 1970, Maestri, per smentire chi aveva messo in dubbio la sua prima salita, aprì un nuovo itinerario lungo la Cresta Sudest con i connazionali Ezio Alimonta e Carlo Claus, fermandosi sotto la calotta nevosa che ricopre la cima; si era portato dietro addirittura un compressore per piantare fino a mille chiodi a espansione, anche se alla fine gliene bastarono 300. Componente del Gruppo italiano scrittori di montagna, ha pubblicato Lo Spigolo infinito, 1956; Arrampicare è il mio mestiere, 1964; A scuola di roccia, 1970; Il Ragno delle Dolomiti, 1973; 2000 metri della nostra vita, 1973 (Premio Bancarella sport 1974); E se la vita continua…, 1996, vincitore del Premio Gambrinus.