MAGALOTTI, Cesare
Nato a Roma nel 1602 da Giulio e da Settimia Aldobrandini, per il ramo paterno discendeva dalla famiglia Magalotti originaria di Firenze, con residenza antica nel sestiere di S. Piero Scheraggio, e illustre per le cariche pubbliche ricoperte da suoi esponenti: la suprema magistratura dei Priori della libertà per trentaquattro volte dal 1283 al 1524 e la magistratura altrettanto prestigiosa del gonfaloniere di Giustizia per tre volte.
Tra gli ascendenti più recenti del ramo paterno poteva vantare una zia, Costanza, maritata con Carlo Barberini - fratello di Maffeo, futuro papa con il nome di Urbano VIII - e uno zio, Cesare, che, nato il 15 ag. 1561, dopo aver servito onorevolmente sulle navi dell'Ordine degli ospitalieri di S. Giovanni di Gerusalemme, ormai noto come Ordine dei cavalieri di Malta, divenne comandante della flotta pontificia, e prese parte a numerose campagne, tra cui la spedizione contro Algeri nel 1601. Il 6 maggio 1602, mentre si trovava a bordo della sua galera pronto a salpare dal porto di Civitavecchia, fu accoltellato ripetutamente da uno schiavo islamico e per tali ferite morì tre giorni dopo. Fu seppellito solennemente a Roma nella chiesa di S. Maria sopra Minerva.
Non meno elevato era il lignaggio del ramo materno, che aveva dato alla Chiesa un papa - Clemente VIII, al secolo Ippolito Aldobrandini - e diversi cardinali.
Nel 1611 il M. fu colpito da una grave malattia: secondo la sua convinzione scampò alla morte per intercessione di s. Carlo Borromeo, in onore del quale in seguito avrebbe fatto costruire una cappella nella chiesa romana di S. Girolamo della Carità.
Dopo l'elezione al soglio pontificio, il 6 ag. 1623, di Maffeo Barberini, il M., forte dei legami di parentela, cominciò a frequentare la corte papale e fu aggregato, come segretario, al seguito del cardinale Francesco Barberini, nipote del pontefice e cugino del M. (era nato nel 1597 da Carlo e Costanza Magalotti), inviato a Parigi, in qualità di legato a latere, a trattare la questione della Valtellina.
Dopo la partenza da Roma, avvenuta il 18 marzo 1625, mantenne, durante la missione, una fitta corrispondenza con il cardinale Lorenzo Magalotti, suo zio, trattando dell'attività svolta dal Barberini e scrivendo inoltre un'ampia relazione intitolata Viaggio di Francia dell'ill.mo cardinale Francesco Barberini, vicecancelliere di Santa Chiesa, nipote e legato a latere di Urbano VIII pontefice massimo a S. M. cr.ma Luigi XIII nel 1625 (Biblioteca apost. Vaticana, Barb. lat., 5686) da alcuni studiosi erroneamente attribuita al conte C. Del Pozzo, anch'egli al seguito del legato a latere. Durante il viaggio di ritorno a Roma, il M. fu inviato dal Barberini a rendere omaggio al Consiglio degli anziani della Repubblica di Lucca, che lo ricevette il 13 dic. 1625.
Nel 1634, in seguito alle pressioni esercitate dal papa e dal cardinal nipote Francesco Barberini sul consiglio del Sovrano ordine militare dei cavalieri di Malta, quest'ultimo assegnò al M. il compito di proseguire le ricerche iniziate dal defunto I. Bosio e di completare la storia della milizia, incarico che l'anno prima era stato affidato a un altro membro dell'Ordine, S. Imbroll. Il M. cercò di reperire la documentazione necessaria e, a tale scopo, scrisse il 14 marzo 1635 al Senato della Repubblica di Genova, la cui flotta aveva spesso collaborato con quella gerosolimitana. Il Senato, tuttavia, temendo che le ricerche del M. potessero in seguito essere usate contro Genova nelle cause relative alle precedenze, negò la propria collaborazione, e tale risposta raffreddò rapidamente l'interesse del M. per la storia dell'Ordine, che sarebbe stata in seguito ripresa da Bartolomeo Dal Pozzo e stampata per la prima volta a Verona in due tomi (1703-15) sotto il titolo di Historia della Sacra Religione militare di S. Giovanni gerosolimitano detta di Malta.
Nel 1639 il M. entrò a far parte del capitolo della chiesa di S. Maria in Via Lata a Roma, dapprima come canonico e successivamente come priore, svolgendo anche la funzione di archivista: mettendo a frutto tale mansione trascrisse antiche pergamene. In questo stesso periodo ebbe ripetuti contatti con N. Strozzi, appassionato studioso, al par suo, dell'umanista fiorentino Ugolino Verino, vissuto nel XV secolo, e con C. Strozzi, erudito e stimato genealogista.
Negli anni successivi il M. continuò a frequentare la corte romana e il pontefice Innocenzo X (Giovanni Battista Pamphilj) - succeduto a Urbano VIII nel 1644 -, che lo nominò cameriere d'onore, prolegato dell'armata papale e segretario dei Confini.
Ebbe grande familiarità con Alessandro VII, il senese Fabio Chigi, eletto nel 1655, che amava intrattenersi con lui quasi quotidianamente, conversando di lettere e di varia umanità. Il papa si dimostrò particolarmente interessato alle vicende storiche, genealogiche e aneddotiche riguardanti le nobili casate di Roma e spesso incaricò il M. di studiare gli antichi documenti di cui il pontefice commissionava l'acquisto presso antiquari.
Iniziò dal 1664 una corrispondenza con C. Dati, membro dell'Accademia della Crusca, e il 10 giugno 1665 fu nominato accademico della prestigiosa istituzione, alle cui riunioni non prese parte attiva.
Ciò può spiegare il fatto che non ebbe nome accademico, né fece dipingere la classica pala con motto petrarchesco, che contraddistingueva i più impegnati nei lavori dell'Accademia.
Nel novembre del 1665, su richiesta di Lorenzo Magalotti, suo parente, appartenente all'Accademia del Cimento, fece da intermediario per la consegna al papa Alessandro VII di un modello dell'igrometro costruito da F. Folli.
Il M. morì a Roma nel 1666.
Numerosi scritti di carattere genealogico e di varia umanità sono conservati presso la Biblioteca apostolica Vaticana, nel fondo Chigiano.
Fonti e Bibl.: Roma, Arch. del Convento di S. Maria sopra Minerva, Convento Minerva, f. II.e.4, c. 447 (notizie sulla sepoltura dello zio Cesare); Arch. di Stato di Firenze, Carte Ceramelli Papiani, f. 2879, cc. n.n.; Carte Magalotti, f. 16, cc. n.n.; Manoscritti, ff. 649, cc. 51r; 651, c. 89r; Mediceo del principato, f. 1003, c. n.n.; Arch. di Stato di Lucca, Offizi sui ricevimenti di principi e personaggi, f. 13, c. 53v; La Valletta, National Library of Malta, Archives of the Order of St. John, Mss., 455, c. 134v; Biblioteca apostolica Vaticana, Chig., H.II.42, cc. 30v, 37r, 47v-48r, 51r; Firenze, Biblioteca nazionale, Autografi Palatini, f. 4, inserto 33, c. n.n.; Carte Passerini, ff. 156, inserto 11, c. n.n.; 171/2, c. n.n.; 233, cc. 142, 147-148; G. Bentivoglio, Relazione della famosa festa fatta in Roma alli 25 di febbraio 1634 , in Nozze Borghese-Statarella, Roma 1882, p. 56; A. Guglielmotti, La squadra permanente della Marina romana, Roma 1882, pp. 130, 156, 328, 331 (contiene anche numerose informazioni sull'attività navale dello zio Cesare); A. Neri, C. M. istoriografo della Religione di Malta, in Arch. stor. italiano, s. 5, 1888, t. 2, pp. 127-133; A. Bazzoni, Il cardinale Francesco Barberini legato in Francia ed in Ispagna nel 1625-1626, ibid., 1893, t. 12, p. 340; F. Bonazzi, Elenco dei cavalieri del S. M. Ordine di S. Giovanni di Gerusalemme ricevuti nella veneranda lingua d'Italia dalla fondazione dell'Ordine ai giorni nostri, I, Napoli 1897, p. 188; L. Cavazzi, La diaconia di S. Maria in Via Lata e il monastero di S. Ciriaco. Memorie storiche, Roma 1908, pp. 328, 330 s., 434; J.J. Berthier, L'église de la Minerve à Rome, Roma 1910, pp. 349, 428, 434 (notizie sulla sepoltura dello zio omonimo); I. Del Lungo, Storia esterna, vicende, avventure d'un piccol libro de' tempi di Dante, I, Milano-Roma-Napoli 1917, pp. 171-174; Id., Una manipolazione letteraria nel secolo XVII, in Arch. stor. italiano, LXXV (1917), p. 26; L. von Pastor, Storia dei papi, XIII, Roma 1931, pp. 285, 919; A. Bonnici, Due secoli di storia politico-religiosa di Malta nel fondo Barberini della Biblioteca Vaticana, in Melita historica, IV (1967), pp. 229-256; G. Camerani Marri, L'Archivio Magalotti, in Rass. stor. toscana, XVI (1970), pp. 257-280; Accademia della Crusca, Catalogo degli accademici dalla fondazione, a cura di S. Parodi, Firenze 1983, p. 115; I. Polverini Fosi, Genealogie e storie di famiglie fiorentine nella Roma del Seicento, in Istituzioni e società in Toscana nell'Età moderna. Atti delle Giornate di studio dedicate a Giuseppe Pansini, Firenze, 1992, a cura di C. Lamioni, Roma 1994, pp. 179-181, 183, 186-193.