MALDINI, Cesare
Italia. Trieste, 5 febbraio 1932 • Ruolo: libero-stopper • Esordio in serie A: 24 maggio 1953 (Palermo-Triestina, 0-0) • Squadre di appartenenza: 1952-54: Triestina, 1954-66: Milan; 1966-67: Torino • In nazionale: 14 presenze (esordio: 6 gennaio 1960, Italia-Svizzera, 3-0) • Vittorie: 4 Campionati italiani (1954-55, 1956-57, 1958-59, 1961-62), 1 Coppa dei Campioni (1962-63), 1 Coppa Latina (1956) • Carriera di allenatore: Milan (collaboratore tecnico, 1967-71; allenatore in seconda 1971-72; allenatore 1972-74), Foggia (1974-76), Ternana (1976-77), Parma (1978-80), nazionale italiana (allenatore in seconda, 1980-86), nazionale under 21 (1986-96), nazionale italiana (commissario tecnico, 1996-98), Milan (marzo-giugno 2001), nazionale paraguayana (commissario tecnico, gennaio-giugno 2002) • Vittorie: 3 Campionati d'Europa under 21 (1992, 1994, 1996)
Cresciuto nella Triestina e poi affermatosi nel Milan, Cesare Maldini si impone come uno dei migliori difensori della sua generazione, quella a cavallo degli anni Cinquanta e Sessanta, ostentando pure una certa duttilità: si afferma infatti come terzino destro per poi passare a stopper fino a diventare libero raffinato. Con la maglia rossonera non vince solo quattro scudetti: è lui, infatti, ad alzare a Wembley la prima Coppa dei Campioni conquistata da una formazione italiana, il 22 maggio 1963. La sua carriera di calciatore si conclude al Torino, con Nereo Rocco, una sorta di padre putativo che ne favorirà il passaggio in panchina. Come allenatore Cesare Maldini muove infatti i primi passi nella grande famiglia milanista sotto l'ala protettrice di Rocco, nel frattempo ritornato a Milanello. I primi anni Settanta sono anni turbolenti per il club rossonero: Cesare ha così la possibilità di avvicinarsi alla gestione diretta della squadra ma la sconfitta di Verona, il 20 maggio 1973, assieme ai sogni del decimo scudetto, manda in fumo anche le sue certezze. Così cerca fortuna altrove, lasciando comunque in eredità alla squadra del suo cuore il figlio Paolo. Dopo una serie di esperienze non sempre felicissime in squadre di club, trova finalmente casa in azzurro: come vice di Bearzot (diventando campione del mondo in Spagna), poi come responsabile della under 21 (con cui per tre volte consecutive trionfa in Europa), infine come responsabile della nazionale maggiore, chiudendo imbattuto il Mondiale francese del 1998, ma comunque eliminato dai padroni di casa ai calci di rigore, nei quarti di finale. Tornato al Milan in qualità di responsabile degli osservatori, dal marzo al giugno del 2001 riprende posto in panchina in sostituzione dell'esonerato Alberto Zaccheroni, per poi arricchire il suo ventaglio di esperienze, all'età di 70 anni, alla guida del Paraguay, in occasione del Mondiale del 2002, il quarto della sua carriera.