MALPICA, Cesare
Nacque a Capua il 2 apr. 1804 da Ignazio, nobile calabrese in servizio come ufficiale dei Cacciatori campani, e dalla capuana Maria Antonia Turino.
Nel 1827, dopo essersi laureato in giurisprudenza alla scuola di F. Lauria (dove dovette assorbire le idee liberali), assunse la difesa di alcuni detenuti politici a Salerno. Coinvolto nei preparativi dell'insurrezione fissata dalla setta dei filadelfi per il 10 giugno 1828, il M. fu arrestato a Salerno, insieme con altri cospiratori, il 21 maggio. Il 3 giugno fu trasferito nel carcere napoletano di S. Maria Apparente e vi rimase fino al 12 febbr. 1829, quando fu tradotto a Castelnuovo, nel carcere chiamato il Coccodrillo.
Già nell'ottobre 1828, come risulta dalle carte del processo, il M. aveva "confessato tutto". Con sentenza del 23 marzo 1829, mentre altri imputati erano condannati duramente, il M. fu invece rimesso in "libertà assoluta", insieme con diciassette detenuti: il che fa sospettare che si fosse pentito e che, comunque, avesse fatto il nome di altri cospiratori. Tale sospetto è rafforzato da due circostanze: la sua antica amicizia con il ministro di polizia F.S. Del Carretto, e il fatto che il M. fu tra coloro che il 28 sett. 1829 assistettero all'emanazione della sentenza di condanna (a morte, poi commutata in esilio) del capo del tentativo insurrezionale, A. Galotti.
A Salerno il M. fece i primi passi da giornalista. Intorno al 1830 si trasferì a Napoli, dove aprì una scuola privata, entrando in concorrenza con B. Puoti, con il purismo del quale ebbe a polemizzare, suscitando alcuni sprezzanti giudizi di F. De Sanctis.
In quel periodo ebbe inizio un'attività quasi frenetica del M. come giornalista nei periodici (Poliorama pittoresco, Lucifero, ecc.) che a Napoli pullulavano nel clima moderatamente "illuminato" dei primi anni del regno di Ferdinando II di Borbone, caratterizzato da una certa libertà di stampa. Fino al 12 febbr. 1842, il M. aveva pubblicato più di ottocento articoli (di argomento storico, di costume, di letteratura, di viaggio), e si era imposto come l'esponente più rappresentativo del romanticismo napoletano, filogovernativo e antipuristico, francesizzante e byroniano.
Fu redattore unico del Giornale de' giovanetti a partire dal 5 marzo 1840 (fino al numero settimo del 1845), e dal 1844 anche del Giornale delle madri e dei fanciulli: periodici che non si distaccavano dall'impostazione edificante e caramellosa, sostanzialmente moderata, di analoghe pubblicazioni educative, e che tuttavia sapevano anche cogliere gli elementi di novità nel tessuto socio-culturale del Sud, indirizzando inoltre i giovani lettori agli studi severi e alla conoscenza dei grandi scrittori classici. Il M. trattò in prevalenza figure e argomenti storici, convinto com'era che si dovesse insegnare ai più piccoli la storia contemporanea, e si dovesse riservare invece lo studio del passato a un'età più matura e consapevole.
Proprio nella dimensione pedagogica va probabilmente individuata la chiave di lettura della sua complessa e poliedrica attività letteraria, alla quale il M. si dedicò certamente senza profondità (L. Russo lo definì "scrittore superficialissimo": cfr. De Sanctis, 1979), ma con un notevole grado di consapevolezza e spregiudicatezza.
Il M. si dimostrò sempre attento e abile anche nella scelta del pubblico: "Da' Grammatici nulla temo e nulla spero. I beatissimi che non piansero mai tengo per fermo che non m'intenderanno. Dunque da chi sperare un sorriso di compiacenza per questo mio libro? Da' non cruscanti, che camminano col secolo, e dalle Donne. È per costoro ch'io scrissi" (Pensieri del tramonto: prose, Napoli 1839, p. VII).
Tra il 1842 e il 1843 raccolse in due volumi i suoi scritti più significativi: Opere di Cesare Malpica, 1ª serie: Rimembranze, e Aneddoti de' tempi di Napoleone (rispettivamente, Napoli 1842 e 1843).
Quest'ultima è una silloge, ordinata per argomenti, di aneddoti, ricordi tratti da altre opere, citazioni da scritti di Napoleone, compilata con l'intento di fornire ai posteri un repertorio facilmente consultabile di notizie e giudizi su questo personaggio. Nell'altra il M. raccolse, invece, narrazioni storiche e fantastiche, in genere brevi, e divise in capitoletti brevissimi, con titoli destinati a suscitare la curiosità e l'interesse dei lettori, secondo la moda del momento (L'alzarsi della tenda, Delirio e catastrofe ecc.).
Il M. affidò comunque le sue fortune letterarie al resoconto di viaggio, alle sue "impressioni" di viaggiatore. Nel corso del 1844 visitò l'Abruzzo e lasciò un racconto (Un mese negli Abruzzi: impressioni, ibid. 1844) che non manca di brio, di sapienza tecnico-stilistica, nel variare del ritmo narrativo e descrittivo, nelle annotazioni storiche, artistiche e perfino linguistiche. L'attività di viaggiatore e di descrittore portò il M. anche a Roma (Venti giorni a Roma, ibid. 1843; Le notti romane al Foro, al Colosseo e al palazzo de' Cesari e alle catacombe, ibid. 1844), in Calabria (Dal Sebeto al Faro: impressioni di un viaggio nelle Calabrie, ibid. 1845), in Toscana, Umbria e Magna Grecia (ibid. 1847), in Basilicata (ibid. 1847). Fu un lavoro da "reporter" inesauribile ma inficiato dalla frettolosità e dalla superficialità, perché il M. "era insomma una specie di inviato speciale, o un precursore del De Amicis narratore di viaggi, ricco di facili impressioni e di una cultura superficiale e di facile accatto" (Sansone, p. 503).
Nel 1846 tornò a Roma un'ultima volta, in compagnia del fratello architetto, Ignazio Saverio, e in quell'occasione scrisse una lunga poesia (106 versi endecasillabi) All'egregio scultore V. Gajassi in Roma per la statua di Eva, in cui ancora una volta attaccò i critici invidiosi ("Io griderò con libere parole: / Siete nebbia che ardisce opporsi al sole"), rammaricandosi inoltre che la statua appena scolpita fosse destinata a finire all'estero (Panorama artistico-letterario ossia Rivista delle più belle opere di pittura, e di scultura che si fanno in Roma, Opera di F. Mercuri, 1846, n. 17, pp. 251 s.). Il 1846 fu anche l'anno in cui scrisse una poesia di venti strofe Alla Santità di Pio IX padre amorosissimo de' suoi popoli, in favore dell'amnistia. Nel maggio 1848 si schierò accanto a P.S. Mancini a sostegno del costituzionalismo napoletano.
Il M. morì a Napoli il 12 dic. 1848, lasciando la moglie, Annunziata Cottin, di distinta famiglia francese, e cinque figlie.
Altre opere: Ore malinconiche, Napoli 1836; Poesie scelte, Benevento 1846; Panorama dell'universo, I-VIII, Napoli 1864.
Fonti e Bibl.: Capua, Biblioteca del Museo campano, Mss., Top.Sp.11-Rep. Capua, Pl. 4, n. 1403: F.S. Malpica, Manoscritto ove si parla di C. M. e le sue opere; G. Giucci, Degli scienziati italiani formanti parte del 7( Congresso in Napoli nell'autunno del 1845, Napoli 1845, pp. 458-460; F.S. D'Amico, C. M.: contributo alla storia del romanticismo, Salerno 1903; P. Palumbo, Gli improvvisatori a Lecce (Un capitolo di storia letteraria a Napoli), in Riv. storica salentina, III (1905-06), pp. 150 ss. (poi in Id., Lecce vecchia, nuova ed., a cura di P.F. Palumbo, Lecce 1975, pp. 173 ss.); F. De Pilato, Fondi, cose e figure di Basilicata, Roma 1922, pp. 173 ss.; F. De Sanctis, La giovinezza. Frammento autobiografico, a cura di G. Ferretti, Bologna 1935, pp. 139 s.; F. Zerella, Il pensiero pedagogico di C. M., in Riv. pedagogica, XXVIII (1935), pp. 107 ss.; G. Gifuni, Profili e scorci di storia, Napoli 1942, pp. 9 ss.; F. De Sanctis, La letteratura italiana del sec. XIX, II, La scuola liberale e la scuola democratica, a cura di F. Catalano, Bari 1953, pp. 126-129; P. Casertano, Spigolature malpichiane, in Capys. Annuario degli "Amici di Capua", 1968-69, pp. 33-41; M. Sansone, La letteratura a Napoli dal 1800 al 1860, in Storia di Napoli, IX, Dalla Restaurazione al crollo del Reame, Cava dei Tirreni 1972, pp. 503-506; A. Marinari, Letteratura e cultura nel Sud, in A. Marinari - G. Pirodda, La cultura meridionale e il Risorgimento, Bari 1975, p. 33; F. De Sanctis, L'ultimo de' puristi, in Id., Saggi critici, a cura di L. Russo, II, Bari 1979, p. 272; M. Spagnoletti, C. M., periegeta e animatore culturale, introd. a C. Malpica, Il Giardino d'Italia. Le Puglie, a cura di M. Spagnoletti, Cavallino di Lecce 1985, pp. V-LII; T. Spinelli, C. M., in Basilicata. Letteratura delle regioni d'Italia, Storia e testi, Brescia 1987, pp. 166 ss.; Id., Il viaggio in Abruzzo di C. M. (1844), in Abruzzo letterario, 1989, n. 3, pp. 192 ss.; T. Pedio, introd. a C. Malpica, Basilicata. Impressioni, Venosa 1993, pp. 7-12; C. Malpica, Venti giorni in Roma, a cura di S. Pifferi, Manziana 2005 (con una Introduzione, pp. IX-XXXVII, che utilizza per la prima volta il Manoscritto di F.S. Malpica); Enc. biografica e bibliografica "Italiana", E. Codignola, Pedagogisti ed educatori, pp. 276 s.; Enc. Italiana, XXII, p. 32.