MALPICA, Cesare
Letteratoi nato nel 1804 a Capua, morto a Napoli il 12 dicembre 1852. Laureato in legge a Napoli, esercitò la professione di avvocato a Salerno dal 1833 al 1835; tornò quindi a Napoli. Dotato di una certa cultura, assimilatore rapido e superficiale della poesia altrui, massime di quella francese a lui contemporanea, fecondo poligrafo, giornalista, improvvisatore, il M. fu per il decennio 1840-1850 lo scrittore più in vista di quell'infelice romanticismo meridionale, che se aveva qualche guizzo di vitalità nel byronismo di alcuni scrittori provinciali, presso i più si esauriva nella declamazione contro ogni freno (B. Puoti ebbe a sostenere non pochi attacchi da parte del M. e degli altri ultraromantici) e in un ozioso e lagrimoso sentimentalismo d'importazione.
Tra i molti scritti, tutti pubblicati a Napoli: Ore malinconiche, 1836; Pensieri del tramonto. Prose, 1839; Il giardino d'Italia, 1841-1847 (La Puglia, 1841; Venti giorni in Roma, 1843; Le notti romane, ecc., 1844; Un mese negli Abruzzi, 1844; Dal Sebeto al Faro, 1845; La Toscana, l'Umbria e la Magna Grecia, 1846; La Basilicata, 1847); Una vedova e un mistero. Storia del sec. XIX, 1846; L'ultimo dei Savelli, 1850, ecc. Cfr. le Opere, Napoli 1842-43, e le Poesie scelte, Benevento 1845.
Bibl.: G. Giucci, Degli scienziati... formanti parte del VII Congresso, Napoli 1845, pp. 458-460; F. De Sanctis, La lett. del secolo XIX, nuova ed., Napoli 1920, con le note di B. Croce.