RASPONI, Cesare Maria Antonio
RASPONI, Cesare Maria Antonio. – Nacque a Ravenna il 15 luglio 1615 da Francesco e da Clarice Vaini. I Rasponi erano una famiglia nobile di Ravenna che dal XVI secolo esercitò una sorta di signoria (Casanova, 1981, pp. 170-172, 224). Erano stati riconosciuti conti dal 1464, in seguito marchesi e patrizi romani dal 1705 (Forcella, 1876, p. 66, n. 179; Pasolini, 1876, p. 178; Crollalanza, 1888, p. 402).
Il padre morì quando Cesare aveva cinque anni e la madre si trasferì a Roma con lui e l’altro figlio, Guido Paolo. La famiglia faceva parte delle clientele dei Barberini, e si avvantaggiò del potere esercitato dai patroni negli anni del pontificato di Urbano VIII (1623-44). La formazione giovanile di Rasponi avvenne nel Collegio romano dei gesuiti, dove studiò ebraico, greco, archeologia e filosofia. In questo contesto, nel 1629 il quattordicenne Rasponi si fece conoscere tenendo in pubblico un discorso e, per incoraggiarlo negli studi e nella carriera, Urbano VIII gli diede un’abbazia in rendita. In seguito il giovane fu orientato dai Barberini a proseguire gli studi nel diritto canonico e, si addottorò nel 1636 in utroque iure presso l’Università di Bologna (Moroni, 1851, p. 223).
Divenne canonico della basilica di S. Lorenzo in Damaso; Urbano VIII lo trasferì al canonicato della patriarcale basilica di S. Giovanni in Laterano il 3 ottobre 1643 (Biblioteca apostolica Vaticana, Vat. lat. 8038, cc. 35-38: Vita eius descripta longa). Gli studi eruditi di carattere storico-antiquario lo portarono alla pubblicazione della storia della basilica Lateranense, con dedica a papa Alessandro VII (De basilica, 1656). Divenne auditore del cardinale Francesco Barberini; fu nominato abbreviatore del parco maggiore il 21 maggio 1645 (Ciampini, 1691, p. XLII). L’11 maggio 1655 fu nominato referendario delle due Segnature. Divenne prelato ponente della Consulta dal 1659 (Katterbach, 1931, pp. 134, 322), segretario del Buon governo e della Consulta (il 10 marzo 1654 o nel 1659; Weber, 1994, pp. 417, 857).
Dopo la morte di Urbano VIII, durante la caduta dei Barberini, Rasponi non subì la stessa sorte dei suoi patroni. Fu infatti incaricato dal Capitolo della basilica Lateranense, in quanto canonico con suprema autorità, di recarsi in Francia per accomodare gli affari di ragione del Capitolo riguardanti l’abbazia di Clairac. Nel 1654, Innocenzo X (1644-55) lo nominò segretario e consultore del S. Ufficio. Durante il pontificato Chigi, il papa Alessandro VII (1655-67) lo nominò auditore e segretario del nipote Flavio seniore Chigi, che fu creato cardinale nel 1657 e soprintendente dello Stato ecclesiastico. Rasponi fu scelto come segretario della congregazione della Sanità nella pestilenza che affliggeva Roma in quel momento, sulla quale restano varie istruzioni firmate da lui.
Nel 1662 gli fu affidata la risoluzione della contesa tra il Regno di Francia e il Papato e fu inviato come plenipotenziario a Parigi, dove rimase tra il 1663 e il 1664. L’ambasciatore francese, Charles III de Blanchefort duca de Créquy, era stato offeso dai soldati corsi di stanza a Roma e aveva deciso di lasciare l’ambasceria: Rasponi lo raggiunse a Ponte Buonvicino sui confini della Savoia e fu poi inviato come plenipotenziario nel 1664 per chiudere un accordo non disonorevole per il papa relativamente al mantenimento della giurisdizione papale su Avignone e sui contadi del Venassino (pace di Pisa, cfr. Battaglini, 1709, pp. 279, 281, 294-297, 319-322, 633; Pasolini, 1876, p. 178). Per questi meriti fu creato cardinale in pectore il 14 gennaio 1664 da Alessandro VII, pubblicato nel Concistoro del 15 febbraio 1666, ricevendo il titolo di S. Giovanni davanti a Porta Latina il 15 marzo 1666. Da quel momento fu annoverato nella congregazione dei Confini e in quella di Avignone e fu membro del S. Ufficio. Inviato legato a latere a Urbino dal 7 marzo 1667, fu presente nella sede della Legazione da marzo a ottobre del 1668.
Partecipò al conclave del 1667 che elesse Clemente IX e fu tra i cardinali candidati al soglio pontificio per la sua abilità nel maneggiare gli affari e la capacità di temperare le sue opinioni con la ragione (Discorso sopra l’Elettione del Novo Pontefice pel conclave del 1670 e un Discorso sopra diversi Soggetti Papabili citati da Pasolini, 1876, p. 178, conservati nell’Archivio dei Rasponi delle Teste). Anche in seguito fu considerato un cardinale papabile, sia per la discrezione dei parenti (un nipote era gesuita, mentre l’altro era ammogliato), sia per la convergenza su di lui delle fazioni guidate dai cardinali Chigi, Barberini, Medici, la fazione francese; gli spagnoli avrebbero preferito Rasponi in caso di scelta per un cardinale giovane. Gli furono di ostacolo l’età e la salute instabile, che lo avrebbero condotto presto alla morte. Di lui resta il giudizio secondo cui ebbe «grandissima cognizione degli affari de’ Principi a’ quali darebbe sodisfatione con ogni vantaggio della Chiesa» (p. 178).
Tornò a Roma dalla legazione di Urbino il 9 novembre 1668 tenendo l’ufficio fino alla fine del triennio (Ginanni, 1769, p. 246). Si impegnò nei restauri della chiesa di cui portava il titolo, adornandola con pitture nuove, restaurando il soffitto e donando preziosi arredi sacri (candelieri e croce d’argento). Prima di morire decise il lascito testamentario a favore dell’Ospizio dei convertendi e della basilica Lateranense.
Morì a Roma il 21 novembre 1675 e venne sepolto nella basilica Lateranense il 24 novembre.
Volle essere inumato nella tomba di sua madre, da lui stesso preparata, e in un mausoleo che i canonici gli fecero allestire per riconoscenza, in una nicchia sotto la navata del lato destro, caratterizzata da una statua della Fama che regge la sua effige.
Opere. De basilica et patriarchio lateranensi libri quattuor. Ad Alexandrum VII. pont. Max, Romae 1656 (in una nuova edizione De Lateranensibus parietinis dissertatio historica Nicolai Alemanni additis quæ ad idem argumentum spectantia scripserunt ill. vv. Cæsar Rasponus, & Josephus Simonius Assemanus, Romae 1756); Priuilegi, esentioni, e gratie concesse dalla santità di nostro sig. Alessandro Papa VII. alli soldati delle militie dello Stato Ecclesiastico, Roma 1658. Manifesti della congregazione della Sanità firmati dal segretario Rasponi ed editi dalla Reverenda Camera apostolica: Instruttione per purgare le case, Roma 1656, la data di emanazione, in calce, è 7 ottobre 1656; Instruttione per l’oste, Roma 1656; Instruttione per li purgatori di robbe, Roma 1656; Instruttione per lo spetiale, Roma 1656; Instruttione per il cerusico, Roma 1656; Instruttione per il medico, Roma 1656; Istruttione per il deputato della dogana, Roma 1656; Istruttione sopra la guardaroba, Roma 1656; Instruttione per li commissarij alli cancelli delle porte di Roma, Roma 1657.
Fonti e Bibl.: Biblioteca apostolica Vaticana, Vat. Lat. 8038, cc. 35-38 (vita eius descripta longa); Archivio di Stato di Ravenna, Archivio Rasponi delle teste.
G.G. Ciampini, De Abbreviatorum de Parco maiori, sive Assistentium S.R.E. Vicecancellario [...] Dissertatio historica, Romae 1691, p. XLII; M. Battaglini, Annali del sacerdozio, e dell’imperio intorno all’intero secolo decimosettimo, III, Venezia 1709, pp. 279, 281, 294-297, 319-322, 633; P.P. Ginanni, Memorie storico-critiche degli scrittori Ravennati, II, Faenza 1769, p. 246; L. Cardella, Memorie storiche de’ cardinali della Santa Romana Chiesa, VII, Roma 1793, pp. 170-172; G. Moroni, Dizionario di erudizione storico-ecclesiastica da S. Pietro sino ai nostri giorni, L, Venezia, 1851, p. 223, LVI, Venezia 1852, pp. 171 s.; V. Forcella, Iscrizioni delle chiese ed altri edificii di Roma dal secolo XI fino ai giorni nostri, VIII, Roma 1876, p. 66, n. 179; P.D. Pasolini, Memorie storiche della famiglia Rasponi alla sorella Angelica Rasponi dalla Teste, Imola 1876, p. 178 (menziona un Archivio Rasponi delle Teste a Ravenna in cui erano conservate memorie del cardinale dedicate anche ai negozi politici, volumi di dispacci in cifra relativi all’impegno occorso tra Francia e S. Sede nel 1663, volumi di lettere del card. Chigi a mons. Rasponi con molti autografi del futuro Alessandro VII. Di questo archivio resta qualche volume nell’Archivio di Stato di Ravenna, cit.); G.B. di Crollalanza, Rasponi, in Dizionario storico-blasonico delle famiglie nobili e notabili italiane, II, Pisa 1888 (rist. anast. Sala Bolognese 1977), p. 402; B. Katterbach, Referendarii utriusque Signaturae a Martino V ad Clementem IX et Praelati Signaturae Supplicationum a Martino V ad Leonem XIII, Città del Vaticano 1931, pp. 134, 322; P. Gauchat. Hierarchia Catholica Medii et Recentioris Aevi, IV, Monasterii 1935 (rist. Padua 1960), pp. 35, 43; C. Casanova, Comunità e governo pontificio in Romagna in età moderna, Bologna 1981, pp. 170-172, 224; Ch. Weber, Legati e governatori dello Stato Pontificio, 1550-1809, Roma 1994, pp. 417, 857; C. Ruggero, ‘Decorum, Varietas Magnificentia’. Rômische Kardinalsgrabmäler des Barock, in J. Poeschke, Praemium virtutis, I, Münster 2002, pp. 299-320 (pubblica l’epitaffio a lui dedicato).