MERLETTI, Cesare
– Nacque il 3 nov. 1872 a Sesto Calende, nei pressi del Lago Maggiore, da Carlo, medico, e da Amalia Bucchetti.
Dopo la maturità classica si iscrisse alla facoltà di medicina e chirurgia dell’Università di Parma. Ammesso nella clinica ostetrica e ginecologica diretta da E. Truzzi con il titolo di allievo assistente, nell’ultimo anno del corso attese a un ampio e documentato lavoro clinico, argomento della sua tesi di laurea, conseguita con lode nel luglio 1896 (Sulle autointossicazioni gravidiche. Ricerche critiche, chimiche ed istologiche, in Il Morgagni, XXXIX [1897], parte I, pp. 705-752, 812-836).
Nominato assistente della clinica subito dopo la laurea, nel 1897 divenne aiuto e in tale ruolo fu confermato dal nuovo direttore I. Clivio, succeduto a Truzzi nel dicembre 1899. Nel 1900 il M. si trasferì nella clinica ostetrica e ginecologica dell’Università di Padova, alla cui direzione era stato chiamato Truzzi. Il 14 genn. 1901 conseguì la libera docenza nella specialità ed entrò in terna nel concorso per la direzione della scuola ostetrica di Novara.
Incaricato nel gennaio 1903 di succedere a G. Resinelli nella direzione dell’ospizio maternità, del brefotrofio e dell’annessa scuola ostetrica di Ferrara, il M. sin dall’inizio si dedicò con crescente impegno alla soluzione dei grandi problemi prospettati dalla nuova attività: tanto di ordine organizzativo, con la progettazione di un nuovo istituto ostetrico-ginecologico, vero centro di assistenza materna accessibile sia alle gestanti, sia alle donne bisognose di terapia ginecologica, quanto di ordine etico e sociale, con l’obiettivo, in breve tempo conseguito, di ridurre il numero degli esposti e di migliorare la condizione morale delle madri nubili.
Nel 1906 il M. rifiutò di trasferirsi a dirigere la cattedra di clinica ostetrica e ginecologica dell’Università di Sassari, alla quale, a seguito di concorso, era stato chiamato. Ternato per il ruolo di direttore della scuola ostetrica di Ferrara, ne divenne professore ordinario nel 1908. Nell’ottobre 1924, dopo la soppressione della facoltà medica di Ferrara e di tutte le altre facoltà universitarie incomplete per effetto della legge Gentile, il M. fu chiamato, con voto unanime della facoltà medica, a succedere a P. Gaifami come professore stabile nella direzione della cattedra e dell’istituto di clinica ostetrica e ginecologica dell’Università di Siena; tuttavia nel 1925 preferì tornare a Ferrara. Nella sede che gli era particolarmente cara e nella quale avrebbe percorso e concluso tutta la sua carriera, si impegnò attivamente per ridare vita alla scuola ostetrica, contribuendo anche con elargizioni personali alla ripresa delle attività didattica e assistenziale. In base a una convenzione stipulata tra ministero dell’Educazione nazionale e l’arcispedale di S. Anna, al quale era stata trasferita con l’annesso istituto di maternità, la scuola ostetrica fu riaperta, al principio dell’anno accademico 1930-31, e aggregata all’Università di Bologna. Perseverando tenacemente nell’intento di dar vita al progettato efficiente istituto clinico, nel 1933 il M. riuscì a realizzare nell’arcispedale S. Anna un nuovo padiglione destinato alla scuola di ostetricia e al reparto ostetrico-ginecologico, che fu poi intitolato al suo nome.
Nel 1937, dopo la restaurazione della facoltà medica, il M. divenne direttore della cattedra e dell’istituto di clinica ostetrica e ginecologica dell’Università di Ferrara.
Oltre che nelle attività didattica, organizzativa e assistenziale, il M. profuse il suo impegno anche nella ricerca clinico-scientifica, affrontando temi allora di grande attualità nell’ambito della specialità. Si ricordano, in particolare, alcuni tra i suoi studi più significativi: sulle tossicosi gravidiche, proseguimento di quelli che avevano costituito l’oggetto della sua tesi di laurea, considerate conseguenza dell’alterato metabolismo delle gravide in rapporto allo sviluppo ovulare (Profilassi dell’eclampsia puerperale secondo le moderne vedute intorno alla sua patogenesi, in Annali di ostetricia e ginecologia, XX [1898], pp. 697-750, lavoro premiato con la medaglia d’oro della Fondazione Speranza e dalla facoltà medico-chirurgica dell’Università di Parma; Il potere riducente delle orine in rapporto alle auto-intossicazioni gravidiche, in Atti della Soc. italiana di ostetricia e ginecologia, 1902, vol. 8, pp. 223-236); sui problemi di biochimica in campo ostetrico-ginecologico, per la prima volta considerati nell’ambito della specialità (Ricerche e studii intorno ai poteri elettivi dell’epitelio dei villi coriali. Sul potere proteolitico, in Atti dell’Acc. delle scienze mediche e naturali in Ferrara, LXXVII [1902-03], 3-4, pp. 213-228); sulla funzione mestruale, che per primo considerò non come un fenomeno locale genitale bensì come un’attività ciclica dell’organismo femminile (La funzione mestruale, in Annali di ostetricia e ginecologia, XXII [1900], pp. 673-706, 798-831, 861-942) e sui fattori costituzionali in grado di condizionarne i caratteri (Morfologia e fisiopatologia delle donne con infantilismo genitale, in Atti dell’Acc. delle scienze mediche e naturali in Ferrara, LXXXIII [1908-09], 3-4, pp. 89-101); sulla tubercolosi papillare del collo dell’utero (Ricerche anatomo-cliniche intorno alla tubercolosi genitale della donna, in Atti della Soc. italiana di ostetricia e ginecologia, 1902, vol. 8, pp. 84-87) e sulla gravidanza complicata da tubercolosi polmonare (Tubercolosi e gravidanza, in Arch. italiano di ginecologia, 1904, vol. 7, pp. 153-162); su una grave patologia in gravidanza (Note semejotiche e terapeutiche intorno all’«anemia del Biermer» in gravidanza, in Annali di ostetricia e ginecologia, XXIII [1901], pp. 310-342, 469-499, 665-679) e sulle indagini semeiologiche nel puerperio (Significato delle ipertermie col polso lento in puerperio, in Atti dell’Acc. delle scienze mediche e naturali in Ferrara, LXXX [1905-06], 1, pp. 69-92; Nuovi elementi per lo studio della funzionalità cardiaca nello stato puerperale, ibid., LXXXI [1906-07], 3-4, pp. 9-61); sulla glicemia della madre e del feto (Glicemia naturale ed esperimentale nella madre e nel feto, in Atti dell’Acc. delle scienze mediche e naturali di Ferrara, LXXIX [1904-05], 1-2, pp. 41-59). Importanti furono anche i suoi contributi alla terapia specialistica e alla tecnica chirurgica, tra i quali in particolare si ricordano: Metrorragie ed elettroterapia, ibid., LXXXVIII (1913-14), 1, pp. 9-108; Un perfezionamento ed una semplificazione notevole nella tecnica della antisepsi operativa, ibid., pp. 143-170; Impiego e tecnica delle iniezioni d’ossigeno per via ipodermica in ostetricia, in Atti dell’Acc. delle scienze mediche, naturali e fisico-matematiche di Ferrara, s. 2, XIII (1935), pp. 33-56.
Del M. meritano ancora di essere ricordate alcune pubblicazioni monografiche (La maternità, il brefotrofio, la scuola di ostetricia di Ferrara nel triennio 1903-05, Brescia 1906, memoria premiata con medaglia d’argento grande all’Esposizione di Milano del 1906; Alcuni problemi sociali dell’ostetricia e ginecologia moderna: discorso inaugurale dell’anno scolastico 1912-13, Ferrara 1912; L’assistenza alle madri e all’infanzia abbandonata nella provincia di Ferrara: come è praticata oggi, come dovrà essere assolta domani: rilevi e proposte…, ibid. 1919; L’osteomalacia puerperale in provincia di Ferrara, in Scritti di scienze mediche e naturali (a celebrazione del primo centenario dell’Accademia di Ferrara), ibid. 1923, pp. 49-57; Assistenza sociale della donna-madre: conferenza, Siena 1925); nonché le traduzioni di noti e diffusi testi specialistici stranieri: Atlante e manuale di ginecologia di O. Schäffer (1ª e 2ª ed., rispett. Milano 1897 e 1905); Trattato completo di ostetricia ad uso degli studenti e dei medici pratici di E. Bumm (dalla 2ª alla 4ª ed., ibid. 1909-23); Clinica ostetrica di G. Liepmann (ibid. 1910).
Lasciati l’insegnamento e la direzione della scuola ostetrica di Ferrara, nel 1937 il M. si stabilì a Roma, nella prospettiva di dedicarsi a ricerche storiche.
Il M. morì a Roma il 22 giugno 1940.
Membro di numerose società e accademie scientifiche, era stato presidente della Società laziale di ostetricia e ginecologia. Aveva destinato, con disposizioni testamentarie, un fondo di 100.000 lire per l’istituzione di un premio Merletti che l’arcispedale S. Anna di Ferrara avrebbe dovuto assegnare ogni tre anni al cultore della specialità dell’Emilia, della Toscana e del Lazio che avesse presentato una consistente e originale produzione scientifica.
Fonti e Bibl.: Necr., in Annali di ostetricia e ginecologia, LXII (1940), p. 1571; in Atti dell’Acc. delle scienze mediche e naturali in Ferrara, CXV-CXX (1938-43), p. 64; in Atti della Soc. italiana di ostetricia e ginecologia, 1940, vol. 36, suppl. 4, pp. 373-376; Annuario scolastico della R. Università degli studi di Parma, per gli a.a. dal 1895-96 al 1900-01; O. Viana - F. Vozza, L’ostetricia e la ginecologia in Italia, Milano 1933, pp. 485, 546, 548-550, 1085, 1093, 1095; Premio Merletti, in Atti della Soc. italiana di ostetricia e ginecologia, 1940, vol. 36, suppl. 4, p. 657; J. Ricci, One hundred years of gynaecology 1800-1900, Philadelphia 1945, p. 421; P. Quinto, C. M.: commemorazione nel decimo anniversario della morte, in L’arcispedale S. Anna di Ferrara, 1950, vol. 3, pp. 267-273; A. Visconti, La storia dell’Università di Ferrara (1391-1950), Bologna 1950, p. 202; M.G. Nardi, Il pensiero ostetrico-ginecologico nei secoli, Milano 1954, pp. 345-347, 428 s., 461 s., 464, 467-469, 492; P. Mutti - N. Vaglio, La ginecologia in Italia, in Atti della Soc. italiana di ostetricia e ginecologia, 1962, vol. 48, suppl., pp. 158 s., 163, 168; T.M. Caffaratto, La ginecologia nei secoli, Torino 1985, p. 40; I. Fischer, Biographisches Lexikon der hervorragenden Ärzte…, II, p. 1027.
A.F. Franchini