ROSSI, Cesare
Attore, nato a Fano il 19 novembre 1829, morto a Bari il 1° novembre 1898. Partecipò ai moti del 1848-1849 e combatté nel Veneto, in Lombardia e a Roma. Tornato in famiglia senza voglia di riprendere gli studî, fuggì da casa e si unì alla compagnia di F. Paladini; nel 1853 era con Calamai; più tardi con Coltellini come "amoroso". Addolorato dalla morte della moglie lasciò le scene, a cui tuttavia tornò nel 1855 col Calamai, dibattendosi ancora per qualche anno nella mediocrità. Ebbe incoraggiamenti da Ernesto Rossi, e nel 1860 Bellotti-Bon lo chiamò per sostituire Vestri in Papà Goriot. Fu questo il primo vero successo del R., che da allora si dedicò alle parti di caratterista, affermandosi nelle commedie di Gherardi del Testa e di Augier; tanto che Fanny Sadowski lo scritturò come "prim'attore da parrucca" e direttore della compagnia. Il R. ottenne dalla compagnia stessa un così perfetto affiatamento che le esecuzioni riuscirono impeccabili. Dopo questa esperienza poté formare la semistabile compagnia "Città di Torino" con un sussidio municipale, rinnovando al teatro Carignano gli echi della Reale sarda.
Sincero artista, il R. assurse nella compagnia a celebrità pari a quella della Pezzana; maestro di squisito intuito, accolse e formò artisti come Eleonora Duse, Annetta Campi, Claudio Leigheb, Flavio Andò, ecc. Personalmente egli riuscì a vere creazioni dei personaggi da lui assunti in Duello, Un curioso accidente, La gerla di Papà Martin, ecc., in particolare nel Rabagas di Sardou. Accolse sempre tutti gli autori italiani, da Picciolli a Giacosa, a Torelli. E sciolta la compagnia della "Città di Torino", reclutò altre attrici di valore come la Glech, la Riccardini, Giannina Udina, ecc. Dopo Bellotti-Bon fu il capocomico più avveduto e più accurato. Lasciato il capocomicato andò in America con Giovanni Emanuel. Al ritorno, dopo un periodo di riposo, fu assunto dalla marchesa Squillace come direttore della Stabile dei Fiorentini di Napoli.