Vedi CESARE dell'anno: 1959 - 1994
CESARE (C. Iulius Caesar)
Nato a Roma il 1° luglio del 100 o del 102 a. C., bandito da Silla, prestò servizio nelle province dell'Asia Minore tra l'81 e il 78, questore nel 70, edile nel 65, pontefice massimo nel 63, pretore in Spagna nel 62, costituì a Roma il primo triumvirato con Pompeo e Crasso nel 6o a. C. Console nel 59, conquistò la Gallia. Invitato dal Senato a deporre il potere, marciò contro Pompeo nel 49. Sconfitti gli avversari in Spagna, batté l'avversario a Farsalo, in Tessaglia (48). Passato in Egitto debellò i pompeiani in Africa a Tapso (46) e a Munda (45). Tornato a Roma, nominato dittatore, fu ucciso in una congiura il 15 marzo del 44 a. C. mentre si accingeva ad una spedizione militare in Oriente.
Numerosi autori antichi (Cic., Brut., 75; Vell., II, 41; Appian., Bell. civ., II, 151; Cass. Dio, xliii, 43; Plut., Caes., 4, 17) descrivono la figura fisica di C.; un'immagine più dettagliata è tramandata da Svetonio (Divus Iulius, 45): Fuisse traditur excelsa statura, colore candido, teretibus membris, ore paulo pleniore, nigris vegetisque oculis, valitudine prospera, nisi quod tempore extremo repente animo linqui atque etiam per somnum exterreri solebat. comitiali quoque morbo bis inter res agendas correptus est. Circa corporis curam morosior, ut non solum tonderetur diligenter ac raderetur, sed velleretur etiam, ut quidam exprobaverunt, calvitii vero deformitatem iniquissime ferret saepe obtrectatum iocis obnoxiam expertus. Ideoque et deficientem capillum revocare a vertice adsueverat et ex omnibus decretis sibi a senatu populoque honoribus non aliud aut recepit aut usurpavit libentius quam ius laureae coronae perpetuo gestandae. "Dicono fosse di alta statura, di colorito chiaro, di forte membratura; il volto pieno, gli occhi neri e vivaci; di buona salute, solo in età avanzata ebbe qualche svenimento ed incubi nel sonno. Due volte fu colto da epilessia nel disbrigo degli affari. Meticolosissimo nella cura del corpo, non solo si faceva radere e tagliare i capelli con grande accuratezza, ma anche depilare, per questo era biasimato da alcuni. Sopportava di mala voglia la calvizie, poiché questa dava argomento di polemica ai malevoli, perciò cercava di riportare dal vertice del cranio i pochi capelli sulla fronte, e tra tutti gli onori tributatigli dal Senato e dal popolo più volentieri accettò e ritenne quello di portare sempre una corona di alloro".
A C., mentre era ancora in vita, furono erette numerose statue: a Tralles in un tempio edificato dopo la battaglia di Farsalo (Cass. Dio, xli, 61), sul Campidoglio (una di esse, dedicata nel 46, posava su di un globo (Cass. Dio, xliii, 14), nel trionfo dopo la battaglia di Munda fu trasportata una statua del dittatore in avorio (Cass. Dio, xliii, 45), nel tempio di Quirino (Cass. Dio, xliii, 45).
Nel 44 il Senato decretò la dedica di statue in onore del dittatore nelle città d'Italia e delle province (Cass. Dio, xliv, 4; Appian., Bell. civ., II, 1o6 b). Statue di C. erano nel Foro da lui fatto costruire (Plin., Nat. hist., xxxiv, 18; cfr. id., viii, 155; Stat., Syl., 1, 85; Suet., Divus Iulius, 61) e nel tempio di C. e Clemenza (Appian., Bell. civ., II, 1o6).
Alla morte di C. alcuni ritratti furono dedicati: da Antonio, parenti optime merito (Cic., ad Fam., xii, 3), nel Foro (in aggiunta a quelli ivi già esistenti: Cass. Dio,xliv, 4, 9) da Ottaviano nel tempio di Venere (Cass. Dio, xlv, 7) e nel Foro (Cass. Dio, xlvii, 18; li, 22), da Agrippa nel Pantheon (Cass. Dio, liii, 27). Le fonti letterarie ed epigrafiche ricordano la dedica di statue di C. nelle province e specialmente in quelle orientali (Cass. Dio, li, 20). Una statua del dittatore è ricordata a Costantinopoli (Christodor., Ecph., v, 92-96).
Alcuni studiosi hanno voluto identificare il ritratto di C. in una testa di Pietas caratteristica di alcune monete del 46 a. C. Mentre il dittatore era in vita, il Senato permise che si coniassero monete con il ritratto di lui; le emissioni ripresero in età augustea ed in età traianea. I ritratti testimoniati sui conî derivano da originali a tutto tondo: essi sono rappresentati da un tipo realistico, che presenta numerose varianti, tipico delle emissioni urbane del 44 a. C. e delle prime coniazioni augustee, seguito da un tipo idealizzato, caratteristico di età augustea, che diviene ideale e rievocativo in alcune coniazioni augustee e traianee.
Uno studio sistematico della coniazione cesariana (Alföldi) ha accertato che soltanto i pezzi del monetiere M. Mettius con dict(ator) quart(um) hanno autorità iconografica. Nelle altre emissioni l'immagine si deteriora rapidamente attraverso successive copie.
Un ritratto, rappresentato su alcuni conî del 44 a. C., presenta il volto rivolto in alto nel caratteristico atteggiamento della apoteosi che può essere messo in rapporto con un intento celebrativo di tradizione ellenistica forse voluto da C. stesso.
I ritratti a tutto tondo di C. sono abbastanza numerosi, tra essi abbondano le falsificazioni. Uno di essi, rinvenuto al Tuscolo ed ora nel Castello di Agliè, è databile mediante il confronto con alcune monete al 44 a. C., e può essere messo in rapporto con il decreto del Senato di elevare statue in onore del dittatore. Lo stato di conservazione della scultura è molto mediocre e non permette una precisa caratterizzazione fisionomica. Gli altri ritratti conservati, sono postumi o tardo-celebrativi; qualsiasi identificazione con le sculture ricordate dalle fonti non ha avuto sino ad ora alcuna conferma.
Un ritratto, attribuibile con certezza, conservato nei Musei di Berlino, presenta elementi stilistici greco-egizi che si manifestano nell'espressione ieratica ottenuta attraverso una ripartizione simmetrica dei volumi del viso, e la levigatezza delle superfici. La scultura può essere messa in rapporto con il soggiorno di C. ad Alessandria (Cleopatra fece edificare ad Alessandria una cappella di asilo in onore di C. probabilmente adornata da un ritratto: Cass. Dio, li, 15).
Esaminando gli altri ritratti conservati, è possibile riconoscere un gruppo più spiccatamente realistico, rappresentato da alcuni esemplari (tra i quali il più notevole nel Braccio Nuovo dei Musei Vaticani) ed uno idealizzato (al quale appartengono gli esemplari Chiaramonti, nel Museo Vaticano e del Camposanto di Pisa).
In età traianea debbono essere datati i ritratti del Palazzo dei Conservatori e nel Museo Nazionale di Napoli, vuotati di qualsiasi contenuto psicologico, ridotti ad immagini simboliche.
I ritratti di alcuni personaggi che presentano analogie iconografiche e stilistiche con quelli del dittatore sono il frutto di una moda fiorita nella prima età augustea quando il ricordo di C. ancora vicino nel tempo, invogliava qualche rappresentante della classe politica romana ad identificarsi iconograficamente con il dittatore. La creazione di queste sculture termina con la piena età augustea: la politica borghese del principe impone con piena consapevolezza politica un gusto classicistico, che rifacendosi a modelli del V sec., abbandona gli schemi stilistici ellenistici che erano alla base dell'iconografia cesariana.
Allo stato attuale degli studi non è semplice stabilire quali sono state le correnti artistiche che hanno influito nella creazione dei ritratti di C. poiché esse possono essere ricavate solo attraverso lo studio dei ritratti del dittatore giunti sino a noi come copie di originali più antichi.
Si possono distinguere due filoni artistici: uno di tradizione greco-egizia che deve avere influito nella creazione del ritratto di Berlino, l'altro rappresentato dal ritratto di Tuscolo, nel quale convivono elementi classicistici accanto ad elementi grafici di superficie, caratteristici della ritrattistica repubblicana in Roma.
Bibl.: J. J. Bernoulli, Römische Ikonographie, I, Stoccarda 1888, p. 145 ss.; L. Curtius, in Römische Mitteilungen, XLVII, 1932, p. 218 ss.; E. Boehringer, Der Caesar von Acireale, Stoccarda 1933; O. Vessberg, Studien zur Kunstgeschichte der römischen Republik, Lund-Lipsia 1941, p. 138 ss. (ritratti su monete); M. Borda, in Bull. Mus. Imp. Rom., I, 1940, p. 1 ss.; id., Monumenti Archeologici Tuscolani nel Castello di Agliè, Roma 1943, p. 20 ss.; id., in Rend. Acc. Pont., XX, 1943-44, p. 47 ss. (ritratto di Tuscolo); K. Schefold, Die Bildnisse der antiken Dichter, Redner und Denker, Basilea 1943, p. 222; H. P. L'Orange, Apotheosis in Ancient Portraiture, Oslo 1947, p. 49 ss.; E. Simon, in Arch. Anz., LXVII, 1952, col. 123 ss.; A. E. Raubitschek, in Journ. Rom. Studies, XLIV, 1954, p. 65 ss.; E. Simon, in Gymnasium, LXIV, 1957, p. 295 ss.; L. Curtius, in R. Boehringer, Eine Freundesgabe, Tubinga 1957, p. 153 ss.; M. Borda, in Caio Giulio Cesare, Roma 1957, p. 59 ss.; A. Alföldi, The Portrait of C. on the Denarii of 44 B. C., in Centennial Publicat. of the American Numismat Soc., New York 1958, p. 27 ss.; id., Das wahre Antlitz C.'s, in Antike Kunst, II, 1959, i, p. 27 ss.