(turco Qaiṣāriyya e Qaiṣarī) Città dell’Anatolia (od. Kayseri), ai piedi del Monte Argeo, eretta a capitale della Cappadocia da Tiberio che la chiamò C. in onore di Augusto. Fu uno dei centri più importanti del cristianesimo asiatico, patria di s. Basilio e sede di un metropolita. Più volte assalita dai Sasanidi e dagli Arabi (8° sec.), fu conquistata dai Turchi della dinastia Dānishmend nell’11° sec. e dominata a lungo dai Selgiuchidi di Konya, finché fu conquistata da Maometto II (1475).
Il sito della città di epoca classica si estendeva intorno a una piccola altura posta a S del centro dell’odierna Kayseri; lo spostamento del nucleo insediativo, forse iniziato nel 4° sec., fu compiuto nella prima metà del 6° sec., allorché le mura della città bizantina vennero edificate o restaurate da Giustiniano. Visibili in una vallata la forma dell’antico circo e resti di costruzioni. Ai sultani Selgiuchidi si deve un’estesa opera di restauro e ricostruzione delle mura della città e della cittadella, restaurata a sua volta da Maometto II.