GURGO SALICE, Cesarina
Nacque a Casale Monferrato il 2 maggio 1890 da Tancredi e Pierina Fiorio, primogenita di una ricca famiglia borghese. Studiò presso il collegio della Sapienza nel castello di San Giorgio nel Monferrato: l'ampia cultura umanistica, la conoscenza della lingua francese, la composizione musicale, il ricamo e il disegno costituirono un privilegio di cui seppe fare tesoro nella sua lunga vita. L'8 sett. 1907 sposò l'industriale Riccardo Gualino, cugino e socio in affari del padre della G. (v. su questo F. Chiapparino, Gualino, Riccardo, in Diz. biogr. degli Italiani, LX, Roma 2003, pp. 172-178), dal quale ebbe due figli, Lili e Renato. Nel 1908 i Gualino acquistarono il castello di Cereseto, che venne ampliato, restaurato e arredato secondo un gusto medievale in voga in Piemonte, ma anche negli Stati Uniti, che la G. avrebbe visitato durante i frequenti viaggi con il marito: i numerosi oggetti autentici, uniti a mobili e arredi falsi, simulavano il succedersi di diverse generazioni di proprietari. Ai lavori di ricostruzione seguirono numerosi acquisti di quadri, oggetti di oreficeria, marmi antichi: l'inizio della collezione Gualino. In seguito, la profonda amicizia con Felice Casorati e Lionello Venturi modificò il gusto e accrebbe le conoscenze della G. soprattutto in campo artistico. Fra il 1921 e il 1923 la G. frequentò in Normandia e a Parigi corsi di danza libera ispirati a Isadora Duncan. Tra il 1920 e il 1923 Casorati e Alberto Sartoris restaurarono la residenza principale dei coniugi Gualino in via Bernardino Galliari a Torino, e nel 1925 costruirono un piccolo teatro comunicante con l'abitazione, cosicché, gli ospiti (tra i quali Margherita Sarfatti, Luigi Pirandello, Benedetto Croce, Ugo Ojetti) potevano passare dall'emozione degli spettacoli alla visione dei molti capolavori presenti nella casa. Nel teatrino si tenevano concerti (diretti da Alfredo Casella) e danze (Mary Wigman); e insieme con Bella Hutter la G. organizzò numerosi balletti con costumi disegnati da Gigi Chessa e una scuola di danza, ancora attiva, per le giovani torinesi. Nel 1922 Casorati la rappresentò in un fastoso ritratto con la tunica greca e il nastro sulla fronte, riconoscendola quale musa e mecenate della diffusione del balletto moderno.
In questo stesso periodo, seguendo i consigli di Venturi, i coniugi Gualino acquistarono importanti opere d'arte, accrescendo quel piccolo nucleo iniziale, con capolavori di Giotto, Cimabue, S. Botticelli, Paolo Veronese, Tiziano, statue e oggetti cinesi e importanti opere moderne (A. Spadini, G. Fattori, T. Signorini, S. Lega). Più avanti negli anni, la G. rivendicò la scelta della prima opera di A. Modigliani, a Parigi nel 1923, su consiglio di Léopold Zborowsky: le altre cinque tele di Modigliani furono acquistate con Venturi a Parigi nel 1928. Ormai mecenate, collezionista e danzatrice, la G. decise insieme con il marito l'acquisto del Teatro di Torino (inaugurato il 26 nov. 1925) che ospitò, per cinque anni, spettacoli di danza (i Ballets russes di S. Djagilev), teatro (L. Pirandello), lirica (I. Pizzetti), concerti di musica (R. Strauss e L. Armstrong), con scenografie di H. Matisse, G. Braque, A. Derain. Presenti i sovrani d'Italia, il 29 apr. 1928 fu inaugurata, presso la R. Pinacoteca di Torino, la mostra della collezione Gualino: tutte le opere, presentate in catalogo da Venturi, vennero donate il 25 sett. 1930 allo Stato italiano per essere collocate nella Galleria Sabauda, ma solo il 24 maggio 1959 la collezione tornò a Torino. Il 3 maggio 1929 la G. danzò per l'ultima volta al teatro di Torino con un abito disegnato da Casorati e pochi giorni dopo scrisse sul diario (cinque righe al giorno dal 1923 al 1982) delle lezioni di G. Chessa, per disegnare alcuni mobili per la casa di Sestri Levante, e dei tentativi in pittura, seguita e consigliata dai suoi amici (Casorati, Venturi, Jessie Boswell, Chessa).
Il 19 genn. 1931 Riccardo Gualino venne arrestato e inviato al confino a Lipari, dove la moglie lo seguì: teatri, case, opere d'arte furono sequestrati e dispersi in pochi giorni. Nel 1933, finito il confino, i Gualino vissero a Parigi per un anno: R. Gualino fondò nel 1934 la Lux compagnie française cinématographique e, quasi contemporaneamente, la Lux italiana e la G. frequentò l'Accademia Colarossi. Successivamente si stabilirono a Roma, dove riuscirono a conquistare, o in alcuni casi a ritrovare, l'amicizia di numerosi pittori, scrittori e poeti romani. Più pacatamente, ripetendo i gesti del passato, la G. riempì le pagine del diario raccontando le visite alle esposizioni nelle numerose gallerie romane. Accanto al marito, nuovamente incoraggiò molti artisti, comprando le loro opere (F. Pirandello, M. Mafai, G. Manzù, R. Melli, F. De Pisis, G. Morandi, C. Carrà, G. De Chirico, G. Scipione) e prestandole alle mostre con la dicitura "collezione Gualino". In seguito i Gualino guardarono anche alla pittura straniera (P. Picasso, E. Degas, M. Chagall, G. Braque) e nel 1954 acquistarono il settimo quadro di Modigliani, il Ritratto di Blaise Cendrars.
Il disegno dei mobili, le frequentazioni quotidiane con Venturi e Casorati, il privilegio di una vita in compagnia di tanti capolavori avevano avvicinato la G. dopo la danza alla pittura, all'età di trentanove anni; ma soltanto durante la guerra e nell'immediato dopoguerra, si lasciò convincere a mostrare in pubblico le sue pitture.
Già nel 1935 aveva ricevuto da Venturi tre lettere di incoraggiamento con critiche e consigli su alcuni quadri e disegni che gli aveva inviato a Parigi: uno di questi, Natura morta con teiera, venne pubblicato nell'Italia letteraria il 15 giugno 1935. Tre pagine di Emilio Cecchi apparvero nel 1942 in Beltempo con l'immagine di Crepuscolo a Roma del 1940 e molte parole lusinghiere: "In paesaggi recenti, soprattutto paesaggi suburbani, d'un gusto modernissimo, si ha una fase più complessa di questa pittura che non procede da nessuno e non somiglia a nessuno" (p. 106) I "sobborghi di Roma", come li chiamava la G., erano vedute del quartiere Flaminio in costruzione. Nel 1944, Libero De Libero pubblicò una monografia con il catalogo delle sue opere per le edizioni della Cometa, usando le parole "radici" e "memorie" per descrivere i suoi quadri: paesaggi, ritratti, ma anche guanti, libri e cravatte. Il 24 maggio 1947 Venturi presentò la personale della G. allo studio d'arte Palma di Pier Maria Bardi. Un piccolo catalogo, con l'elenco di sessantasei quadri e quattro disegni. Nessun quadro fu, volutamente, venduto dalla G., che preferì regalare i dipinti, dopo la mostra, ai suoi numerosi amici pittori e critici.
Partecipò alla Biennale del 1948 e alle Quadriennali del 1951 e 1955 e a poche altre collettive per ritornare subito alla sua pittura silenziosa e raccolta, il suo diario per immagini. Nell'ultima casa in Trastevere, la G. sopravvisse per molti anni al marito e ai figli, conservando, con la nuova collezione e i suoi quadri, quelle memorie che hanno permesso la ricostruzione della sua vita.
La G. morì a Roma il 4 ag. 1992.
Fonti e Bibl.: I documenti, in parte inediti, sono conservati presso gli archivi Gualino a Roma: diari (1923-82), lettere (1904-85), fotografie (1905-90), poesie (1952-67). Ivi anche le tesi di laurea di M. Mela, Riccardo Gualino, imprenditore, mecenate e collezionista nella cultura torinese degli anni Venti, Torino 1978-79, e di E. Hutter, La danza nei teatri di Riccardo Gualino, Torino 1991-92. Si vedano, inoltre: P. Gobetti, F. Casorati pittore, Torino 1923, fig. 40; B. E., Saggi di danze in casa Gualino, in Gazzetta del popolo, 12 dic. 1926; L. Venturi, La collezione Gualino, Torino-Roma 1926.16 quadri di danza e il balletto "La Luna", ibid., 1° marzo 1928; Id., Alcune opere della collezione Gualino esposte nella R. Pinacoteca di Torino (catal.), Milano-Roma 1928; C. Mortari, Le danze di C. Gualino al teatro di Torino, in La Stampa, 4 maggio 1929; R. Gualino, Frammenti di vita, Milano 1931 (rist. in Id., Frammenti di vita e pagine inedite, Roma 1966); E. Cecchi, C. Gualino, in Beltempo. Almanacco delle lettere e delle arti, Roma 1942, pp. 106-108, fig. p. 107; L. De Libero, C. Gualino, Roma 1944; R. Gualino, Solitudine, Roma 1945 (rist.: ibid. 1948; Venezia 1997). L. Venturi, Catalogo della mostra di C. Gualino (galleria d'arte Palma), Roma 1947; Jubilee Exhibition 1900-1950. 50 years of women painters and sculptors (catal.), London 1950, p. 4; Il premio di pittura Esso (catal.), Roma 1955, p. 51. L. Cecchi Pieraccini, Agendina di guerra, Milano 1964, pp. 30 s., 68 s., 121 s.; C. Gualino, Autoritratto, in La raccolta 8 per 10 di Cesare Zavattini, a cura di E. Gribaudo, Torino 1967, pp. n.n.; N. Gabrielli, Le fortunose vicende della donazione Gualino alla Sabauda, in Studi piemontesi, IV (1975), pp. 412-420. S. Aleramo, Diario di una donna: inediti 1945-1960, a cura di A. Morino, Milano 1978, pp. 70, 138, 237; F. Tempesti, Cinquant'anni dopo. Visita in casa Gualino, in Bolaffi arte (Milano), 1979, p. 148; Dagli ori antichi agli anni Venti. Le collezioni di Riccardo Gualino (catal., Torino), Milano 1982; M. Fini, C. Gualino e il suo mondo, Torino 1982; M. A., Il mondo di C., in Stampa sera, 24 genn. 1983; Felice Casorati, 1883-1963 (catal.), a cura di M.M. Lamberti - P. Fossati, Torino 1985, p. 226; Canonica, scultore e musicista, a cura di N. Cardano, Roma 1985, pp. 205, 270; Galleria Sabauda. Opere del Novecento, a cura di P. Vivarelli, Torino 1987, p. 12; P. Pirandello, Il mistero del piede di gesso, in Arte, 1991, n. 219, pp. 70-74, 138; M. Fagiolo dell'Arco, La sua pittura è made in Italy, in Modigliani segreto, in La Stampa. Speciali (Torino), 1993, pp. 3-5; B. Marconi, Non solo musa, in Il Giornale dell'arte, XI (1993), 117, pp. 36 s.; M. Fagiolo dell'Arco, Gli artisti, le gallerie, le occasioni, in Roma sotto le stelle del '44 (catal.), Roma 1994, pp. 72 s., 89, 94; Musa, mecenate, pittrice. C. Gualino e i suoi amici (catal.), a cura di M. Fagiolo dell'Arco - B. Marconi, Roma 1997; B. Marconi, Riccardo e C. Gualino a Roma. La seconda collezione, in Le capitali d'Italia. Torino-Roma 1911-1946 (catal.), Torino 1997, pp. 65-72, 266-268, 332; Id., C. Gualino e la "danza libera" a Torino, ibid., p. 124; M.M. Lamberti, Un sodalizio artistico: Venturi, Gualino, Casorati, in L. Venturi e la pittura a Torino, 1919-1931, a cura di M.M. Lamberti, Torino 2000, pp. 15-47; L. Castagno, I pittori e l'arte applicata, ibid., pp. 222, 236; B. Marconi, C. Gualino. Collezionare per ricordare. Dipingere la memoria, in L'arte delle donne nell'Italia del Novecento.Atti del Convegno… 2001, a cura di L. Iamurri - S. Spinazzè, Roma 2001, pp. 152-168.