CESOIA (fr. cisaille; sp. tijeras; ted. Schere; ingl. shears)
Nome generico di arnesi che servono per tagliare, composti di due lame imperniate nel mezzo e per metà taglienti. Più comunemente col nome di cesoie o trance s'indicano le macchine utensili per tagliare, generalmeme a freddo, verghe, profilati e lamiere. Esse meglio andrebbero dette cesoiatrici. Il loro organo operatore è una coppia di lame: piastre oppure dischi (cesoiatrici circolari) di acciaio temperato e affilato. L'angolo di affilatura, per lamiere, si aggira intorno a 75°.
Le cesoiatrici circolari hanno ambedue i dischi comandati; danno tagli continui di qualunque lunghezza, rettilinei, curvi o addirittur:i circolari, e anche abbastanza rapidi (fino a 1 m/i″). Però sono applicabili solo per spessori non grandi (fino a 7 mm.), in ogni caso inferiori a una piccola frazione (1-1,5%) del diametro dei dischi.
Tutte le altre cesoiatrici hanno una lama fissa e a tagliente rettilineo orizzontale. L' altra lama ha movimento verticale, necessariamente alternativo. Se il movimento è angolare, in genere il tagliente è curvo per avere sempre un conveniente angolo di apertura fra le due lame (l'apertura costante dà profilo a spirale logaritmica). Se il movimento è rettilineo, il tagliente può essere anche esso orizzontale (cioè parallelo al compagno), oppure obliquo (apertura 80°-10°). A parità di spessore tagliato, il tagliente obliquo impone alla macchina un minore sforzo, che dipende solo dalla qualità del metallo e non dalla lunghezza del taglio; inoltre uno sforzo pure minore all'operaio, che deve contrastare la tendenza che ha il pezzo a ribaltare.
Per evitare l'attrito contro la sezione tagliata, le facce delle lame sono inclinate d'un piccolo angolo (2°-3°) rispetto alla verticale (direzione del movimento), angolo analogo alla "spoglia" degli altri utensili. Di esso si tiene conto nel lavorare le superficie di appoggio delle lame, che sono riportate (a più pezzi) e a facce parallele.
Le incastellature differiscono assai, secondo che si tratti di cesoiatrici circolari, o a movimento angolare, o a movimento rettilineo. Queste ultime, che sono le più importanti e diffuse, hanno incastellature a forma di staffa (a volte doppia per macchine combinate con punzonatrici) a branche orizzontali. Se i taglienti sono orientati parallelamente alla staffa, la profondità della gola può essere piccola e la macchina riuscire compatta e robusta, adatta per tagli pesanti; tagli lunghi sono consentiti dalla conformazione dell'incastellatura che consente il passaggio delle due parti del pezzo che si taglia. Questo tipo di cesoiatrici si adatta bene al taglio dei profilati, anzi quelle di costruzione moderna hanno lame con finestre, a spigoli taglienti, che riproducono le varie sezioni correnti dei profilati, i quali perciò sono tagliati senza schiacciamenti o deformazioni anormali. Per taglienti orientati trasversalmente alla staffa, la gola deve essere più profonda, ma l'incastellatura ha forme più semplici.
Le incastellature sono generalmente fuse in buone ghise tenaci o anche in acciaio; qualche volta o per risparmio di peso o per macchine potenti si compongono con profilati e lamiere uniti con chiodature.
Le cesoiatrici per tagli lunghi in una sola corsa hanno la lama mobile portata da robusta traversa scorrevole fra due montanti verticali, da ambo i quali viene guidata e comandata.
I comandi delle cesoiatrici sono sempre molto semplici, in genere costituiti da manovellismi di spinta (eccentrico), raramente da altri dispositivi cinematici. Solo per grossi tagli (di masselli, lingotti, materozze, ecc.) si usa la pressione idraulica. Non si suole provvedere a variazioni di corsa, ma a semplici e robusti dispositivi d'innesto-disinnesto.
Il numero delle corse al minuto è sempre piccolo, da 10 a 6 e anche meno, dalle piccole alle grandi macchine.
Siccome l'azione della cesoiatrice snerva alquanto il metallo, per alcune applicazioni gli orli delle lamiere debbono essere ulteriormente lavorati, rifilati, sopra un'altra macchina del genere della pialla, che serve inoltre a rettificarli e a conformarli a ugnatura o bisello, come quando debbono essere calafatati.