ceto
Categoria di cittadini, caratterizzata da una particolare condizione sociale, dal tipo di disponibilità economica, da un analogo livello di istruzione, talvolta da peculiari credenze e comportamenti, più spesso dall’attività che svolge. La società per c. è una forma di organizzazione sociale, sorta in società differenti fra loro e in epoche diverse, la cui legittimazione è fondata anche su credenze religiose o ideologie laiche. Tale tipo di società, caratterizzata da una notevole stabilità, ha trovato una tipica espressione in Europa nel feudalesimo, nel quale i tre c. o ordini principali – clero, nobiltà e popolo, con le loro articolazioni interne – erano inseriti in un sistema che aveva al vertice i due ordini privilegiati – nobiltà e clero – e alla base i contadini in una condizione di servitù. A partire dal 13° sec., da questo sistema si sviluppò un modello di organizzazione politica caratterizzato dalla presenza di assemblee (parlamento, cortes, stati generali), nelle quali rappresentanti della nobiltà, del clero e della nuova classe in ascesa, la borghesia, difendevano i propri interessi e ottenevano dal sovrano privilegi in cambio del loro sostegno. A partire dalla rivoluzione industriale, a questi tre c. o stati si aggiunse il proletariato, che iniziò a lottare per avere anch’esso una propria rappresentanza. Con l’evolversi della civiltà industriale, il termine c. è stato sempre più usato per definire stratificazioni interne alle classi principali; in particolare, con l’espressione c. medi si è definita la piccola borghesia artigiana, impiegatizia e commerciale, e poi anche settori della piccola impresa.