CH'ENG-TU (A. T., 97-98)
Città cinese, capitale della provincia dello Sze-ch'wan. Sorge nel centro di una delle più ricche e fertili pianure della Cina, a circa 500 m. s. m., e ha circa mezzo milione di abitanti (le statistiche del governo cinese dànno 800 mila abitanti). Sotto l'impero era sede del viceré della provincia. Formava un fu (città di 1° ordine), abolito dalla repubblica, diviso in due distretti (hsien): Ch'eng-tu e Hwa-yang. Il clima mite. L'inverno è poco soleggiato a causa delle fitte nebbie.
Circondata da mura di grossi mattoni, con un perimetro di circa 20 km., di forma quadrangolare, Ch'eng-tu ha quattro porte al centro dei lati. All'esterno delle città, a N., E. e S., scorrono il fiume Min kiang (affluente dell'Yang-tze) e un canale navigabile a esso collegato, affiancati da numerose banchine d'approdo e attraversati da numerosi e eleganti ponti, alcuni dei quali coperti. Era divisa sotto l'impero in tre città: cinese, mancese, imperiale. Nel centro era la città imperiale, di cui sussistono ancora le mura. La città mancese, a O., al principio del sec. XX era ridotta in estremo squallore, con l'impoverirsi e disgregarsi della guarnigione mancese. La città cinese, ricca e florida, ha il suo centro a E. Presenta ricche vie fronteggiate da negozî eleganti, raggruppati, come nelle nostre città medievali, per professioni.
Ch'eng-tu è un ricco centro commerciale, e un importante centro industriale (tessitura della seta, lavorazione delle giade, lacche, pelliccie, profumi, ecc.). Ha numerosi e celebri conventi buddhisti, ricchi di sculture, pitture e biblioteche. A O. della città, il Ching-yang Kung (palazzo del montone azzurro) è la sede centrale dei taoisti della provincia. Fuori della porta, un tempio è dedicato all'imperatore Liu Pei, fondatore della dinastia degli Han minori. La città ha sei moschee musulmane, e un convento tibetano.
La pianura di Ch'eng-tu è lunga 115 km., larga 40, e possiede un sistema d'irrigazione che da quasi due millennî si va continuamente perfezionando. Vi si produce riso, cotone, fagioli, sesamo, canna da zucchero, tabacco, granturco, gelsi, e vi si trovano non meno di 18 città, molte delle quali assai popolate. La via da Ch'eng-tu a P'ing-yang hsien, per circa 80 km., è continuamente fiancheggiata da case. La popolazione della pianura è stata stimata a 5 milioni di abitanti.
Storia. - Fondata verso la fine della dinastia Chou, fu circondata di mura nel 311 a. C. Ch'eng-tu possiede un interesse romantico per i Cinesi per la sua associazione col fedele ministro Chu-ko Liang (181-234 d. C.) e col poeta Tu Fu (712-770 d. C.: v.), il quale cantò in versi meravigliosi la città, e del quale si conservano ancora la casa e il giardino (Tsao-tang sse). Marco Polo descrive la città, che chiama Sindu fu, e ammira i numerosi ponti, tra cui un grande ponte coperto de trop bielle covreure de leigne tout portrait et pinte a riche pinture (ed. Benedetto, p. 109), e la grande ricchezza del commercio fluviale. Nella città risiedette dal 1637 al 1647 il padre L. Buglio, siciliano, il quale vi fondò le prime comunità cattoliche. Il padre Martini ha narrato le tragiche vicende della città, durante la pazza tirainnide di un brigante, Chang Hsienchung, nel triennio 1644-1647, a cui pose termine la conquista mancese. In Ch'eng-tu hanno avuto origine nel 1911 i primi moti rivoluzionarî che hanno condotto alla formazione del governo repubblicano cinese. Durante le guerre civili successive, la città è stata molto danneggiata.