CHAGAR BAZAR (turco Çager Bazar)
Località dell'Iraq nella valle del Khābūr; circa il nome antico della città, è attestato da iscrizioni ivi trovate Til-sha-annim, ma diversi studiosi identificano Ch. B. con Shubat-Enlil, sulla base di numerosi dati non privi di importanza; la divergenza potrebbe essere soltanto apparente, in quanto il nome Til-sha-annin (Collina del sì) poteva indicare soltanto una parte della città.
L'antica città, dopo aver subito, nel III millennio a. C., l'influenza culturale iranica e sumerica, passò verso il 18oo a. C. sotto il dominio assiro; alcuni secoli più tardi fece parte dello stato del Mitanni; nel 1400 a. C. la storia della città termina bruscamente. Scavata dal 1934 al 1937 dall'inglese Mallowan, Ch. B. ha rivelato quindici strati archeologici, di cui il più antico risale al pieno Neolitico (intorno al 5000 a. C.). Negli strati più antichi sono presenti numerose figurine di terracotta, raffiguranti spesso il bucranio e la dea nuda, talvolta con spiccati segni di gravidanza, talvolta semplicemente steatopigia, nonché amuleti, tra cui è notevole il simbolo della doppia ascia. La ceramica va dalla primitiva decorazione a strisce su fondo monocromo nero o grigio allo stile di Samarra e successivamente a quello di Tell Ḥalaf, nel quale tuttavia si inseriscono motivi locali; quasi assente invece la ceramica di el-‛Ubaid. Ch. B. sembra essere stato il centro di diffusione, in Occidente, della cosiddetta "ceramica del Khābūr", le cui origini sono da ricercare nell'altipiano iranico (Tepe Giyan), caratterizzata da vasi a pancia ovale, decorati a strisce orizzontali con una fila di triangoli nella parte superiore. Numerosi gli oggetti metallici trovati a Ch. B.; del periodo assiro sono diversi resti di edifici: abitazioni di tipo babilonese (stanze intorno a un cortile scoperto) con tombe sotto il pavimento, un edificio facente da archivio, scuderie appartenenti al figlio del re di Assiria, una casa di indovini (che è quella che ha dato il nome alla località: "Collina del sì").
L'importanza archeologica di Ch. B. consiste tuttavia essenzialmente nel fatto di testimoniare largamente la presenza, nell'alta Siria, di popolazioni hurrite provenienti, attraverso l'altipiano iranico, dalla steppa: ciò è dimostrato dalla diffusione del cavallo, attestata non solo dalle ricordate scuderie assire, ma specialmente da numerosi frammenti di sculture in terracotta riproducenti teste di cavalli (una addirittura imbrigliata), carri, ruote, ecc.
Bibl.: M. E. L. Mallowan, The Excavations at Tall Chagar Bazar and an Archaeological Survey of the Habur Region, in Iraq, III, 1936, pp. 1-86; IV, 1937, pp. 91-177; id., Excavations at Brak and Chagar Bazar, in Iraq, IX, 1947, pp. 1-259; id., 25 Years of Mesopotamian Discovery, Londra 1956, pp. 12-23; Z. Mayani, Les Hyksos et le monde de la Bible, Parigi 1956, pp. 61-62. Sull'identificazione di Ch. B. cn Shubat-Enlil si veda J.-R. Kupper, Les nomades en Mésopotamie au temps des rois de Mari, Parigi 1957, pp. 2-8.