CHALLANT (A. T., 20-21)
Comune della valle di Evançon, provincia di Aosta, costituito di recente col territorio dei due comuni di Challant-Saint-Anselme e Challant-Saint-Victor. La sede del comune è a Challant-S.-Victor, centro di 254 ab.; altro centro notevole è Quinçod (165 ab.), stazione climatica estiva. Il comune ha una popolazione di 2033 ab. e una superficie di 53,11 kmq., in gran parte a pascoli. Nella sua parte inferiore, la valle di Evançon prende il nome di Valle di Challant e presenta bacini ridenti e amene pendici; perciò è divenuta un notevole centro di villeggiatura estiva e di escursioni alpinistiche.
Nel comune vi sono le rovine del castello (sec. XI) che fu probabilmente il primo castello della potente casa dei conti di Challant. Sono anche degne di nota alcune case medievali e la parrocchiale di S. Vittore (sec. XV).
I signori di Challant. - Ramo dei visconti d'Aosta, discendenti da Guido, figlio di Goffredo, primo visconte aostano nel 929 e fratello di Bosone primo conte di Savoia nel 943, che fu il bisavolo di Umberto il Biancamano capostipite sicuro degli attuali Savoia. Forse la tradizione famigliare della comune origine bosonico-anglosassone fece sì che i Ch. si mantenessero fedeli ai conti di Savoia; come comprovano il solenne giuramento del 1294 di Ibleto il Grande, e la tenace devozione di Renato nel sec. XVI a Carlo II e ad Emanuele Filiberto. I Ch. ebbero i predicati di barone, conte e principe, e numerosi feudi nel Delfinato, Bugey, Vaud, Piemonte e Valle d'Aosta, dove, nel 1416 la loro contea era formata di Challant, Graines, Verrès, Issogne e metà di Gressoney. I più illustri membri di questa famiglia furono: Ibleto, governatore del Piemonte dal 1379 al 1404, travolto nei guai del preteso avvelenamento del Conte Rosso da parte di sua madre Bona di Borbone, avvelenamento che la critica moderna ha dimostrato non mai avvenuto; Aimone, governatore d'Ivrea nel 1349; Amedeo, nel 1383 cavaliere del collare, detto poi Ordine della SS. Annunziata; Bonifacio, maresciallo di Savoia nel 1384-1418 e governatore del Piemonte nel 1410; Renato, gran ciambellano di Carlo II di Savoia, cavaliere della SS. Annunziata, maresciallo di Savoia nel 1527, prigioniero nella battaglia di Pavia del 1525, e poi a Vercelli nel 1553, luogotenente generale e plenipotenziario di Savoia; e Claudio, terzo collare della SS. Annunziata di sua famiglia nel 1581. Questa casa, che fu la più illustre della Valle d'Aosta, si divise in due rami: estintosi nel 1565, appunto nel succitato Renato, quello di Aymaville, titoli e beni passarono a quello dei Madruzzo di Trento e di Fénis, spentosi in Filippo Maurizio di Ch. nel 1804.
Il nome dei Challant è legato a una serie interessantissima di belle opere architettoniche nella Val d'Aosta, che rispecchiano lo stile valdostano, sul quale molto influì il francese e meno il Rinascimento italiano. Ai Challant si devono la rocca di Verrès, tozza, massiccia, costruita nel 1390 da Ibleto; il maniero d'Issogne del sec. XVI; i castelli di Graines, di Montjovet, di Cly, d'Ussel, di Châtillon; e infine il castello di Fénis, il più splendido, edificato nel 1330 da Aimone.
Bibl.: G. B. De Tillier, Généal. des famill. nobles du duché d'Aoste, ms. nella Bibl. Reale in Torino; T. Tibaldi, La regione d'Aosta attraverso i secoli, III, Torino 1906; F. Guasco, Diz. feud. degli ant. Stati Sardi, voll. LIV (s. v.Aosta), LV (s. v. Challant), e LVIII (s.v. Challant) della Bibl. Soc. stor. subalp., Pinerolo 1911; G. Carbonelli, Gli ultimi giorni del Conte Rosso, ibid., LXVI, Pinerolo 1912; C. De Antonio, La valle d'Aosta e Emanuele Filiberto, ibid., CVII, Torino 1928, preziosissimo lavoro per le fonti (pp. 153-162) e per le informazioni sui Ch. (pp. 232-237); F. Gabotto, Gli ultimi principi d'Acaia e la polit. subalp. dal 1383 al 1407, Pinerolo 1897; F. Casanova, Nuova guida illustr. della Valle d'Aosta, p. 1ª, Torino 1904, passim; L. Vaccarone, I Ch. e le loro questioni per la successione ai feudi dal XI al XIX sec., Torino 1893; L. C. Bollea, Le origini della Casa di Savoia e dei suoi titoli feudali, in Giorn. arald.-stor.-geneal., I (1912), fasc. 1°, pp. 20-29; L. C. Bollea, La valle d'Aosta, in L'Italia monumentale, XXXIX, Firenze 1922.