CHAMATERÒ (Camaterò) DI NEGRI, Ippolito
Sono ignoti data e luogo di nascita di questo compositore, probabilmente romano d'origine, la cui presenza inquieta e instabile è segnalata in molte città dell'Italia settentrionale. A Verona (1562-1563) fu maestro della famosa Accademia filodrammatica, cui dedicò, in seguito, Il terzo lib. delli madrigali a 5 voci (1569), lodandola "per la perfetione de' concerti musici accompagnati da tanti e così vari istromenti". Nel gennaio del 1565 venne eletto maestro di cappella a Vicenza, succedendo a Nicola Vicentino. Vi rimarrà a stento un anno soltanto. La sua presenza è documentata quindi presso il duomo di Treviso (1566-1567), che lascerà per prestare la sua opera al duomo di Udine (1567-1570), come stimato maestro di cappella, svolgendo una notevole attività e pubblicando la maggior parte delle sue musiche sacre e profane. Nel 1569 era in visita ad Aquileia e fece dono a quel capitolo di sue pubblicazioni, ma con scarsi risultati economici. Nel febbraio del 1570 rientrò a Roma, portandosi dietro una lettera testimoniale del capitolo udinese. Ma nell'agosto del 1574 tornò a Udine, con incarico triennale conferitogli dal capitolo, cui dedicò il libro de Li Introiti. Lasciando la città friulana nel marzo del 1577, il capitolo gli rilasciò un secondo attestato di lode, come musico capace e compositore fecondo. Nel dicembre del 1578 lo troviamo maestro di cappella nella cattedrale di Padova, dove però la sua permanenza, per motivi di salute, fu piuttosto breve. Nel luglio del 1580 infatti si trasferì in S. Maria di Bergamo, rimanendovi per un solo anno. È segnalato infine a Portogruaro (1586-1591?) con obbligo di far cantare in coro canto figurato tutte le domeniche e i giorni festivi e di insegnare ai chierici. Nello stesso anno da Venezia inviò un Magnificat al duca di Mantova, al quale scriverà ancora nel 1502 da Roma, qualificandosi scudiero del papa. Dopo tale anno le sue tracce si perdono. Dalla dedicatoria de Li Magnificat (1575) sembrerebbe (la supposizione è di G. Gaspari) che fosse stato maestro di cappella anche a Cremona.
Il C. appartiene a quella schiera di compositori che si adeguarono subito alle direttive sulla musica sacra emanate dal concilio di Trento e da Pio V, "ch'espressamente si sentano le parole che si cantano - come scrisse egli stesso nella prefazione ai Salmi del 1573 - nonostante che sieno a otto voci, modo nuovo et, fin qui mai usato da altri (ch'io sappia)". Da rilevare ancora che questi Salmi potevano venir "accompagnati con ogni sorta di instrumenti musicali".
L'elenco delle sue composizioni sacre comprende: Liber primus missarum cum 5 et 7 vocibus, Venezia 1569; Salmi corista a otto voci per le feste di Natale,di Pasqua ed altre feste dell'anno... secondo l'ordine del Concilio di Trento,accompagnati anco con ogni sorta di instrumenti musicali, ibid. 1573; Li Introiti fondati sopra il canto fermo del basso... secondo l'ordine del messal novo... a 4 a 5 e a 6 voci, ibid. 1574; Li Magnificat a otto a nove e dodici voci, ibid. 1575; racc. di venti Introitus et Alleluja super cantu plano 4-5-6 voci del 1578, conservata ad Augusta, Staatsbibl., ms. 26; dodici composizioni (messe e mottetti), del 1566, il cui manoscritto, conservato nel duomo di Treviso, è stato distrutto nel bombardamento aereo del 7 apr. 1944; fu inoltre autore di composizioni profane tra cui si ricordano: Il primo libro di madrigali a cinque voci con doi madrigali a 6 voci, Venezia 1560; Il primo libro di madrigali a quatro voci, ibid. 1561; Il secondo libro delli madrigali a cinque voci, ibid. 1569; Il terzo libro delli madrigali a cinque voci, ibid. 1569; Il quarto libro delli madrigali a cinque voci, ibid. 1569; in altre raccolte: Dio ve aiaga e mantegna in allegria, in Mascherate di A. Gabrieli et altri, Venezia 1601; Non v'ammirat'alma a cinque voci, in Musicale essercitio di L. Balbi, ibid. 1589; un madrigale, conservato nella Bibl. Royale di Bruxelles, ms. 2289.
Bibl.: A. Bertolotti, Musici alla corte dei Gonzaga in Mantova…, Milano 1890, p. 66; C. Scotti, Il pio Istituto music. Donizetti in Bergamo, Milano 1901, p. 196; G. Vale, La cappella musicale del duomo di Udine dal sec. XIII al XIX, in Note d'archivio per la storia della musica, VII (1930), pp. 114-116; Id., Vita musicale nella chiesa metropol. di Aquileia(347-1751),ibid., IX (1932), p. 209; Id., Mem. musicali della cattedrale di Concordia(secc. XVI-XVII),ibid., X (1933), p. 130; R. Casimiri, Musica e musicisti nella cattedrale di Padova nei secc. XIV,XV, XVI. Contributo per una storia,ibid., XVIII (1941), pp. 111 s.; G. Turrini, L'Accad. Filarmonica di Verona, Verona 1941, p. 86; K. G. Fellerer, J. C. de N., in Die Musik in Geschichte und Gegenwart, II, Kassel 1952, coll. 1016 ss.; G. D'Alessi, La cappella music. del duomo di Treviso(1300-1633), Vedelago 1954, pp. 120 s., 209;G. Mantese, Storia music. vicentina, Vicenza 1956, pp. 47 ss.; Répért. internat. des sources musicales, II, a cura di K. Schlager, Kassel 1972, pp. 14 s.; E. Vogel-A. Einstein-F. Lesure-C. Sartori, Bibl. della musica ital. vocale profana pubblicata dal 1500al 1700, I, Pomezia 1977, pp. 365-69;R. Eitner, Quellen Lexikon der Musiker, II, p. 401; G. Gaspari, Catal. della Bibl. del Liceo mus. di Bologna, II, Bologna 1892, p. 190; La Musica,Diz., I, p. 386.