Akerman, Chantal
Akerman, Chantal. – Regista e videoartista belga (n. Bruxelles,1950). Figura di prestigio del cinema sperimentale degli anni Settanta del 20° secolo, in seguito ha approfondito l’indagine sullo spazio e sul tempo e sulla identità, che caratterizza il lavoro di A., confermando una sua poetica della quotidianità e della condizione femminile. A partire da La Captive (2000), ispirato a M.Proust, il suo cinema è entrato in rapporto con la memoria letteraria, su una linea di decostruzione delle strutture narrative per scioglierle all’interno di un flusso di immagini e suoni. Una esplorazione che è proseguita con La folie Almayer (2009), da J.Conrad, dove l’ estenuante lentezza compone un misterioso e ipnotico mosaico spaziotemporale, immerso nell’esotismo di un paese asiatico. L’altra linea perseguita dalla A. è stata quella più politica o esistenziale dei documentari e delle videoinstallazioni. In De l’autre coté (2002) la frontiera tra Messico e Usa, e l’immigrazione clandestina, sono osservate implacabilmente dai piani-sequenza, raccontate da crude testimonianze. Riflessioni sulla propria identità ebraica sono Là-bas (2006), girato a Tel Aviv dalla finestra del proprio appartamento, e Marcher à côté de ses lacets dans une frigidaire vide (2004), videoinstallazione basata sul diario della nonna ritrovato ad Auschwitz, dove scultura e videoproiezione si intersecano con un dialogo tra la regista e la madre. Altre videoinstallazioni sono Woman sitting after killer (2001) e From the other side (2002). Nel 2012 il Muhka di Anversa le ha dedicato una personale dal titolo Too far, too close.