DUFRESNOY, Charles-Alphonse
Pittore, nato a Parigi nel 1611, morto a Villiers-le-Bel (Seine-et-Oise) il 16 gennaio 1668. Allievo di François Perrier e di Simon Vouet, dimorò a Roma circa vent'anni, dal 1633, eseguendo vedute di rovine e architetture, copiando i Carracci e sopra tutti Tiziano. In piccoli quadri di stile raffinato, dagli smalti preziosi, che gli costavano infinite fatiche, cercava di combinare il colorito veneziano, sensuale e poetico elemento della pittura, con una composizione classica. Si possono citare i due quadri del Nuovo palazzo di Potsdam, Venere e le Grazie, Venere e gli Amorini (1647), che sembrano d'un Albani divenuto più conciso, meno espansivo, più cosciente, quasi metallico. Nel 1653, il D. lasciò Roma con il Mignard passando per Venezia, dove si fermò diciotto mesi. Tornò a Parigi nel 1656: vi dipinse tra l'altro una Santa Margherita, oggi al museo d'Évreux. La gloria gli venne da un breve poema postumo, De arte graphica, edito nel 1668 a cura del Mignard; cinquecento eleganti versi, che durante venti anni egli aveva limati e carezzati e che ottennero un immenso successo in quel secolo di latinisti. Il piccolo libro, tutto in lode di Tiziano e del colore, compariva in buon punto, nell'ora in cui stava per cominciare la polemica tra antichi e moderni; esso conferì una certa attualità a questo maestro piuttosto enigmatico facendone un precursore dei rubensiani. Scrisse anche Conversations sur la connaissance de la peinture (Parigi 1677).
Tra altre opere del D. ricordiamo: la Morte di Socrate (Firenze, Uffizî), la Visione di Nausicaa (Vienna, Galleria Czernin).
Bibl.: L. Dussieux, Les artistes français à l'étranger, Parigi 1875; P. Vitry, De C. A. Du Fresnoy pictoris poemate quod "De arte graphica" inscribitur, Parigi 1901; J. Locquin, in Thieme-Becker, Künstler-Lexikon, X, Lipsia 1914 (con bibil.); L. Demonts, in Bull. de la Soc. de l'hist. et de l'art français, 1908, pp. 68-69; id., in Gaz. des Beaux-arts, 1925; II, pp 170-178; De Poussin à Carot (Catal. dell'espos. al Petit Palais de la Ville de Paris), Parigi 1925.