ANCILLON, Charles
Scrittore ed erudito francese, figlio di Davide, della famiglia illustre degli Ancillon di Metz, emigrata in Prussia dopo la revoca dell'editto di Nantes. Nacque a Metz il 28 luglio 1659 e morì a Berlino il 5 luglio 1715. Fu il sostenitore indefesso e autorevole dei diritti dei riformati di Francia. Per condannare l'intolleranza religiosa, l'errore politico commesso da Luigi XIV con la revoca dell'editto di Nantes, e presentendo tutte le angoscie che ai suoi correligionarî erano inevitabilmente riservate, scrisse: Réflexions politiques par lesquelles on fait voir que la persécution des réformes est contre les véritables intérêts du royaume (Colonia 1685). Sull'irrevocabilità dell'editto di Nantes ritornerà nel 1688 componendo un dottissimo Mémoire. Munito di una vasta e varia cultura, si fece tosto apprezzare nella nuova patria, e fu incaricato della sistemazione delle leggi che dovevano regolare il soggiorno della numerosa colonia francese in Berlino. L'A., specialmente come membro dell'Accademia dei Nobili, contribuì in modo notevole, insieme con altri rifugiati, a dare impulso allo sviluppo delle scienze e delle lettere tedesche.
Fra le numerose sue opere ricordiamo anche: Histoire de l'établissement des Français réfugies dans les Ètats de S.A.E. de Brandebourg, Berlino 1690; Mémoires concernant les vies et les ouvrages de plusieurs modernes célèbres dans la republique des lettres, Amsterdam 1709. G. Tr.