BEARD, Charles Austin
Storico, nato il 27 novembre 1874 presso Knightstown (Indiana), morto il 12 settembre 1948. Insegnò dottrine politiche in università americane; ad Oxford, fu a contatto con le correnti laboriste; organizzò nel 1918 la New School of Social Research a New York, assieme a T. Veblen e I.H. Robinson. Nel 1922-23 fu in Giappone, ove prestò la sua opera, tra l'altro, come consulente per la ricostruzione di Tōkyō dopo il terremoto. Nel 1927-28 fu consigliere presso il governo iugoslavo e visitò l'Europa, donde tornò negli S.U. persuaso che il vecchio continente fosse tutto una "grossa Balcania". Creato presidente della American Historical Association nel 1933, dal 1940 fu professore di storia americana nella Johns Hopkins University di Baltimora e dal 1946 membro della American Academy of Arts and Letters.
Il suo pensiero storico appare largamente permeato di influssi europei a sfondo deterministico-marxista, dall'opera più famosa e discussa The economic interpretation of the Constitution (New York 1913), ove la costituzione americana del 1787 è raffigurata come una specie di complotto dei gruppi possidenti contro il popolo, a The economic origins of Jeffersonian Democracy (1915), in cui Jefferson appare come l'equilibratore fra il capitalismo urbano in espansione e gli interessi agrarî, a The rise of American Civilization, scritto in collaborazione con la moglie Mary (1926), e caratterizzato dalla medesima interpretazione della storia in termini prevalentemente di interessi economici in conflitto (la guerra civile del 1861-63 vi è descritta, tra l'altro, come "una seconda rivoluzione americana", combattuta fra i proprietarî delle piantagioni del sud e i capitalisti del nord). Le più recenti opere del B., fra cui The Republic (1943), reinterpretazione in forma di dialogo platonico della costituzione, American Foreign Policy in the making: 1932-1941 (1946) e quelle scritte con la moglie: America in midpassage (1939), studio della politica di F.D. Roosevelt, The American Spirit (1942), A basic History of the U.S. (1944), rivelano una visione più cauta ed eclettica, pur ribadendo l'isolazionismo continentalista dell'autore.