Darwin, Charles
Il padre della teoria dell'evoluzione
Il naturalista inglese Darwin, dopo un viaggio di cinque anni intorno al mondo, tornò in Inghilterra, dove studiò l'evoluzione di tutti i viventi e dell'uomo, intuendone perfettamente i meccanismi. Le sue idee suscitarono tra i contemporanei scandalo insieme a un enorme interesse
Chissà perché, quando si parla di Darwin, c'è sempre chi comincia a discutere di uomini e scimmie, rifiutando di aver qualcosa a che fare con quegli animali. Eppure questo grande naturalista ha dato all'umanità la certezza scientifica dell'evoluzione e, assieme a pochi altri pensatori del 19° secolo, ha contribuito a formare la cultura prevalente del Novecento. È dunque bene conoscere la sua vita, le sue teorie scientifiche e le reazioni che hanno prodotto nel mondo dei cittadini 'perbene' del suo tempo.
Charles Robert Darwin nacque nel 1809 a Shrewsbury, nella campagna inglese. La sua famiglia, benestante e anche aperta alle idee moderne, gli permise di studiare ciò che gli piaceva. Darwin amava soprattutto la natura e studiò scienze naturali all'università di Cambridge con grande successo.
Dopo la vittoria su Napoleone dell'inizio dell'Ottocento, la flotta inglese rimase padrona del mare. Il governo inglese fece costruire sette navi attrezzate con le strumentazioni scientifiche più moderne; fra queste c'era il brigantino Beagle. In occasione del suo secondo viaggio intorno al mondo, il capitano della nave chiese di avere a bordo un naturalista per descrivere le specie animali e vegetali trovate. I professori di Cambridge, interpellati, proposero il giovane e promettente Charles Darwin.
A 22 anni Darwin si imbarcò per la sua meravigliosa avventura e tornò a casa a 27 anni con molti taccuini pieni di appunti, casse colme di pietre, piante e scheletri animali, e molte idee originali in testa.
Mettendo assieme le sue rigorose osservazioni Darwin arrivò alla conclusione che tutti gli esseri viventi, uomo compreso, sono sottoposti, nel succedersi delle generazioni, a lenti ma continui cambiamenti, chiamati evoluzione. Oggi sappiamo che questi cambiamenti originano da piccole modificazioni spontanee del DNA (note come mutazioni) non ereditate dai genitori, ma trasferite ai figli. L'ambiente seleziona (selezione naturale) gli individui che, a seguito di queste mutazioni, risultano più adatti alla sopravvivenza e alla riproduzione; il cambiamento, impercettibile nel corso di una generazione, è evidente nei millenni della storia della vita sulla Terra. Tutti gli esseri viventi, inoltre, hanno avuto una comune origine da organismi primordiali, da cui sono derivati attraverso un lento processo di specializzazione.
Dopo molti anni, nel 1859, Darwin espose questa sua rivoluzionaria ipotesi scientifica nel libro L'origine delle specie ad opera della selezione naturale, ossia il mantenimento delle razze avvantaggiate nella lotta per la vita (v. fig.).
Il libro però suscitò scandalo e forti avversioni, perché le idee esposte erano troppo diverse da quelle della cultura prevalente a quel tempo, largamente influenzate dalle credenze religiose. In effetti, la religione cristiana e quella ebraica si basano sulla Bibbia, dove è scritto che le specie viventi sono state create così come sono oggi e che l'uomo è stato creato a immagine e somiglianza di Dio, per cui non può avere un progenitore in comune con le scimmie.
Oggi la maggior parte dei credenti sa che il racconto della Bibbia richiama un antico mito comune ad altre tradizioni e vuole esprimere il concetto di un unico creatore onnipotente, e che quindi non ha senso interrogare la Bibbia per avere conferma o meno delle teorie scientifiche.
Tuttavia l'ipotesi di Darwin è stata accolta anche con forti distorsioni interpretative: è il caso del cosiddetto darwinismo sociale che fu utilizzato, a fini politici, da chi nei primi quarant'anni del Novecento ha voluto esaltare il diritto di una specifica 'razza' umana ad asservire, e persino a sopprimerne altre, in virtù di una sua non comprovata superiorità: questo aberrante punto di vista ebbe drammatiche conseguenze in Europa soprattutto per gli Ebrei, ma anche per gli zingari.
La selezione naturale va invece interpretata con il fatto che chi è più adatto a vivere nel proprio ambiente è avvantaggiato, e così trasmette i propri caratteri ereditari alle generazioni future.
Darwin è morto nel 1882. È sepolto nell'abbazia di Westminster a Londra, assieme a molti altri grandi inglesi, com'è giusto per chi ci ha lasciato una grande eredità di idee e di cultura.