ARGENTRÉ, Charles du plessis d'
Teologo francese, di illustre famiglia brettone, nato il 16 maggio 1673 nel castello di Plessis. Dopo di avere ottenuto, sin dal 1697, l'abbazia di Sainte-Croix de Guingamp, fu ordinato prete nel 1699; nel 1700 conseguì il dottorato in teologia, presso la Sorbona; nel 1707 divenne vicario generale del vescovo di Tréguier; nel 1709 elemosiniere del re, e nel 1723 vescovo di Tulle, nella quale città morì il 27 ottobre 1740. Iniziò la sua attività di scrittore prendendo parte alla controversia sul quietismo: pubblicò infatti, anonima, l'Apologie de l'amour qui nous fait désirer véritablement de posséder Dieu seul... ecc. (Amsterdam 1698) in cuì attaccava recisamente Fénelon, schierandosi a favore di Bossuet. L'opera ebbe certa ripercussione, provocando, oltre a osservazioni dello stesso Fénelon, una replica del benedettino di Saint-Maur dom Gerberon. A tale movimentato esordio seguirono varie opere di argomento teologico, la più importante delle quali è la Collectio iudiciorum de novis prorieus, qui ab initio XII saeculi... in Ecclesia proscripti sunt et notati, voll. 3, Parigi 1724-1736.
Bibl.: Du Mabaret, Vie de d'Argentré, in Mémoires de Trévoux, 1743, pagine 223-235; Hurter, Nomenclator literarius, II, Innsbruck 1879, coll. 934-936; Dictionnaire de théologie catholique, I, Parigi 1909, coll. 1777-1778. Per la polemica sul quietismo: Fénelon, Oeuvres, IX, Parigi 1822, pp. 5-8; id., Correspondance, X, Parigi 1828, p. 99 e n. 4; Bossuet, Correspondance, X, Parigi 1916, p. 53, n. 3; XIV, Parigi 1923, pp. 330-31.