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FILLMORE, Charles J

di Giulio Lepschy - Enciclopedia Italiana - V Appendice (1992)
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FILLMORE, Charles J.

Giulio Lepschy

Linguista statunitense, nato a St. Paul (Minnesota) il 9 agosto 1929. Ha studiato alle università del Minnesota e del Michigan, dove ha conseguito il PhD nel 1961. Docente prima alla Ohio State University (1961-70) e dal 1971 all'università di California a Berkeley, è una delle figure di maggior spicco fra gli studiosi che hanno seguito percorsi originali entro il settore teorico aperto dalla grammatica generativa ideata da N. Chomsky. Il suo nome è legato allo sviluppo della ''teoria dei casi'' o ''grammatica dei casi'' da lui elaborata. Come la semantica generativa di G. Lakoff e J. McCawley, la teoria dei casi si propone di correggere il ''sintatticismo'', considerato eccessivo, dell'impostazione chomskiana, troppo legata all'organizzazione della struttura superficiale della frase.

F., pur senza mai perdere di vista il fatto che la frase è costituita da parole (e dunque senza cercare di dissolvere le parole in tratti semantici, come fanno i cultori della semantica generativa), mette in rapporto le funzioni sintattiche, come soggetto e oggetto (che possono essere manifestate dall'ordine delle parole, dalle desinenze casuali, come nominativo, accusativo, dativo, ecc., o da sintagmi preposizionali), con un numero molto limitato di funzioni semantiche o ''casi profondi''. Questi sono costituiti dai rapporti soggiacenti fra i sintagmi nominali e il predicato che li regge. Questi casi sono designati da termini come ''agentivo'' (o agente), ''strumentale'' (o strumento), ''dativo'' (in seguito suddiviso in esperiente, e scopo od oggetto), ''oggettivo'' (oggetto o paziente), e alcuni altri, come ''locativo'' (a volte usato come termine generale suddiviso nei quattro sotto-casi di locazione, per una caratterizzazione spaziale statica, sorgente, scopo e percorso per caratterizzazioni dinamiche).

La logica dei predicati, per cui un predicato (verbo, aggettivo o nome) identifica alcune proprietà o alcuni rapporti fra certi oggetti che costituiscono i suoi argomenti, non coglie le ambiguità del linguaggio naturale, per cui in una frase come Mario ha urtato il tavolo, il ruolo esercitato da Mario potrebbe essere quello di agente responsabile (se Mario lo ha urtato deliberatamente), o di strumento (se è stato spinto da qualcuno contro il tavolo). La teoria dei casi si è venuta svolgendo in direzione di un concetto più semantico dei casi, di una maggiore attenzione prestata alla psicologia cognitiva, alla pragmatica, e ai rapporti fra organizzazione linguistica ed esperienze del mondo reale. In questo contesto la frase viene associata a una scena o schema cognitivo, in cui alcuni elementi, appartenenti al ''nucleo'' della frase, vengono messi a fuoco (sono le parti sintattiche nucleari, come soggetto e oggetto, che occupano posizioni più salienti), mentre altri, tipicamente realizzati da sintagmi preposizionali (i complementi), appartengono alla periferia.

Opere principali: Indirect object constructions in English and the ordering of transformations (1965); The case for case, in Universals in linguistic theory, a cura di E. Bach e R. T. Harms (1968, pp. 1-88; trad. it., 1978, pp. 27-131); Santa Cruz lectures on deixis (1971); The case for case reopened, in Syntax and Semantics, 8 (1977), pp. 59-81; utile l'antologia di R. Dirven e G. Radden, Fillmore's Case Grammar. A Reader (1987).

Vedi anche
Peirce, Charles Sanders Filosofo statunitense (Cambridge, Massachusetts, 1839 - Milford, Pennsylvania, 1914). Nella sua opera più nota, l'articolo How to make our ideas clear, pubblicato nel Popular Science Monthly del gennaio 1878, dal quale si fa cominciare la storia del pragmatismo americano, sostenne che la chiarezza non ... semantica Ramo della linguistica che si occupa dei fenomeni del linguaggio non dal punto di vista fonetico e morfologico, ma guardando al loro significato. Il termine fu coniato da M. Bréal nel 1883 come sostituto di semasiologia. Gli studi linguistici I primi studi di s. di Bréal (Essai de sémantique, 1897) ... linguistica Scienza del linguaggio. Secondo F. de Saussure i compiti primari della l. sono: a) descrivere il maggior numero possibile di lingue storico-naturali e famiglie di lingue sia nella loro funzionalità in un dato momento, sia nel loro divenire attraverso il tempo; sia da un punto di vista interno sia da ... idioma Lingua propria di una nazione. In particolare, in linguistica, il conglomerato di sistemi che coesistono nell’ambito di una data comunità storico-sociologica. Comunicazione degli i. (lat. communicatio idiomatum) Espressione teologica nella quale il termine i. vale «proprietà» e «attributo proprio di ...
Tag
  • GRAMMATICA GENERATIVA
  • PSICOLOGIA COGNITIVA
  • SINTAGMI NOMINALI
  • SEMANTICA
  • PREDICATO
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  • Fillmore, Charles J
    Enciclopedia on line
    Linguista statunitense (Saint Paul, Minnesota, 1929 - San Francisco 2014). Docente emerito dell'univ. della California a Berkeley, ha incentrato i suoi studî nel campo della semantica generativa. Ha elaborato una teoria dei casi o grammatica dei casi, in cui cerca di individuare le relazioni semantiche ...
Vocabolario
j, J
j, J (i lungo, raro iòd, ant. iòta) s. f. o m. – Segno alfabetico, che non costituisce una lettera a sé dell’alfabeto latino o italiano, ma è una variante grafica della i, introdotta nella scrittura latina medievale come forma allungata...
J/PSI
J/PSI J/Ψ ‹ǧèi-psi›. – In fisica, denominazione di un mesone pesante, di spin pari a 1, costituito da una coppia charm-anticharm; la denominazione deriva dal fatto che questa particella fu scoperta, nel 1974, indipendentemente e pressoché...
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