BARBAROUX, Charles Jean
Nato a Marsiglia il 6 marzo 1767 e avvocato allo scoppio della Rivoluzione, fu nominato segretario del municipio della sua città natale e nel luglio del 1792 fu inviato a Parigi per presentare all'assemblea legislativa una petizione invocante la deposizione di Luigi XVI. Si trovò pertanto all'attacco delle Tuileries il 10 agosto e s'inscrisse al club dei Giacobini; ma subì l'ascendente del Roland e della moglie di lui, sicché divenne, giovanissimo, uno degli esponenti del partito girondino. Il suo dipartimento delle Bouches-du-Rhône lo nominò deputato alla Convenzione. Divenuto ben presto timoroso dell'ambizione di Robespierre, lo accusò sin dal settembre di aspirare alla tirannia; ma, come gli altri teorici del suo partito, si astenne dal far seguire gli atti alle minacce. Fedele alle sue convinzioni repubblicane, il Barbaroux si trovò d'accordo con i montagnardi nel chiedere che il re fosse processato; e fu uno dei pochi girondini che, nei numerosi appelli nominali del gennaio 1793, votarono per la morte immediata di Luigi XVI. Il Barbaroux era stato uno dei primi segretarî della Convenzioue e conservò una certa popolarità fra i deputati, fino al marzo del 1793, quando i suoi avversarî comiraciarono a impedirgli di prendere la parola. I suoi sforzi per ostacolare l'organizzazione del tribunale rivoluzionario furono vani. Quando, il 31 maggio 1793, la sala della Convenzione fu invasa, il Barbaroux si segnalò fra i più tenaci fautori della resistenza e fu compreso nel novero dei proscritti. Fuggito in Normandia col Buzot, moltiplicò inutilmente i tentativi per radunare un esercito contro la Convenzione. Si vuole che il suo fervore patriottico avesse indotto Carlotta Corday a recarsi a Parigi, munita d'una lettera di raccomandazione del Barbaroux stesso, che peraltro ignorava il suo proposito di uccidere il Marat. Dispersi i fautori dei Girondini nei dipartimenti del NO., il Barbaroux s'imbarcò a Quimper per la Gironda e riuscì a tenersi nascosto in quelle campagne fino al giugno 1794, allorché, inseguito dai soldati che gli davano la caccia, tentò di uccidersi con un colpo di rivoltella. La ferita non era mortale ed egli sopravvisse per essere ghigliottinato a Bordeaux, il 25 giugno 1794.
Bibl.: I Mémoires del B. furono pubblicati incompleti, dal figlio, nel 1822; l'ed. completa è in C. A. Dauban, Mémoires inédits de Pétion et Mémoires de Buzot et de Barbaroux ecc., Parigi 1866.