CHÊNEDOLLÉ, Charles-Julien Lioult de
Poeta francese, nato a Vire (Normandia) il 4 novembre 1769, morto nel suo castello di Coisel il 2 dicembre 1833. Emigrato nel 1791, soggiornò in Olanda ad Amburgo, in Svizzera; combatté nell'esercito dei principi e poté rientrare in Francia nel 1799, per intercessione del Fouché. Accostatosi a Chateaubriand, ne divenne devoto e concepì per la sorella di lui, l'enigmatica Lucile, un amore casto e appassionato. Nel 1830 fu nominato ispettore generale degli studî.
L'aspirazione della sua giovinezza, dominata dall'influenza del Rousseau, era stata la poesia pastorale; poi, per suggestione del Rivarol (v. il suo Esprit de Rivarol, 1808), aveva concepito e dato opera a un poema, Le Génie de l'homme (1807); amico di Joubert e in relazione con il cenacolo di madama de Staël, fu tra i primi spiriti aperti all'influenza delle letterature nordiche; infine, entrato nel gruppo letterario di Chateaubriand, scrisse le liriche romantiche che vanno sotto il titolo di Études poétiques (1820). Il Génie è un lungo discorso in alessandrini, senza vera ispirazione. L'uomo vi è celebrato successivamente come conquistatore dei cieli (astronomia), della terra, del suo proprio pensiero, della vita sociale. Le Études sono cosa più sentita e viva: la Gelée d'avril, il Tombeau du jeune laboureur, il Clair de lune de mai esprimono con felice chiarezza e fluida musicalità un po' dell'anima del primo romanticismo.
Fu il Sainte-Beuve che, pubblicando le Œuvres complętes (Parigi 1864) dello Ch., ne ravvivò la memoria. Pur non possedendo una forte personalità artistica, lo Ch. attesta la graduale trasformazione del Settecento classicista in Ottocento romantico.
Bibl.: C. A. Sainte-Beuve, in Revue des deux mondes, giugno 1849; id., Chateaubriand et son groupe littéraire, Parigi 1860, II; G. Helland, Étude biographique et littéraire sur Ch., Parigi 1857; F. Cazin, Notice biographique sur Ch., Vire 1869; L. de Lamare, Un épisode de la vie de Lucile de Chateaubriand, in La Minerve française, 1920.