READE, Charles
Romanziere inglese, nato nel 1814 nella contea di Oxford, morto l'11 aprile 1884 a Londra. Di famiglia benestante, educato ad Oxford per l'avvocatura, si diede a scrivere per il teatro. Un suo dramma, trasformato in romanzo, Peg Woffington (1852), gli procurò la fama di romanziere. Un altro romanzo, che denunciava i maltrattamenti dei reclusi nelle prigioni, It's never too late to mand del 1856, ebbe larghe ripercussioni. Esso rappresenta tipicamente il procedimento letterario dei romanzi a tesi di R., basati su un amplissimo lavoro preparatorio di ricerca e documentazione, e intessuti sulla trama vivace di un romanzo sensazionale, ricco di colpi di scena. Tale è anche il suo capolavoro The Cloister and the Hearth del 1861, ove contrappone polemicamente il celibato monastico alla vita famigliare, raccontando la storia di due infelici amanti del sec. XVI, separati dalla malignità degli uomini e costretti a vita claustrale. Più che ad Abelardo ed Eloisa, il R. pensava alle vicende dei genitori di Erasmo. La vena del R. è piuttosto avventurosa e picaresca che sentimentale; il romanzo è un quadro ricco e animato della vita varia e pittoresca della Germania e dell'Italia alla fine del Medioevo, condotta con dottrina storica e vivacità di episodî. Altri romanzi, il cui titolo stesso rivela sovente la tesi, sono: Hard Cash (1863), Griffith Gaunt, or jealousy (1866), Put yourself in his place (1870), A Terrible Temptation (1871), ecc. Si comprende che egli dovesse provare simpatia per l'opera di Zola, di cui adattò L'Assommoir per le scene inglesi (Drink, 1879).
Bibl.: Molte ristampe del Cloister and the Hearth: per es., "Everyman"; ediz. con note, a cura di Wheeler, Oxford U. P.; M. Elwin, C. R., a biography, Londra 1931; E. G. Sutcliffe, Fœmina Vera in C. R.'s novels, in Publications of the Modern Language Association of America, dic. 1931; W. Phillips, Dickens, Reade, Collins, Sensation Novelists, New York 1919; L. Cazamian, Le Roman social en Angleterre, Parigi 1903.