Charlie Brown
L'eroe di un mondo senza adulti
Nel mondo di Charlie Brown (nei fumetti disegnati da Charles M. Schultz) non c'è bisogno di adulti: i ragazzini che lo popolano possiedono tutte le nevrosi, le paure e i difetti dei 'grandi'. Ideali discendenti di un sottogenere di 'bambini filosofi' iniziato con un personaggio americano degli anni Venti di nome Skippy, hanno dato vita, a loro volta, a una serie di discendenti che pensosamente si interrogano sulla realtà che li circonda. Il risultato è un irresistibile umorismo, venato di tenerezza
Nella prima edizione italiana pubblicata dal quotidiano Paese Sera, Charlie Brown era stato ribattezzato Pierino, come i monelli delle barzellette. Perbacco, no! In comune con il Pierino delle barzellette, Charlie Brown ha soltanto l'età: è un bambino di otto-dieci anni. Ma non combina guai, è studioso, rispetta gli altri, non dice volgarità. Il solo fatto che i suoi compagni di classe si rivolgano a lui chiamandolo sempre con tanto di nome e cognome ‒ Charlie Brown, mai soltanto Charlie ‒ lascia intendere che qualcosa lo rende diverso.
E c'è un altro particolare significativo: anche se il nostro eroe è il personaggio principale di una delle più famose serie a fumetti di tutti i tempi, questa non è intitolata Charlie Brown, come sarebbe normale, ma Peanuts, ossia "Noccioline". Charlie Brown si considera un "perdente nato": che dopotutto non abbia torto?
Facciamo un passo indietro: fino al 1950, con poche eccezioni, i bambini del fumetto erano, appunto, bambini, e come tali si comportavano, solitamente scontrandosi con gli adulti. Quell'anno il disegnatore Charles M. Schultz inventò un gruppo di ragazzini completamente diversi: i Peanuts, appunto.
La prima caratteristica che salta all'occhio guardando le tavole è che non vi compare nessun adulto. Anche se i protagonisti hanno genitori e insegnanti, questi non si vedono mai. E, in effetti, al mondo di Charlie Brown gli adulti non servono perché esso ne è già lo specchio, con tutto il campionario di nevrosi e tic. Charlie Brown non si sente all'altezza delle situazioni ed è perennemente depresso; la piccola Lucy scarica i suoi problemi prendendosela con gli altri; Linus ha bisogno di protezione, e stringe una piccola coperta che gli dà un po' di sicurezza; l'unico 'bambino' del gruppo è un cane, Snoopy, il quale, insieme all'uccellino Woodstock, combatte immaginarie battaglie contro un invisibile asso dell'aviazione chiamato Barone Rosso. Charlie Brown e i suoi amici s'interrogano sui piccoli e grandi problemi quotidiani, sull'amicizia e sull'amore, e lo fanno con molta poesia, in piccole storie dall'umorismo garbato che inducono al sorriso ma anche alla riflessione.
Ora Schultz è scomparso, ma i suoi Peanuts hanno aperto la strada a molti altri 'bambini adulti': la piccola Mafalda dell'argentino Quino, che s'interroga sulle sorti anche politiche del mondo, o il sognatore Calvin, della serie Calvin e Hobbes di Bill Watterson. Le vicende di Charlie Brown continuano a essere ristampate in tutto il mondo, e il successo con cui continuano a essere accolte da nuove generazioni di lettori testimonia l'attualità e universalità delle loro tematiche.
Nel 1865 un illustratore-poeta tedesco di nome Wilhelm Busch realizzò un libretto, Max und Moritz, che aveva come protagonisti due terribili monelli; qualche anno dopo, lo scrittore americano George W. Peck scrisse il romanzo Peck's bad boy and his Pa, dove il ragazzino Hennery ne combinava di tutti i colori. Il successo di questi personaggi fu enorme, e la letteratura per ragazzi si popolò di monelli, tra cui l'italiano Gian Burrasca del fiorentino Vamba. Il fumetto sfruttò il tema: una delle prime serie americane si chiama "The Katzenjammer kids", tradotta in Italia con il titolo "Bibì e Bibò"; uscì per la prima volta nel 1897 e viene tuttora pubblicata. Le storie dei 'nipoti' di Bibì e Bibò sono divise in tanti sottogeneri: bambini terribili, bambini paurosi, superbi, bugiardi, sfortunati, ricchi, poveri, generosi, coraggiosi. L'americano Percy Crosby inaugurò con il personaggio di Skippy (1923) il sottogenere dei 'bambini filosofi', di cui Charlie Brown e i suoi amici sono gli ideali discendenti.