CHAULMOOGRA
. Nome di un prodotto di origine vegetale usato in Estremo Oriente dalla più remota antichità per la cura della lebbra. La sua origine botanica è incerta: secondo Desprez la pianta che lo produce è la Gynocardia Praini della famiglia Flacurtiacee: invece sir David Prain ha dimostrato che i veri semi di chaulmoogra derivano dal Taraktogenos o Hydnocarpus Kurzii della medesima famiglia.
Secondo uno studio di E. Perrot (Bull. des sciences pharmacologiques, 1926, p. 353), nelle varie regioni piante diverse, appartenenti però sempre alla stessa famiglia delle Flacurtiacee, fornirebbero un prodotto di simile azione terapeutica e che possiede le stesse proprietà: così nelle Indie oltre il Taraktogenos Kurzii vi sarebbero parecchi Hydnocorpus e l'Astenagstegma macrocarpa; in Indochina vi è l'Hydnocarpus anthelmintica, nelle Filippine altre specie di Hydnocarpus. In Africa sarebbero state segnalate proprietà simili nei semi di Oucuba echinata; nella bassa Amazzonia gl'indiani usano come antilebbroso la Carpotioche brasiliensis.
Gli Americani, in seguito agli studî di Koch e di Muir, hanno acclimatato il Taraktogenos Kurzii alle Filippine per avere una regolare produzione di vero olio di chaulmoogra.
Quest'olio si estrae dai semi ove è contenuto nella proporzione del 50% circa, insieme con l'acido ginocardico, e si ottiene per pressione. L'olio di chaulmoogra si presenta come una massa untuosa, verdastra, di odore sgradevole, parzialmente solubile in cloroformio ed etere. Nell'India e nell'Isola della Riunione questo olio è usato contro la lebbra come unguento, e pare con buoni risultari. Rettificato costituisce la specialità che va sotto il nome di antileprolo e ha l'aspetto d'un liquido incoloro e neutro che si adopera per iniezioni ipodermiche o in capsule alla dose di gr. 0,50-1. Con l'olio di chaulmoogra si preparano anche empiastri e saponi che hanno trovato applicazione anche nella cura della tubercolosi cutanea, del reumatismo e della sifilide. Dal punto di vista farmacologico l'olio di chaulmoogra, l'acido ginocardico e i suoi derivati sono stati da noi in Italia accuratamente studiati (Valenti). Anche l'acido ginocardico per via interna alla dose di 3-20 centigrammi, o esternamente in forma di oleo-linimento, ha trovato uso in terapia.