Amor, che lungiamente m'ài menato
Verso iniziale (citato in VE I XII 2) di una canzone di Guido delle Colonne eletta, senza indicazione del nome dell'autore, a documento che perplures siciliani hanno poetato graviter.
Il medesimo verso ritorna in II V 4, questa volta esplicitamente attribuito a Iudex de Columpnis de Messana, come esempio di endecasillabo perfetto tam temporis occupatione, quam capacitate sententiae, constructionis et vocabulorum.