CHEIRISOPHOS (Χ[ε]ιρίσοϕος, Chirisõphos)
2°. - Toreuta greco, di epoca augustea, attivo in Italia; autore di due vasi in argento dorato, trovati nel 1920 in una tomba a inumazione a Hoby (isola Lolland, Danimarca) e ora nel Museo Nazionale di Copenaghen. Un vaso presenta in rilievo Priamo che richiede ad Achille il corpo di Ettore, l'altro, Odisseo e Filottete; sul primo la firma del toreuta è in caratteri greci, sul secondo in lettere latine; si deduce così che l'artista era greco, al servizio però di commissionari romani. Il repertorio deriva dalle opere di scultura e pittura attica del IV sec. (si ricordi il perduto quadro di Parrasio Filottete a Lemno descritto da Filostrato e in Anth. Pal., che concorda, anche nei particolari, col vaso di Ch., in quanto entrambe le opere non seguono la versione sofoclea, ma quella della perduta tragedia di Euripide); e a Parrasio il Filottete di Ch. si riporta non solo iconograficamente, ma anche stilisticamente, nonostante l'impronta classicistica augustea. Sui due vasi è segnato poi il peso complessivo dei due pezzi e il nome di Silius, certo il padrone che li commissionò; è molto probabile l'identificazione col C. Sillus noto da Tacito (Ann., 1,32) come governatore nella Germania settentrionale, negli anni 14-21 d. C., incaricato da Tiberio della costruzione della flotta romana di Germania. I vasi potrebbero rappresentare il dono di Silius a qualche capo nordico.
Bibl.: K. F. Johansen, in Nordiske Fortidsminder, II, 1923, p. 119 ss.; S. Reinach, in Gaz. B.-A., LXV (2), 1923, p. 129 ss.; L'Année épigraphique, 1924, n. 84; Suppl. epigr. Gr., 1924, II, 885; G. Lippold, in Pauly-Wissowa, Suppl. V, 1931, c. 58, s. v.; G. Rodenwaldt, in Arch. Anz., 1937, c. 237 ss.; R. Bianchi Bandinelli, Parrasio, in Storicità dell'arte classica, Firenze 1950, pp. 59, 267, nota 68; J. M. C. Toynbee, Some Notes on Artists in the Roman World, Bruxelles 1951, p. 52.