chemioterapia
Ramo delle scienze biomediche che si occupa di sintetizzare, sperimentare e impiegare in terapia farmaci dotati di tossicità selettiva per agenti infettanti e per cellule neoplastiche (c. antiblastica), rispettando, nei limiti del possibile, i tessuti normali.
Il trattamento con i farmaci chemioterapici ha rivoluzionato la terapia dei tumori, sia solidi sia ematologici: prima di essa infatti era prevista solamente, quando possibile, la rimozione chirurgica di quelli solidi, e la radioterapia di alcuni. La moderna c. è scienza relativamente giovane, che ha mosso i primi passi intorno agli anni Sessanta del 20° sec., ma che solo negli anni Settanta ha iniziato ad ottenere risultati fondamentali in alcune neoplasie quali, ad esempio, il tumore della mammella, i linfomi, i tumori del testicolo. Tutti i farmaci chemioterapici agiscono sostanzialmente sulle cellule che replicano rapidamente, e hanno la caratteristica di distribuirsi in ogni parte dell’organismo (a parte alcune eccezioni). Questo permette che la c. venga utilizzata per contrastare la crescita tumorale sia del tumore iniziale (detto tumore primitivo, per es. il tumore al seno), sia delle eventuali localizzazioni a distanza dello stesso tumore (metastasi, per es. le metastasi al fegato). La c. che ha lo scopo di ridurre il tumore primitivo per permetterne l’operabilità o la possibilità di interventi meno demolitivi è chiamata c. primaria o neoadiuvante. Un esempio è il suo utilizzo per ridurre le dimensioni di un tumore al seno ed evitare così la mastectomia a favore di un intervento più conservativo. La c. utilizzata dopo un intervento chirurgico di rimozione radicale del tumore, in assenza di metastasi a distanza, è detta c. adiuvante. In questo caso lo scopo è di distruggere eventuali micrometastasi che si suppongono essere presenti, ma che non sono evidenziabili con i mezzi di immagini oggi a disposizione. In queste due situazioni, c. primaria ed adiuvante, lo scopo del trattamento, in genere insieme ad altri trattamenti locali (per es. chirurgico o radioterapico), è quello della guarigione. Infine la c. viene utilizzata nella fase avanzata della malattia, in cui le metastasi sono evidenti, in genere allo scopo di aumentare il tempo di sopravvivenza, il controllo di sintomi quali il dolore o la dispnea, senza però garantire la guarigione.