CHEOPE
. Faraone egiziano della IV dinastia, vissuto circa il 2620-2597 a. C. Accanto alla forma arcaica Χέοψ, data da Erodoto, appaiono le più recenti Σαῶϕις (Eratostene) e Σοῦϕις (Africano), con il passaggio della ḫ in š. Le tre forme mno riduzioni dell'antico egiziano Ḫawwõf-wej, abbreviato da ġnem-ḫawwõf-wej che significa: "(Il dio) Chnûm mi proteggerà". Egli fu figlio del faraone Śenfóre (eg. śnfrw, Σωρις, da alcuni male vocalizzato Snefru) e della regina Ḥetp-ḥrāś (eg. ḥtp-ḥr-ś: entrambi nati da Hwe-naj [eg. Ḥwj-n-j, "Αχης], ultimo re della III dinastia). Tra i molti suoi figli vanno segnalati Ṣeṭwefrīe (eg. ṣṭw- f-r‛j) e Chephren, i quali gli successero sul trono; e Ṣeṭwefhûr (eg. ṣṭw-f-ḥrw), famoso per la sua saggezza. Della sua attività, oltre alla meravigliosa piramide che egli elevò presso la residenza reale di Gīzah, abbiamo scarsi avanzi; secondo una tradizione tolemaica edificò un tempio alla dea Hathôr a Dendera. Nel Sinai, presso Wādi Maghārah, è ricordata una sua vittoria sui nomadi della regione. La sua empietà, di cui parlano scrittori classici, non ha alcun fondamento storico; ancora nella XXVI dinastia era celebrato il suo culto.
Bibl.: Oltre alle storie generali cfr. A. Wiedemann, Herodots Zweites Buch, Lipsia 1890, s. v. Per la tomba della madre: The tomb of Queen Hetep-heres, in Bulletin of the Museum of fine arts, XXV, Boston 1927, e nello stesso bollettino, XXVI (1928), p. 76 segg.; XXVII (1929), p. 83 seg.