CHEREN (IX, p. g73j
Durante la seconda Guerra mondiale, attorno a Cheren si combatté la più cruenta battaglia della campagna in Africa orientale. Essa si svolse in tre periodi. Nel primo (3-13 febbraio 1941) gli Inglesi, provenienti da Agordat, sferravano una serie di attacchi al M. Zanchil, al Roccione Forcuto e nel settore Falestok. Nelle alterne vicende della lotta gravi furono le perdite fra i granatieri, i bersaglieri e i reparti coloniali. Il Roccione Forcuto passava più volte in possesso dell'uno e dell'altro contendente, ma il mattino del 12 gli alpini erano di nuovo padroni delle sue tre cime e vi si organizzavano saldamente, mentre il nemico restava tenacemente aggrappato all'altura di q. 1616. Il 14 i carri armati che erano stati dissimulati dagli Inglesi sotto gli alberi della zona d'attacco in attesa che l'azione delle fanterie permettesse loro di irrompere per la strada, furono visti ripiegare verso occidente; i Britannici duramente provati erano costretti a sostare.
Nel secondo periodo (14 febbraio-14 marzo), la lotta sul fronte occidentale e meridionale di Cheren si limitava a piccole azioni locali, a tiri di artiglierie e attività di pattuglia; nel settore nord, di Karora, invece, una accentuata pressione contro le linee avanzate costrinse gli Italiani a ripiegare sul passo di Mescelit (20 km. a nord-est di Cheren).
Il 15 marzo (terzo periodo: 15-27 marzo), velivoli a volo rasente e artiglieria concentrarono il tiro sulle posizioni del M. di Samanna, M. Amba, Roccione Forcuto, M. Sanchil, all'interno della stretta di Dongolaas, sul fortino di q. 1501 e su M. Belo. I Britannici, ricacciati da M. di Samanna, dalla sella a N. di M. Forcuto e da M. Belo ove erano riusciti a porre piede, costretti a ripiegare coi mezzi corazzati dall'imbocco della stretta di Dongolaas e dalla selletta del Sanchil riuscirono, nelle prime ore del mattino del 16, a occupare il fortino di q. 1501 di M. Dologorodoc, appoggiante sulla sinistra la difesa della stretta e dominante la strada Cheren-Agordat. In mano avversaria esso rendeva la situazione assai delicata. Per otto giorni gli Italiani, pur sotto il continuo martellamento aereo, tentarono invano di riconquistarlo. Il 25, gli Inglesi iniziarono un violento bombardamento su tutto il fronte: spezzate le truppe che fronteggiavano la stretta di Dongolaas, sebbene M. Sanchil resistesse, poterono riattare l'interruzione stradale che non aveva consentito sin allora di avanzare coi carri cingolati e con le camionette. Alla sera del 26, non essendo riusciti i tentativi di riconquistare la zona dell'interruzione, la situazione italiana a Cheren, di fronte al continuo progredire dell'avversario, si fece grave.
Il comando dello scacchiere ordinò che all'imbrunire fosse iniziato il ripiegamento su una linea arretrata, situata a cavaliere della strada per Asmara. Su di essa affluiranno anche, ma invano, le ultime forze tratte da Addis Abeba.