ALBERTI, Cherubino
Pittore, figlio di Alberto di Giovanni, nacque a Borgo Sansepolcro il 24 febb. 1553. Si formò in quell'ambiente manieristico fiorentino e romano che precede l'accademia carraccesca: tipici della sua pittura furono la facilità di mestiere, la tendenza decorativa, un virtuosismo accademico strettamente legato a contenuti letterari e retorici. Ebbe come collaboratori, offuscati, però, dalla sua maggiore fama, i fratelli Alessandro (nato a Sansepolcro il 9 marzo 1551, morto a Roma il 10 luglio 1596) e Giovanni (nato a Sansepolcro il 19 Ott. 1558 e morto a Roma il 10 ag. 1601; se ne ricordano lavori in San Silvestro al Quirinale e nel palazzo pontificio di Montecavailo).
Eccetto brevi ritorni a Sansepolcro, o viaggi in altre città, dal 1578 svolse la sua attività prevalentemente a Roma. Dal 1611 al 1614 fu principe dell'Accademia di S. Luca (ove se ne conserva il ritratto) e il 26 genn. 1612 dai Consoli e dal Senato fu creato cittadino romano.
Dei lavori romani, più importanti sono gli affreschi della sala Clementina in Vaticano (1597-1598; con Giovanni) eseguiti per Clemente VIII, di cui fu il decoratore ufficiale; la volta ad affresco "con uno sfondato in mezzo" e angeletti con croce, della cappella Aldobrandini in S. Maria sopra Minerva (1606); gli affreschi della sagrestia di S. Giovanni in Laterano (con Giovanni); quelli di S. Maria del Portico. Tra le prime opere romane il Baglione ricorda le pitture di S. Lorenzo in Panisperna; tra le ultime, le pitture della facciata della sua casa presso Ripetta (personificazione del Tevere con Romolo e Remo e altre figure).
Opere decorative eseguì anche a Perugia (1587), Firenze (1589), Napoli (1593). A Sansepolcro nel 1587 esegui graffiti e dipinti con decorazioni architettoniche, stemmi, putti e figure allegoriche sulla facciata di casa Rigi; nel 1588, con Giovanni, che fece la prospettiva, dipinse il Cristo alla colonna nel Palazzo comunale; nello stesso anno, insieme con Alessandro e Giovanni, affrescò le dodici lunette con Storie di Cristo nell'oratorio sotterraneo della Compagnia del SS. Crocifisso. Gli vengono attribuiti, nella città natale, un affresco con S. Andrea nella chiesa di S. Chiara e gli sportelli del tabernacolo all'altare maggiore di S. Maria delle Grazie (insieme con Pietro Dandini). La volta della loggia del giardino del vescovo, a Sansepolcro, che aveva dipinta con Giovanni, rovinò nel 1588.
Attivo e stimato incisore, lasciò circa iSo rami incisi da vari pittori del '500 (Michelangelo, Taddeo Zuccari, Polidoro da Caravaggio, ecc.), le incisioni dai dipinti della Farnesina (1579-1582), i disegni dei monumenti di Roma antica in sei fascicoli (1585). Nel 1592 incise i ritratti dei reali di Napoli.
Morì a Roma il 28 ott. 1615 e fu sepolto in S. Maria del Popolo.
Fonti e Bibl.: G. Baglione, Vite de' pittori scultori e architetti, Roma 1642, pp. 131-133; L. Lanzi, Storia pittorica della Italia, I, Firenze 1822, p. 184; M. Missirini, Memorie per servire alla Storia della romana Accademia di S. Luca, Roma 1823, p. 461; M. Gualandi, Nuova raccolta di lettere, I, Bologna 1844, pp. 278 ss.; Id., Memorie originali italiane riguardanti le belle arti, VI, Bologna 1845, pp. 64 ss.; G. Campori, Raccolta di Cataloghi ed Inventarii inediti, Modena 1870, p. 169; A. Bartsch, Le peinire graveur, XVII, Leipzig 1870, pp. 45-122; A. Bertolotti, Artisti lombardi a Roma, II, Milano 1881, p. 71; L. Coleschi, Storia della città di Sansepolcro, Città di Castello 1886, p. 251 e passim; O. Degli Azzi, Inventano degli Archivi di Sansepolcro, Rocca S. Casciano 1914, pp. 61, 145, 148, 150, 151, 160, 162 ss. (elenco delle incisioni di Ch. A.), 168 ss. (lettere di Ch. A.); O. H. Giglioli, .Sansepolcro, Firenze 1921, pp. 14, 20, 23, 32, 35, 41, 42, 45, 63-64; P. Bacci, "La Farnesina" e l'opera di Baldassarre Peruzzi e del Sodoma, in La Balzana, I (1927), pp. 90-93; A. Petrucci, Un'acquaforte infantile di C. A., in L'italia Letteraria, II (1930), n. s; M. Pittaluga, L'incisione italiana nel Cinquecento, Milano 1930, pp. 352-356, 366 n. 10; L. Servolini, Un incisore del Cinquecento. Ch. A., in Dedalo, XII (1932), pp. 753-772; Rami incisi di Ch. A. (s'i rami acquistati dalla Calcografia Nazionale), in Bollettino d'Arte, XXXVI (1951), p. 378; U. Thieme-F. Becker, Allgem. Lexikon der bildenden Kunsìler, I, pp. 191-192; Encicl. hai., II, pp. 177-178.