Chiara di Assisi, santa
Prima figlia spirituale di s. Francesco e confondatrice del secondo ordine serafico, delle ‛ Povere Donne di S. Damiano ' o clarisse, è celebrata in Pd III 97-102, con delicate espressioni, dalla mancata clarissa Piccarda Donati (v.).
Nata nel 1193-94 dal nobile cavaliere Favarone di Offreduccio e dalla pia Ortolana, attratta anch'essa dall'ideale del Poverello, fuggì da casa diciottenne e ricevette da lui il saio della penitenza alla Porziuncola la notte del 18-19 marzo 1212 (secondo altri 28-29 marzo 1211). Rinchiusa dapprima presso le benedettine di S. Paolo di Bastia e di S. Angelo in Panzo, poi nel proprio monastero di S. Damiano, C. vi rimase abbadessa (1215) sino alla morte, madre ed esempio vivente per le consorelle: umile e laboriosa, gelosissima custode del suo privilegium paupertatis (di non possedere mai nulla) impetrato (1215 circa) e confermatole poi dal papa sul letto di morte. Nel 1240 e 1241, con miracolosa protezione divina, liberò il proprio monastero e poi la città da due assalti dei mercenari di Federico II. Morta 1'11 agosto 1253 e canonizzata da Alessandro IV nel 1255, C. fu poi sepolta nella basilica a lei dedicata in Assisi (1260).
Ricordata nel cielo della Luna, il posto di C. nel Paradiso è ben più alto, forse nel terzultimo cielo (Saturno), quello dei santi di vita contemplativa. Nel rapido e splendido elogio di D. (Perfetta vita e alto merto in ciela / donna più sù, III 97-98), che sintetizza nell'assoluta perfezione di vita con i corrispondenti meriti per il cielo le amplissime virtù di C., risuona, per la stessa delicatezza delle espressioni, l'ammirazione degli antichi biografi, non escluso il cenno alla sua norma di vita e al fecondo esempio (vv. 98 ss.). Ed è ancora implicita esaltazione di C. e del suo istituto il conseguente richiamo allo scopo e al valore teologico di quei voti, per la veglia e perpetua consacrazione in amore al celeste Sposo (vv. 100-102).
Più che il Celanese (" Dicta domina... ad Deum conversa... multis exstitit ad profectum et innumeris ad exemplum ", 1 Cel. 18; cfr. 19-20), è meglio presente a D. s. Bonaventura: " Virgo Deo clarissima Clara... tamquam stella praefulgida radiavit. Haec nurìc glorificata in caelis, ab Ecclesia digne veneratur in terris " (Leg. maior IV 6); " virgo illa nobilis Clara, nunc gloriosa in caelis " (XV 5). Donde probabilmente il neologismo dantesco inciela (v. 97), che non ricorre più nel poema.
Bibl. - Oltre ai citati biografi di s. Francesco (ed. in Analecta Franciscana, X, Quaracchi 1926-41), ricordiamo in breve: [Tommaso Da Celano?], Legenda S. Clarae Virginis, ed. F. Pennacchi, Assisi 1910, e versioni italiane di G. Battelli, Pisa 1925, e di F. Casolini, Assisi 1962. Tra le numerose biografie, F. Casolini, C. d' 'Assisi, ibid. 1953; Autori vari, S. C. d'Assisi, Studi e cronaca del VII Centen. 1253-1953, ibid. 1954 (con le fonti e Scritti). Cfr. A. Blasucci, sub v., in Bibliotheca Sanctorum, III, Roma 1963, 1202-1208 (bibl.); F. Casolini, sub v., in Diction. de Spiritualité, V, Parigi 1964, 1401-1409 (bibl.).