Vedi CHIARAMONTE GULFI dell'anno: 1959 - 1994
CHIARAMONTE GULFI (v. vol. Il, p. 547)
Nonostante sia stata proposta una localizzazione al guado del Dirillo (Uggeri), il centro antico che, formatosi a partire dal VI sec. a.C., prosperò in età ellenistico-romana e sopravvisse alla conquista araba fino al 1299 col nome di «Gulfi» nella pianura ai piedi del nuovo abitato medievale di Ch. G., è tuttora identificato - e con validi motivi d'ordine diverso (storico, topografico, archeologico, linguistico) - con Akrillai-Acrillae.
Nell'area occupata dall'antico centro greco-romano- bizantino non s'è avuto alcuno scavo sistematico, anche se è stato programmato un piano di ricerche topografiche volto a chiarire l'impianto urbano.
Scoperte di un certo rilievo sono invece avvenute nel territorio di Ch. G.: in località Mandredidonna, nella pianura presso il Dirillo (probabilmente l'antico Achàtes), sono stati raccolti avanzi castellucciani e sono stati ripresi saggi di scavo nell'abitato di Scornavacche, il quale, a tutt'oggi, costituisce il più importante villaggio di ceramisti, attivo a cavallo del IV-III sec. a.C., che si sia mai scavato in Sicilia. D'importanza rilevante i corredi di una necropoli romana di II sec. in contrada Mazzarrone, località che occupa anch'essa, come Scornavacche, un pianoro digradante sulla riva sinistra del Dirillo. Oltre a un raro bicchiere «corinzio» (il secondo dalla Sicilia), è stata recuperata numerosa terra sigillata africana che mostra come i centri della pianura camarinese lungo il fiume fruissero sia della via interna che portava ad Acre sia di quella che risaliva lungo il fiume verso N, in direzione di Licodia. E in effetti al limite settentrionale del territorio di Ch. G. (e della provincia di Ragusa), in località Ragoleto, ancora una volta sui pendii di un pianoro che strapiombava sul fiume, la costruzione della diga sul Dirillo ha portato alla luce un notevole gruppo di sepolcri databili nel V sec. d.C. da cui proviene, fra l'altro, una lucerna in terra sigillata importata dall'area dell'odierna Tunisia.
Si tratta, in entrambi i casi, di prove tangibili e significative della penetrazione, attraverso i centri romani della costa meridionale e lungo le antiche principali vie di comunicazione dell'Isola, delle ceramiche fini delle vicine Zeugitana e Bizacena.
Bibl.: G. Di Stefano, Appunti per la carta archeologica della regione camarinese in età romana, in Kokalos, XXVIII-XXIX, 1982-1983 (1984), pp. 332-340; G. Ragusa, Chiaramente Gulfi nella storia della Sicilia, Modica 1986, pp. 24-41; A. M. Fallico, Necropoli romana tarda alla diga del Dirillo e ceramica romana del territorio di Chiaramente Gulfi, in G. Di Stefano (ed.), Archeologia Iblea 1987, Ragusa 1987, pp. 107-111, 211-213.
Per le stazioni preistoriche del territorio: G. Di Stefano in Tabellarius, Ragusa, genn. 1975, pp. 6-10; id., in Piccola guida delle stazioni preistoriche degli Iblei, Ragusa 1984, pp. 67-76.
Per i materiali del territorio chiaramontano esposti al Museo di Ragusa: P. Pelagatti, Il museo archeologico di Ragusa, in SicA, XI, 1970, pp. 21-31, passim (ripubblicato in G. Di Stefano, P. Pelagatti, Ragusa archeologica, Ragusa 1984, pp. 19-30 e in Archeologia Iblea..., cit., pp. 9-12); G. Di Stefano, Ricerche a Camarina e nel territorio della provincia di Ragusa, in Kokalos, XXX- XXXI, 1984-1985 (1988), pp. 779-782; id., in BTCGI, V, 1987, pp. 276-280 s.v. - Della splendida fiasca vitrea da Ch. G. al museo di Siracusa si ha ora una nuova edizione con riproduzioni a colori a cura del Comune di Ch. G.: A. Di Vita, Vetro romano con scene di caccia da Chiaramonti Gulfi (con aggiornamento di M. Sternini), s. 1. 1991.
De Vita)