CHIARAVALLE Milanese
Abbazia fondata da S. Bernardo durante il suo secondo viaggio in Italia. Aderendo al desiderio di notabili milanesi, e specialmente di Guido dei Capitani di Porta Orientale, egli fece venire alcuni monaci dal monastero di Clairvaux in Francia, di cui egli era abate e costituì nel territorio anzidetto, che si chiamava Rovegnano, probabilmente il 22 luglio 1135, il primo monastero di cisterciensi in Italia (S. Maria di Rovegnano, poi Chiaravalle). In principio questo fu considerato come dipendente dal monastero di Clairvaux e perciò fu retto da un semplice priore; ma pochi anni dopo la fondazione, nel 1138, aveva già un abate proprio, Brunone. Poiché il nuovo monastero sorgeva poco lungi da un luogo detto Bagnolo, esso fu denominato anche da questo nome. Seguendo le prescrizioni del loro ordine, i monaci lavoravano la terra, formando delle grance o colonie agricole composte di conversi e guidate da un monaco. Così essi iniziarono subito un lavoro di bonifica dei terreni intorno al monastero, promovendo la pratica dell'irrigazione ancora poco nota e risanando quella località paludosa. Ben presto il monastero si arricchì di possedimenti, i più importanti dei quali furono quelli di Vicomaggiore e di Consonno. Con bolla del 18 novembre 1139 papa Innocenzo II gli sottomise l'altro monastero di S. Pietro di Cerreto nel Lodigiano, e con privilegio del 20 febbraio 1173, unico del genere che conservi il sigillo, i rettori della Lega lombarda confermavano all'abate Trasmondo l'esenzione del giuramento di calunnia. Il periodo più fiorente del monastero fu il sec. XIII. In quel tempo l'abate di Chiaravalle intervenne più di una volta come arbitro nelle contese tra i capitani e i valvassori da una parte e il popolo e la "credenza" dall'altra. Le ricchezze del monastero erano sì vaste, che nel 1278 i Milanesi per pagare i militi del marchese del Monferrato si fecero prestare dai monaci lire 1500, somma ragguardevole in rapporto al valore della moneta di allora. Nel 1441 l'abbazia, primogenita casa cisterciense in ltalia fu data in commenda; il 13 maggio 1798 il direttorio esecutivo della Cisalpina soppresse, con la congregazione cisterciense, anche il monastero, che è oggi una parrocchia prepositurale.
Bibl.: G. Giulini, Memorie spettanti alla storia... della città e della campagna di Milano, 1ª ed., Milano 1760-75; 2ª ed., Milano 1854-57, passim; M. Caffi, Dell'abbazia di Chiaravalle, illustrazione storico-monumentale-epigrafica, Milano 1842; L. Janauschek, Origines Cistercienses, I, Vienna 1877, p. 39; E. Vacandard, Vie de Saint Bernard, I, Parigi 1910, pp. 366-391; U. Berlière, L'ordine monastico dalle origini al sec. XII, trad. it., Bari 1928, p. 212.
Monumenti. - La chiesa attuale, sostituita alla primitiva, fu consacrata solo il 2 maggio 1221. Essa rivela cambiamenti del progetto iniziale e una caratteristica fusione di elementi architettonici e decorativi cisterciensi e lombardi, risultanti questi ultimi specialmente dall'uso del laterizio. La tradizionale torre all'incrocio del transetto fu ricostruita nel Trecento e allora decorata di aflreschi all'interno. La scultura decorativa, notevole nei resti del chiostro, ha spiccato carattere borgognone. Il cimitero, costituito da una serie di arcate cieche, oltre all'interesse storico per le tombe di grandi famiglie milanesi del Duecento (Torriani, Archinti, Terzaghi, ecc.) e al ricordo dell'eretica Guglielmina Boema, ha decorazioni ad affresco, ancora fedeli alle tradizioni romaniche. Altro dipinto importante è un affresco del Luini (1512): La Madonna col bambino ed angioli. Pregevole anche il sedile dell'abate (sec. XVI) e gli stalli del coro intagliati da Carlo Garavaglia nel 1645. (V. tav. CCLIII).
Bibl.: A. Ratti, Miscellanea chiaravallese e il sec. XVI nell'Abbazia di Chiaravalle, in Arch. stor. lomb., 1895-96; U. Nebbia, I recenti restauri della Badia di Chiaravalle milanese, in Boll. d'arte, 1910, pp. 369-86; C. Enlart, Origines françaises de l'architecture gothique, Parigi 1894; P. Toesca, La pittura e la miniatura nella Lombardia, Milano 1912; id., Storia dell'arte italiana, I: Il Medioevo, Torino 1927; A. Venturi, Storia dell'arte italiana, II e III, Milano 1902 e 1904.